di Marco Ribechi
Tempo ormai scaduto per il tetro Rebis, scende il sipario e gli attori se ne vanno lasciando al loro posto un teatro silenzioso, vuoto, senza più spettacoli. Non più applausi o fischi, resta solo da salutare gli amici in una festa di addio in programma il 14 giugno. Dopo due giorni infatti, il 16, scoccherà la data di scadenza del bando per la gestione dello spazio di Villa Potenza e il Rebis dovrà lasciare il teatro che da 10 anni animava autonomamente con spettacoli e attività per cedere i locali all’associazione sportiva Helvia Recina 2000. Non sono servite per il momento le 2.407 firme raccolte, sia cartacee che digitali, né la lunga serie di commenti positivi raccolti tra i cittadini e tra alcuni rappresentati della scena teatrale contemporanea, oltre agli articoli apparsi sulla stampa locale e su quella specializzata. Il tempo è ormai scaduto e, nonostante il Tar non si sia ancora pronunciato definitivamente il bando di assegnazione è giunto al termine ed è tempo di traslochi. «Ci dispiace lasciare uno spazio che abbiamo gestito per circa 10 anni a nostre spese e a favore di tutta la comunità – spiega Andrea Fazzini – Ci teniamo però a sottolineare che il Tar non si è ancora pronunciato e il ricorso non è perso, siamo semplicemente in attesa. Il tempo però è passato in fretta e il bando è scaduto; siamo quindi costretti a svuotare i locali pur non avendo avuto una sentenza definitiva».
C’è molta tristezza nelle parole del responsabile dell’associazione, come se i fotogrammi di una storia fatta di maschere, finzioni, recite e quant’altro gli passasse davanti agli occhi, lasciando la scia di un’esperienza irripetibile giunta ormai, se non al termine, ad una brusca svolta. «Dopo dieci anni di intensa attività il Teatro di Villa Potenza può vantare di aver ospitato diversi festival e rassegne con artisti di chiara fama – continua Fazzini – la realizzazione di numerosi progetti scolastici e nel sociale, produzioni che hanno vinto premi e riconoscimenti e molte altre attività condotte nell’ambito della divulgazione artistica; oltre a configurarsi, negli anni, come punto di riferimento per una rete di associazioni del territorio. Questo spazio, che era usato episodicamente prima della nostra locazione, rappresentava uno degli ultimi spazi teatrali mantenuti in maniera indipendente nelle Marche».
E il rammarico è grande per non essere stati in grado di trattenere per l’arte teatrale e scenica uno spazio così importante: «Riteniamo che le attività di tipo socio-ricreativo abbiano grande valore per la crescita di una comunità, come pure riconosciamo gli altissimi valori di rispetto e lealtà che forse solo lo sport può insegnare, ma pure sentiamo necessario difendere i termini “cultura”e “teatro” da possibili mistificazioni. Ciò che rivendichiamo non è semplicemente uno spazio, ma il rispetto nei confronti del nostro lavoro. La più nobile dote di un’amministrazione, a nostro avviso, dovrebbe essere quella di saper rivedere decisioni che vengono contestate in maniera civile e sentita da centinaia di cittadini, soprattutto quando queste implicano un valore simbolico, perché i simboli scolpiscono il tempo e restano nella memoria». Domenica 14 giugno alle 18, il Teatro Rebis invita amici e soci a un brindisi di saluto e ringraziamento. In questa occasione sarà presentata anche la pubblicazione, curata da Rrose Selavy, del diario per parole e immagini di “Youbiquity- moltitudini connesse”, progetto che ha visto coinvolti numerosi partner, giovani talenti locali e artisti di fama internazionale, realizzato l’anno scorso dal Teatro Rebis grazie alla vincita del bando regionale” Officine della creatività”.
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Che tristezza…