L’ospedale Eustachio di San Severino
di Monia Orazi
Una lettera di diffida dal chiudere il punto nascite di San Severino, prima della sentenza di merito del Tar Marche, è stata inviata dal comitato per la difesa dell’ospedale, oggi via fax e domani con regolare raccomandata, a Regione e Asur Marche. Da domani, secondo le ultime disposizioni Asur, a San Severino non voleranno più le cicogne. La lettera è a firma degli avvocati Marco Massei e Stefano Filippetti ed è diretta al presidente della Regione Luca Ceriscioli ed al direttore generale dell’Asur Alessandro Marini. All’inizio si ricorda la recente sentenza del giudizio di Stato, che spinge a «valutare nell’opportuna sede di merito, le questioni che vengono definite controverse e pertanto suscettibili anche di diversa soluzione rispetto a quella temporaneamente adottata dal Consiglio di Stato», per questo il comitato chiederà la fissazione immediata della data di discussione davanti al Tar di Ancona. Sino ad allora, in nome del diritto alla salute «si chiede che la Regione Marche e l’Asur Marche non chiudano il reparto», con «invito e diffida» ad entrambi gli enti per evitare di pregiudicare il diritto alla salute di mamme e bambini che dovessero rivolgersi all’ospedale di San Severino. Il nuovo percorso per il parto, studiato dall’Asur Area Vasta 3, sarà illustrato venerdì 18 marzo, alle 15,30, nell’aula Sisto V, alle mamme seguite dal reparto settempedano, alla presenza di Alessandro Maccioni direttore generale Area Vasta 3 e del personale del reparto ostetricia-ginecologia. Del futuro del nosocomio settempedano si parlerà anche martedì prossimo in consiglio regionale, dove sarà discussa l’interrogazione a risposta orale urgente del consigliere Luigi Zura Puntaroni. L’oggetto è il documento letto dal sindaco di San Severino Cesare Martini nel consiglio comunale del 12 febbraio scorso, che ha affermato essere a firma di Ceriscioli (leggi l’articolo). Sul tema già l’opposizione guidata da Gilberto Chiodi ha presentato un’interrogazione. Ceriscioli nel recente incontro a Tolentino sulle riforme, ha visto alcuni esponenti del comitato settempedano, affermando di aver firmato lui stesso il documento, definito un “impegno personale”. Zura chiede di sapere se sia stato il presidente della Regione a firmare il documento, la sua valenza giuridica, se è un accordo di programma e se è indirizzato all’amministrazione comunale.
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Finalmente
più che lettera di diffida dovrebbe partire qualche cazzotto sui denti…in senso buono ovviamente!
La montagna si è stancata di essere una riserva indiana.