di Marco Ricci
La Fondazione Cariverona lascia una porta aperta per Banca Marche. Dopo che il Credito Fondiario aveva escluso (leggi l’articolo) nell’operazione di salvataggio e rilancio dell’istituto marchigiano la presenza della Fondazione Cariverona come possibile partner nell’aumento di capitale, il presidente dell’ente Paolo Biasi ora non esclude una tale opportunità, pur affermando di non aver ancora visionato il dossier. «Fondazione Cariverona cerca opportunità per diversificare il proprio patrimonio – dice Biasi – Non so se Banca Marche sia un’opportunità, non l’abbiamo ancora esaminata, però non scartiamo niente che abbia un ritorno certo, non probabile. Se ce lo chiedono, ce lo dimostrano e siamo convinti non è da escludere». Biasi, allo stesso tempo, ha invece escluso un possibile intervento in Mps da parte della Fondazione Cariverona la quale già possiede circa il 3% di Unicredit. La strategia della Fondazione sarebbe quella di diversificare il più possibile il proprio portafoglio. Rimanendo comunque alle dichiarazione di oggi, le parole di Paolo Biasi sono un passo avanti rispetto ai no-comment rilasciati nelle scorse settimane dalla Fondazione di Verona, ma sembrano rimanere ancora nell’ambito delle possibilità piuttosto che delle certezze di un intervento in Banca Marche.
DIPENDIAMO BANCA MARCHE – Intanto l’associazione del presidente Sandro Forlani – che unisce al suo interno dipendenti e azionisti di Banca Marche – ha compiuto due anni raggiungendo oltre trecentoventi associati, di cui una quarantina di fuori Regione. Sarebbero inoltre circa mille gli azionisti e i dipendenti i quali – attraverso DipendiamoBancaMarche, l’associazione piccoli azionisti di Jesi e l’Unione Consumatori – hanno aderito all’azione legale contro gli ex vertici dell’istituto di credito. Lo ha scritto proprio Forlani in una lettera indirizzata agli iscritti dove fatto il punto della situazione e tracciato gli obiettivi operativi perseguiti dall’associazione.
«Il primo obiettivo da noi perseguito è appunto riferito all’azione legale intrapresa avverso gli ex amministratori e dirigenti attualmente indagati – ha scritto Sandro Forlani – Il secondo, che riteniamo senz’altro più rilevante, è invece relativo all’azione da noi portata avanti in maniera pressoché continuativa in tutti quei contesti in cui potesse essere sviluppato il tema della permanenza di Banca Marche quale maggiore espressione del settore creditizio sul nostro territorio. Abbiamo così incontrato i presidenti delle Fondazioni, i rappresentanti della politica regionale; abbiamo chiesto pareri ed indicazioni a docenti universitari ed abbiamo organizzato convegni pubblici e conferenze stampa affinché il tema del salvataggio e del rilancio di Banca Marche rimanesse di costante attualità. E’ inoltre nostra intenzione richiedere a breve un incontro con il Credito Fondiario».
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Tutti questi avvoltoi che volteggiano……..c’è sempre più puzza di cadavere.
Tutto da rifare: Cariverona smentisce Fonspa,vediamo se si innamora di bmarche come i managers di Fonspa.Non ha ancora valutato ed esaminato il dossier,ma non c’e’ fretta,con calma….caso mai i commissari chiederanno un’altra proroga….
Andate ad aprire un tavolo di discussione con i rappresentanti della politica regionale in quel di Lourdes. I miracoli ….. possono sempre accadere.
Premesso che le Fondazioni marchigiane non avranno la possibilità di acquistare l’eventuale loro quota di azioni o comunque potranno farlo per minima parte non si capisce come mail qualcuno già pensi di far parte dell’operazione se vi sarà certezza di risultato.
Premesso che non vi è un’operazione che a priori garantisca risultati, è evidente che più il piano industriale sarà chiaro e circostanziato, più sarà attento alla competitività aziendale e al rilancio, maggiore sarà l’interesse degli azionisti a sottoscrivere l’aumento di capitale.
Dalle parole del Presidente Cariverona sembra che tutto verrà deciso a Roma tra BI e Fonspa mentre il codice civile e la corretta gestione dell’interesse pubblico lascerebbe pensare che le decisioni dovrebbero essere prese dall’assemblea degli azionisti BM.
Proverei anche tra i collezionisti di relitti, mi sa che lì ce ne son di quelli pronti ad innamorarsi di Banca Marche ancor più ciecamente di certi manager bancari.
Chissà perchè, in situazioni come questa, non ci si meraviglia se si trovano sempre i sarcofagi e calliforidi
Se il piano industriale non prevede ancora mille licenziamenti, la vedo dura che bm possa tornare competitiva, perciò fatevi coraggio e mollate la zavorra, le vacche grasse sono finite, e comunque anche i sindacati con i dipendenti hanno la loro parte di colpa nel dissesto bm!!!