Esplode il caso del cinema Italia
Amministrazione sotto accusa
Bianchini: “Cultura non è solo Buonaccorsi”

MACERATA - Tensione tra alcune associazioni culturali e la Giunta per la gestione degli spazi e i contributi. L'assessore provinciale: "Non c’è sufficiente attenzione". L'architetto Schiavoni: "Valorizzare l'ex mattatoio". Rebis promette battaglia al Comune per l'assegnazione del teatrino di Villa Potenza alla locale associazione di volley e avvia una petizione sul web. Antinori (Helvia Recina): "Spazio per tutti". Canesin: "Ci sono tante culture"

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Il cinema Italia chiuderà dopo lgli ultimi due spettacoli in programmazione

Il cinema Italia chiuderà dopo gli ultimi due spettacoli in programmazione

di Gabriele Censi

Macerata giardino della cultura è il tema su cui il sindaco Carancini ha puntato molto, ma dopo le rose di Palazzo Buonaccorsi, il giardino mostra le prime spine: i grandi eventi non avranno più i finanziamenti pubblici del passato (Camera di commercio, Provincia e Fondazione lo hanno già annunciato) ed ora esplode anche la rivolta delle associazioni.

Massimiliano Bianchini

Massimiliano Bianchini

“C’è un enorme problema della gestione della cultura a Macerata, lo diciamo da tempo ed ora i nodi vengono al pettine. Manca un rapporto vero e fecondo con le associazione cittadine”.  Lo dice l’assessore provinciale Massimiliano Bianchini dopo l’annuncio della chiusura del Cinema Italia che interromperà la programmazione giovedì 8 gennaio (leggi l’articolo). La notizia ha suscitato reazioni nel mondo dell’associazionismo cittadino. Duro l’atto di accusa del presidente di Nuovo Cinema Maurizio Rinaldelli Uncinetti verso l’amministrazione comunale: “Promesse non mantenute, dicono che la struttura è una risorsa irrinunciabile ma sono otto anni che paghiamo di tasca nostra tutte le spese”

Stefania Monteverde e Romano Carancini

Stefania Monteverde e Romano Carancini

L’amministrazione ha annunciato a stretto giro una replica ricca di numeri. “Stiamo mettendo insieme i dati e risponderemo” ha annunciato l’assessore alla Cultura Stefania Monteverde. Bianchini intanto si tira fuori: “Il caso del Cinema Italia non può essere scaricato sulla Provincia, -dice l’assessore – abbiamo fatto quanto potevamo con la disponibilità al rinnovo della concessione. Nel 2014 abbiamo sostenuto tutti gli eventi come lo Sferisterio, Musicultura, Civitanova Danza, Appassionata, il folclore e le pro loco, i progetti dei Comuni con Teatro in Famiglia, San Severino Blues e molto altro. Un mare di iniziative grandi e piccole ma dal 2015 nulla di questo sarà possibile, non abbiamo più la delega e siamo impegnati a salvaguardare il personale che per il 50% è destinato alla mobilità. Questa è la dura realtà, altro che ordinaria amministrazione come dice il consigliere provinciale di Sel Esildo Candria (leggi l’articolo). La gestione di Rinaldelli è stata positiva, ci sono altre esempi simili a Fermo e Senigallia che funzionano, l’amministrazione comunale non può addurre come problema la proprietà dei locali che è della Provincia. La verità è che non c’è attenzione sufficiente alla cultura che non è solo Palazzo Buonaccorsi e i grandi eventi”

L'architetto Michele Schiavoni, presidente di Punto e a capo

L’architetto Michele Schiavoni, presidente di Punto e a capo

«La chiusura del cinema Italia arriva in un momento in cui c’è una assenza di spazi per la cultura, e quelli che abbiamo li chiudiamo o li destiniamo ad altre attività – dice l’architetto Michele Schiavoni, presidente dell’associazione “Punto e a capo” –. C’è una questione generale in città dove spazi per arte e cultura sono assenti. Da un anno una ventina di associazioni (tra cui Adam, la stessa Punto e a capo, Licenze poetiche e Teatro rebis, ndr) si battono per creare uno spazio per attività culturali e artistiche all’ex mattatoio, non per averlo come sede, preciso, ma solo per poterci fare delle mostre d’arte, delle conferenze, ma anche danza, musica e teatro».

