Legambiente parte col “Treno Verde”:
un manifesto per fermare le trivelle

ENERGIA - L'associazione ambientalista sta incontrando i sindaci dei comuni italiani per promuovere la cultura delle energie rinnovabili e bloccare le estrazioni di petrolio nell'Adriatico. I responsabili: "Al referendum bisogna votare Sì per segnare il cambiamento nella politica energetica italiana"

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Il sindaco di Fano Massimo Seri sottoscrive il manifesto di Legambiente

 

Un manifesto programmatico per sostenere chi si produce l’energia con fonti rinnovabili. L’iniziativa è stata lanciata da Legambiente ed è già stata sottoscritta da circa 400 Comuni italiani tra cui Fano e Porto San Giorgio. Oggi le fonti rinnovabili sono arrivate a coprire il 40% dei consumi energetici elettrici e secondo le ultime stime il 16% dei consumi totali nazionali. Per continuare su questa strada occorre  sostenere e agevolare chi autoproduce l’energia. L’adesione significa sostenere un sistema energetico che che non prevede l’uso delle fonti fossili, ma il mix di tecnologie pulite e sostenibili per un futuro 100% rinnovabile. Anche per questo Legambiente ha chiesto ai sindaci aderenti di sostenere il Sì al prossimo referendum del 17 aprile per dire #StopTrivelle e dare così slancio ad una nuova politica energetica per il Paese (leggi l’articolo). La sottoscrizione del Manifesto è avvenuta oggi a bordo del Treno Verde, la storica campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che in questi giorni sta facendo tappa alla stazione di Pesaro per monitorare la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico, ma anche per parlare di smart cities, ecoquartieri, mobilità nuova e stili di vita. 

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Il Treno Verde

«Le trivelle, le importazioni di gas e petrolio rappresentano il passato – dichiara Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente – noi vogliamo guardare al futuro, dove al centro si trova il territorio, dove comuni, cittadini, imprese e cooperative possono prodursi e scambiarsi energia da fonti rinnovabili. Un cambiamento che parte dal basso ma non guarda solo all’Italia ma al mondo, alla sfida che tutti abbiamo davanti per fermare i cambiamenti climatici e dare una speranza di sviluppo fuori da un sistema incentrato sulle fonti fossili». Oltre 850mila impianti da fonti rinnovabili stanno rivoluzionando il modo di produrre e consumare energia. «Chiediamo a tutti i sindaci delle Marche di investire nella qualità dei loro territori – aggiunge Francesca Pulcini, presidente Legambiente Marche – e scegliere così un futuro diverso per il nostro Paese, come sta facendo il Comune di Fano che in soli 18 mesi ha portato qualità di vita per i cittadini attraverso interventi di efficientamento energetico, bonifiche ambientali e attenzione all’ambiente. Sono già molti gli amministratori che hanno aderito alla nostra “staffetta” per votare Sì al referendum del 17 aprile contro chi vuole un’Italia ancora schiava del petrolio e siamo convinti che le adesioni continueranno ad arrivare. Vogliamo ripensare il sistema energetico in una direzione più moderna, pulita e democratica». Il Manifesto chiede di scegliere in Italia la strada dell’innovazione eliminando tutte le barriere esistenti all’autoproduzione e alla vendita di energia da fonti rinnovabili, semplificando le procedure di approvazione dei progetti e aiutando le amministrazioni pubbliche a promuovere interventi che vanno nella direzione di territori al 100% rinnovabili. L’obiettivo è infatti quello di avere una generazione distribuita fatta di prosumer, ossia di case e edifici che siano produttori-consumatori, perché in questo modo si può beneficiare appieno di un sistema che premia chi risparmia energia, chi la autoproduce (da impianti solari e eolici, da biomasse e geotermici, mini idroelettrici) e chi investe nella gestione delle reti energetiche e nell’accumulo. Si potranno aprire possibilità inedite e straordinarie nel mondo, che non parlano solo di energia, ma di migliore qualità della vita per le persone e di speranza per il clima.



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