Confartigianato propone
un modello per lo sviluppo integrato
del centro storico

Un documento contenente indicazioni per la riqualificazione è stato presentato dal gruppo edili dell'associazione, sarà inviato al Comune di Macerata e in seguito a tutte le amministrazioni della provincia per sensibilizzare su un tema che anima da mesi il dibattito

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Bruno_Crescimbeni

Bruno Crescimbeni presidente provinciale del gruppo Edili di Confartigianato

di Erika Mariniello

L’appello per il rilancio del centro storico di Macerata arriva anche dalla Confartigianato che, questa mattina durante un incontro promosso dal Gruppo provinciale edili, organizzato nella sede della Camera di Commercio cittadina, ha presentato ai giornalisti un testo unico che verrà trasmesso all’amministrazione della città e ai principali comuni della provincia per sensibilizzare le istituzioni sul tema. “Il problema relativo ai centri storici non è una novità ma, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, è importante trovare una soluzione per farli rivivere, ristrutturando e mettendo in sicurezza gli edifici creando nuove opportunità di lavoro  – ha commentato Bruno Crescimbeni – presidente degli Edili di Confartigianato Marche e della C.ED.A.M. (Cassa Edile dell’Artigianato Marche) – i centri storici rappresentano la storia di un paese, per questo vanno pensate e trovate al più presto delle soluzioni per farli rinascere”. È ormai consuetudine lamentarsi del fatto che i centri storici si sono svuotati, che la vita e le nuove forme di socializzazione si sono spostate altrove, nei fondovalle, nelle periferie, nei centri commerciali, con una perdita drammatica di centralità e di funzioni dei nostri borghi e dei nostri centri storici. “Dopo uno studio attento ho redatto questo vademecum che non è altro che un’analisi dettagliata di documenti, appunti e sollecitazioni relativi ad un problema di cui si parla da tempo – ha spiegato Pacifico Berrè di Confartigianato – Per molto tempo è mancata  la coscienza di una politica nella regione, in provincia e nei nostri comuni, piano piano si è andato decentrando tutto. Ora è necessario invertire la rotta riutilizzando l’esistente e valorizzando il patrimonio sociale fisso grazie sia ad una proposta di legge urbanistica in corso di approvazione che alla legge sul Piano Casa che ora consente, seppur prudentemente, di intervenire anche nei centri storici”. In una regione con un così importante patrimonio storico e culturale, con più di 100 città d’arte, 500 piazze, più di 1000 monumenti significativi, migliaia di chiese di cui 200 romaniche, 183 santuari, 34 siti archeologici, 72 teatri storici, 400 musei e pinacoteche su 239 comuni (la maggiore densità in Italia), 315 biblioteche che custodiscono oltre 4 milioni di libri, anche il turismo può essere un buon punto per ripartire. “Nelle Marche molti teatri non possono più essere aperti soltanto due mesi all’anno, le biblioteche e le pinacoteche non possono essere aperte soltanto durante l’orario di lavoro delle persone normali, perché sono aperture inutili – ha aggiunto Pacifico Berrè di Confartigianato – Con la flessibilità degli orari per l’accesso a musei, biblioteche, teatri, magari creando un luogo d’accesso gratuito wi-fi, una caffetteria, un bookshop, la possibilità di essere d’estate rinfrescati e d’inverno riscaldati, di ospitare giovani e meno giovani in attività ricreative, culturali, politiche e associative, si potrebbe favorire forme di socializzazione, senza demonizzarne altre”. Tra gli obiettivi fondamentali del vademecum stilato dalla Confartigianato per il rilancio dei centri storici cittadini figurano in particolare sistemi di incentivi alla residenza e all’uso degli spazi per fini commerciali e culturali.

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“Con questo documento vogliamo lanciare un appello alle istituzioni per fare in modo che la riqualificazione dei centri storici sia di Macerata sia dei principali comuni della provincia torni ad essere ai primi posti dell’agenda politica- ha commentato Giorgio Menichelli di Confartigianato”. Le  misure di intervento proposte si indirizzano verso tre direzioni: valorizzare le attività commerciali presenti e incentivare l’insediamento di nuove, promuovere l’utilizzo a fini residenziali di immobili sfitti e migliorare l’accesso al centro storico per le auto. Tra i possibili strumenti d’intervento ci sono l’utilizzo di incentivazioni fiscali che favoriscano le ristrutturazione di immobili da parte di privati e che prevedano anche la riduzione del canone di occupazione del suolo pubblico per i cantieri, la previsione di facilitazioni per gli abitanti tramite card dedicate per l’acquisto nei negozi del centro convenzionati al fine di attrarre nuovi nuclei familiari e la promozione della locazione degli immobili di proprietà pubblica sfitti o sottoutilizzati con la formula del comodato d’uso a tempo determinato.E’ particolarmente caldeggiata, inoltre, la previsione di iniziative e mercati di qualità a cadenza fissa adeguatamente pubblicizzate, in grado di favorire la frequentazione di cittadini e turisti e valorizzare i punti di ristoro che offrono cibo e prodotti locali e biologici.

(foto di Lucrezia Benfatto)

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