Passando dal centro di Macerata alle frazioni, la musica non cambia e a Villa Potenza è l’associazione Rebis che promette battaglia al Comune di Macerata per l’assegnazione tramite bando del teatrino di Villa Potenza alla locale associazione di volley e avvia una petizione sul web. «Dal 2005  – si legge nel testo della petizione – il Teatro Rebis ha preso in locazione gli spazi del teatro e dell’ufficio adiacente, pagando fino al 2013, una quota complessiva stimabile in circa 100.000 euro tra affitto e utenze, organizzando in maniera indipendente importanti attività socio-culturali. Tali spese sono state sostenute quasi esclusivamente attraverso i proventi derivanti dal lavoro della compagnia. Si evidenzia inoltre che l’associazione, oltre ad attrezzare con proprie dotazioni tecniche lo spazio, ha sostenuto a proprio carico perfino le spese delle utenze relative alle giornate destinate dalla convenzione in essere tra il Comune di Macerata e i proprietari dell’immobile (la convenzione ha visto corrispondere, ai soli proprietari dell’immobile, una cifra pari a euro 10.000,00 all’anno per 10 anni, dal 2004 al 2013). Il Teatro Rebis non ha dunque mai percepito un contributo da parte del Comune di Macerata finalizzato al sostegno della gestione dello spazio in oggetto (tranne che per una quota parte pari a euro 5.000,00 unicamente per l’anno 2013, divisa con l’Adam)».

Andrea Fazzini

Andrea Fazzini

Il teatro Rebis contesta anche lo svolgimento del bando dell’amministrazione: «L’assegnazione avviene, in sostanza, sulla base di una maggiore proposta economica di compartecipazione alle spese di locazione, “tale da incidere in misura determinante in sede di stima ed apprezzamento della proposta progettuale complessiva”, anche se tale criterio di valutazione, benchè segnalato come obbligatorio, non risulta nell’avviso neanche esplicitamente menzionata nel capitolo fondamentale dell’attribuzione del punteggio.Il Teatro Rebis ha già inoltrato un’istanza di annullamento in via di autotutela al Comune di Macerata, allo scopo di ottenere la sospensione immediata e poi l’annullamento dell’esito dell’avviso pubblico. Si chiederà inoltre, qualora permanga la volontà politica di mantenere per questo spazio la sua propria destinazione d’uso, cioè quella relativa a “specifiche finalità culturali”, di riscrivere un avviso scevro da ambiguità, anche dal punto di vista della compartecipazione economica. Se l’attuale amministrazione intende invece far diventare il Teatro di Villa Potenza la sede dell’associazionismo della frazione  riscriva un diverso avviso, atto a cercare progetti con finalità prevalentemente aggregative e socio-ricreative, e si assuma la responsabilità di ostacolare così, di fatto, l’attività pluriennale di un’associazione culturale che ha saputo distinguersi per la qualità, oltre che per la quantità, del lavoro svolto con le proprie forze e competenze, in collaborazione con numerose associazioni della città».

L'assessore Alferio Canesin

L’assessore Alferio Canesin

Alferio Canesin, assessore allo sport, è soddisfatto dell’esito del bando: “E’ lo strumento migliore,  l’Helvia Recina ha fatto un progetto valido per tutte le attività della frazione, così Villa Potenza si riappropria di uno spazio per tutti,  la cultura non è solo quella del Teatro Rebis,  c’è anche un’idea diversa di cultura non solo teatrale ma a 360 gradi e ben integrabile con l’attività del quartiere. Lo ha valutato una commissione di cui io non faccio parte, ma voglio ribadire che Macerata è la città delle culture, non della cultura e mi auguro che ci sia un rapporto che permetta a tutti di utilizzare gli spazi, anche per il teatro.

Tito-Antinori

Tito Antinori, presidente Helvia Recina Volley


Da parte sua, Tito Antinori, presidente dell’Helvia Recina Volley, difende il progetto con cui ha vinto il bando: 
«Fare cultura è aprirsi agli altri e anche rivolgersi alla comunità in cui si opera. E’ vero l’Helvia Recina Volley non è un’associazione culturale e non fa direttamente cultura, ma in tanti anni di attività si è resa protagonista di un contesto sociale e ha stretto relazioni con tante associazioni musicali, teatrali, di danza e quant’altro che finora nel teatrino di Villa Potenza, nato come bene della comunità e come luogo di ritrovo, non hanno trovato nessuno spazio perchè non potevano permettersi di pagare all’associazione Rebis per l’utilizzo della struttura».

 

 

 



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