di Marco Ricci
Al via da domani, con i dipendenti di Senigallia, le oltre venti assemblee indette dai sindacati con i lavoratori di Banca Marche. Le cinque rappresentanze sindacali presenti all’interno dell’istituto di credito andranno a illustrare il nuovo contratto integrativo sottoscritto con l’azienda nella nottata di sabato, dopo cinque giorni di confronto tra le parti (leggi l’articolo). Nel Maceratese le assemblee si svolgeranno il 12 marzo a Tolentino e il 13 a Civitanova. A Macerata saranno due gli incontri, previsti entrambi per il 26. Il primo si terrà la mattina con i lavoratori della direzione generale e del Ced, il secondo il pomeriggio e sarà riservato a chi opera in filiale.
A distanza di alcuni giorni dalla firma cominciano intanto ad emergere i primi dettagli su come si è svolta la trattativa. Durante le prime due giornate, dopo il diktat aziendale di chiudere entro sabato scorso e la quasi inemendabilità di quanto proposto, il tavolo ha affrontato le modalità di procedere durante il confronto, se partendo dalla piattaforma integrativa esistente, come chiedevano i sindacati, piuttosto che dalla proposta aziendale. Si è giunti alla fine al compromesso di confrontare le due diverse piattaforme su ogni modulo del contratto, con una visione complessiva che tenesse conto sia della parte economica che di quella normativa. Venerdì è stato descritto come il giorno più duro, dopo che i rappresentanti dei lavoratori avevano posto sul piano le loro proposte, con l’ultimo round di incontri conclusosi dopo la mezzanotte. Toni accesi, così sono stati riferiti, ma in parte tipici del momento topico di ogni trattativa. Ha sollevato ilarità invece la voce, prima di fondamento, secondo cui tra azienda e lavoratori si fosse andati più in là di un aspro scontro verbale.
E’ stata infine la giornata di sabato che visto l’azienda offrire le prime aperture, con l’inizio di un percorso collaborativo tra le parti per superare i singoli problemi sul tavolo, un percorso da un certo momento in poi divenuto anche piuttosto celere. La conclusione è arrivata intorno alla mezzanotte, con la firma finale delle 24 pagine del nuova contrattazione integrativa. Sarà adesso una commissione interna che ne verificherà l’applicazione, mentre i sindacati si augurano come la firma, non affatto scontata dato il clima dei primi giorni, possa portare a un percorso di relazioni virtuoso tra lavoratori e azienda, con un occhio proiettato in particolare ai prossimi mesi, quando dovrebbe vedere la luce la soluzione della crisi di Banca Marche.
Dalle voci che trapelano anche i commissari, che avevano partecipato solo al primo incontro, sarebbero soddisfatti per la firma, mentre il clima all’interno dei piani alti viene definito disteso. Avere rapporti burrascosi tra azienda e lavoratori non sarebbe affatto utile a Banca Marche in questo particolare momento, con i commissari che già tre volte avevano prorogato la vecchia contrattazione integrativa, evitando così il nascere di ulteriori tensioni. I sindacati, da parte loro, sono fiduciosi che il nuovo impianto dell’accordo, e lo sforzo che inevitabilmente i dipendenti dovranno pagare, possa in qualche modo agevolare l’ingresso di quel partner bancario di cui l’istituto è ancora in attesa. E se a tendere la nuova contrattazione porterà a circa sei milioni di euro l’anno di risparmi, dall’altra parte l’architrave contrattuale è rimasta quasi immutata. Un punto, questo, su cui i sindacati di Banca Marche avevano molto battuto e che in partenza, dato anche il commissariamento e la crisi patrimoniale dell’istituto, non era affatto scontato.
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