La riunione del Comitato per il punto nascita
di Monia Orazi
«Per il punto nascita di San Severino c’è l’interessamento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, siamo stati contattati dal capo di gabinetto che ce lo ha confermato», così l’avvocato Marco Massei, vicepresidente del comitato per la difesa dell’ospedale Bartolomeo Eustachio, ha annunciato che della situazione del nosocomio settempedano, si sta interessando Roma. La Lorenzin vuole prendere tutte le informazioni e approfondire la scelta della chiusura. Il comitato per annunciare le ultime novità ha convocato per ieri pomeriggio un’affollata conferenza stampa dove è stato denunciato anche che si sta svuotando la funzionalità di Ostetricia. L’opposizione parla di un documento presentato in consiglio comunale che lascia dei dubbi perché senza intestazione ufficiale. 5Stelle delusi per il no al referendum: “Il Comune tolga lo striscione in difesa dell’ospedale”.
LA RIUNIONE – «Ragionare su un ospedale unico a San Severino è superficiale, noi abbiamo tutti i requisiti per averlo, ma scarsa forza politica per ottenerlo», ha aggiunto Massei. Critico sulla riforma sanitaria in atto il presidente del comitato Marco Marchetti che ha spiegato come non siano ben definiti i requisiti per le case della salute e le cure intermedie. L’ex sindaco di San Severino ed avvocato Manlio Rossi ha spiegato perché a suo parere la determina 913, con la quale l’Asur la vigilia di Natale ha annunciato la chiusura dei punti nascita, sia illegittima: «La determina sarebbe stata adottata senza prima una delibera dell’organo esecutivo regionale, quindi si configura un eccesso di potere, potrebbe essere un’ottima motivazione perché il Tar accolga il ricorso in via definitiva. San Severino ha tutte le caratteristiche di legge per mantenere aperto il punto nascita, secondo quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni, un numero di parti superiore a 500, la presenza in una zona svantaggiata, in cui non si può attivare il servizio di trasporto assistito materno (Stam), perciò non deve chiedere nessuna deroga, quella che non rispetta la legge è la Regione».
OSTETRICIA – Mario Chirielli, segretario del comitato, ha denunciato che la funzionalità di ostetricia si sta svuotando da dentro: «Abbiamo avuto notizia che le partorienti sono dirottate verso Civitanova e Macerata, se questo fosse vero sarebbe grave, si potrebbe configurare una turbativa di pubblico servizio per cui potremo anche presentare un’apposita denuncia penale contro gli eventuali responsabili, ci tengo a sottolineare che il reparto di San Severino è perfettamente funzionale e svolge tutte le prestazioni di sempre».
DUBBI- Al termine è intervenuto anche Gilberto Chiodi, capogruppo di opposizione in consiglio comunale: «E’ grave che il sindaco abbia presentato in consiglio comunale un documento per la riorganizzazione dell’ospedale, firmato dal presidente Ceriscioli, ma che non reca alcuna intestazione ufficiale. Il contenuto di questo è in conflitto con tutti gli atti sinora adottati da Ceriscioli e dall’Asur e con quanto sta accadendo. Se si vuole fare un ospedale unico provinciale questo documento non ha senso. Non ha i requisiti formali di un atto amministrativo, reca una firma privata che il sindaco ha affermato essere del presidente della Regione. Presenteremo un’interrogazione per fare chiarezza su come sia stato prodotto. Dire che si farà un ospedale unico a San Severino è devastante e va smascherato. Aderire al referendum sarebbe stato un segnale politico forte, su di esso la maggioranza si è spaccata ed un consigliere ha votato a favore insieme a noi. Ha invece votato contro chi ha firmato il ricorso, non assumendosi la responsabilità degli atti sostenuti sinora». Chiodi ha presentato a nome del gruppo consiliare “Una città da vivere” un’interrogazione che sarà discussa nel primo consiglio comunale utile.
5STELLE – Hanno espresso la loro delusione per il no al referendum sui poteri della giunta in materia di sanità, i rappresentanti del Movimento 5 Stelle di San Severino. «Chiediamo a questo punto che, per onestà di comunicazione verso i cittadini, venga tolto dal balcone del palazzo comunale lo striscione “No alla chiusura punti nascite” perché a questa opportunità l’amministrazione comunale avrebbe potuto dare un concreto supporto – scrivono in una nota – il 12 febbraio 2016 sette consiglieri su dodici, incluso il sindaco Martini, con ben cinque ulteriori consiglieri assenti, a San Severino hanno ufficialmente dichiarato, con il loro voto in consiglio comunale, che non sono interessati a rimettere in discussione il piano regionale della sanità della giunta regionale Pd di Ceriscioli».
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