Chiude il punto nascita,
cartelli e cori contro Maccioni:
“Vergogna, vergogna”

SAN SEVERINO - Il direttore di Area vasta 3 è intervenuto oggi in un incontro pubblico sulla questione del reparto che da domani non sarà più operativo per dare alle future mamme tutte le informazioni necessarie: "Sono d'accordo con la riforma, altrimenti mi sarei dimesso. Avanti con la week surgery". Poi su ostetricia di Macerata: "E' a norma"

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L'incontro per il punto nascita a San Severino

L’incontro per il punto nascita a San Severino con il cartello di protesta

 

Al centro il direttore di Area Vasta 3 Alessandro Maccioni

Al centro il direttore di Area Vasta 3 Alessandro Maccioni

 

di Monia Orazi

Cori per gridare «vergogna, vergogna», cartelli e la preoccupazione delle mamme per un reparto che era una sicurezza per gli abitanti di San Severino. Così è stato accolto l’intervento del direttore di Area vasta 3, Alessandro Maccioni, oggi, nella sala Sisto V, nella città settempedana. «Da domani (19 marzo, ndr) formalmente il punto nascita non esisterà più – ha detto chiaramente il direttore al pubblico intervenuto –  per questo abbiamo voluto organizzare un incontro con le future mamme, per fornire loro tutte le informazioni necessarie al percorso parto, alle provocazioni non rispondo, io sono d’accordo con la riforma, in caso contrario mi sarei dimesso, vogliamo andare avanti come previsto con la week surgery al quarto piano dell’ospedale, dove ora c’è il punto nascita». Ad aprire l’incontro il vicesindaco Vincenzo Felicioli. «La ragione non è mai da una parte sola ha detto – siamo qui per informare, cerchiamo di essere costruttivi». Qui è stato mostrato il cartello: “Create l’alternativa, prima di fare cazzate” , riportava la scritta, tenuta in mano da uno dei cittadini in protesta contro la chiusura del punto nascita. «La forza da noi messa in campo è quanto di meglio può vantare l’area vasta – ha detto Maccioni -, chi pensava di partorire qui deve fare un altro percorso, anche mia figlia 32 anni fa è nata a San Severino». Maccioni ha affermato che il reparto di ostetricia di Macerata è a norma. «Non corrisponde al vero ed è una falsità – ha sottolineato il direttore di Area vasta 3 – la leggenda metropolitana che Macerata non è a norma. Come unità operativa di ostetricia è quella che fa più parti in Regione con 1.250 nati all’anno. Il Salesi ne fa il doppio ma è come se fossero due unità operative insieme. Se non fosse stato a norma sarebbe stato chiuso molto tempo fa». Maccioni ha poi specificato che i lavori di ampliamento del secondo piano della vecchia ala dell’ospedale di Macerata, dove sarà spostata ostetricia, per un importo pari a 900mila euro «sono stati programmati da tempo, per ottimizzare ed ampliare le stanze, modernizzando il punto nascita, lo spostiamo per renderlo più efficiente e competitivo».

Le proteste

Le proteste

Da dicembre, nel pronto soccorso di Macerata, in vista della chiusura di San Severino, è stato previsto un percorso per prendere in carico le emergenze pediatriche. Il direttore di area vasta ha aggiunto che il punto nascita di Civitanova, dove negli ultimi giorni i parti sono in aumento, è stato reso più moderno ed efficiente, spiegando che lo storico primario Mantovani si è già recato a prestare servizio a Civitanova, almeno sino a maggio sino a quando andrà in pensione obbligatoria avendo raggiunto i 70 anni di età. Paolo Perri, direttore del dipartimento materno infantile e di neonatologia a Macerata, ha detto: «Quello che vogliamo è creare un ambiente di sicurezza e qualità per mamme e bambini, senza trascurare le attività dei territori. La gravidanza a basso rischio va seguita negli ambulatori e nei consultori. La donna alla 37esima settimana andrà a farsi seguire nel reparto dove sceglie di partorire. La gravidanza ad alto rischio sarà convogliata nel centro di terzo livello che è Ancona». Perri ha specificato che ostetricia di Civitanova ha 15 posti letto, è stato ristrutturato il reparto, con la sala parto ed operatoria. «Sarà fatta la guardia pediatrica per tutte le 24 ore, ma non è facile, perché i pediatri non si trovano» ha aggiunto il primario. Macerata, con l’incremento di otto posti letto «che ci potranno garantire di accogliere 500, 600 partorienti in più» ha raggiunto 35 posti letto. Nel reparto è stata aggiunta una sala parto in più.

punto nascita incontro San Severino 6Hanno voluto rassicurare le future mamme sull’accoglienza i ginecologi Giuseppe Micucci di Civitanova e Mario Farotti di Macerata. Quest’ultimo ha aggiunto che da 5 anni il reparto di Macerata è il primo nelle Marche per il più basso tasso di tagli cesarei, con una percentuale inferiore al 15 per cento. Per Mantovani tempo di saluti. «E’ un momento di commiato, ho sufficienti risorse per non deprimermi – ha detto – in un momento di radicale cambiamento nella mia vita». Daiana Conti, anestesista a Civitanova, ha illustrato la novità del parto indolore, sinora praticata anche a San Severino, ma a pagamento. Diventerà un obiettivo poterla offrire gratuitamente a tutte le donne nell’area vasta. L’aspetto dell’emergenza è stato trattato anche da Giovanna Faccenda, direttore sanitario del presidio Camerino-San Severino, da Marco Chiarello e Domenico Sicolo dell’ospedale di Camerino. E’ poi partita la dura contestazione del comitato.

«Avete fatto la Stam e la Sten (servizio trasporto assistito materno e neonatale) a Camerino, dove non c’è ostetricia, qui le strade sono pessime, l’accordo Stato Regioni prevede che se si chiude il punto nascita ci deve essere la Stam, il reparto di Macerata è intasato, non ci si entra e ci sono infezioni, avete contravvenuto alla legge, se succederà qualcosa sarete responsabili, chiudete un reparto di eccellenza come San Severino, senza risparmiare», ha tuonato l’ex sindaco Manlio Rossi. Dal pubblico le urla come «Vergogna, vergogna». Poi l’intervento dell’avvocato Marco Massei: «Dovevate venire qui prima a spiegare queste scelte e confrontarvi con i territori, ormai i buoi sono usciti dalla stalla, Macerata non è a norma, lo ha detto il sindaco Romano Carancini ai giornali e lo dite voi stessi nei vostri documenti, noi chiediamo una moratoria, non mettiamo in discussione la riforma sanitaria regionale, inoltre il Consiglio di Stato ha stabilito che si dovranno esaminare le questioni controverse nel merito, vi chiedo in auto-tutela di sospendere la chiusura del reparto di San Severino». Dal pubblico si sono alzate diverse mamme, preoccupate perché in caso di emergenza non ci sarà più il reparto di pediatria, aperto soltanto per quattro giorni a settimana. Poi l’intervento del consigliere Gilberto Chiodi. «Veder chiudere San Severino è una cosa che ci tocca emotivamente – ha detto – sentire che Civitanova e Macerata sono state potenziate, per noi è una sofferenza, perché avevamo la certezza di un reparto di ostetricia e pediatria, in caso di difficoltà. Sospendete la chiusura in autotutela». Il sindaco Martini ha sottolineato che «ormai è tardi per sospendere la chiusura, anche se insisto su questo punto, vi chiedo di lasciare la pediatria così come è, poi tra tre mesi si riesamina la situazione in base alle necessità del territorio».

 

 



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