Da sinistra: Don Ihor, Gianfranco Stortoni, Olena Kocherga, Carlo Cambi, Francesca D‘Alessandro e Paolo Pinamonti durante l’incontro di oggi
di Carlo Cambi
Nel cielo di Macerata, sullo sfondo dello Sferisterio, è sorta di nuovo una stella. Ci sarebbe da credere in fasti presagi: accade mentre Vladimir Putin conduce una tronfia parata per la vittoria (quella del 1945: Stalin impose che il 9 maggio fosse ripetuta pari pari a Berlino la cerimonia della resa nazista che si era svolta il giorno prima a Reims nel quartiere generale delle forze alleate occidentali) e rinnova minacce al mondo, accade mentre il palcoscenico maceratese riceve il massimo punteggio come teatro di tradizione che tradotto significa un bel po’ di soldi (leggi l’articolo).
Olena ai Cancelli di Macerata
Così sarebbe stato bello condurre Olena (Kocherga è il cognome, ma per tutti ormai è solo profondamente Olena) fin su al loggione del nostro “stabilimento a ornamento della città e diletto pubblico” e lasciare che la magia del suo flauto diffondesse come canto di ringraziamento un Inno alla Gioia (è anche l’inno d’Europa e il 9 maggio è la giornata dell’Europa) nelle note di Beethoven, ma anche nel verso eterno di Friedrich Schiller: “Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio vada al mondo intero Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso. Vi inginocchiate, moltitudini? Intuisci il tuo creatore, mondo? Cercalo sopra il cielo stellato! Sopra le stelle deve abitare!”
Ecco mentre Putin rinnova la sua minaccia Macerata tende la mano a una figlia dell’Ucraina di quella terra martoriata e lo fa, come le se addice per vocazione intima, affidando alla cultura d’esser veicolo di fraternità. Olena era fino all’invasione primo flauto solista dell’orchestra sinfonica di Zaporiggia. E’ fuggita dall’orrore mettendo la sua vita in uno zaino: gli spartiti, il flauto e un prezioso ottavino di legno (sarà protagonista di una nuova storia, così pare) dei jeans, qualche maglietta e una speranza, quella di tornare.
Ha i colori della sua terra: il biondo dei capelli che è l’oro degli sconfinati campi di grano e di girasoli, il blu dei suoi occhi che è quello del mare di Odessa, la città dove ha studiato e dove ha dato forma alla sua arte. A casa sotto le bombe ci son le macerie della vita passata: il compagno ora in guerra, i sogni, i vestiti di scena. La storia di Olena raccontata da Cronache Maceratesi la conoscono tutti ormai. Lei compare come Ariel di Shakespeare ai bordi delle nostre strade, delle nostre piazze e lascia che il flauto catturi il nostro desiderio di felicità. E’ capitato così un mercoledì d’incontrarsi.
La vicesindaco Francesca D’Alessandro appena saputo di Olena l’ha voluta incontrare e si è fatta aiutare da don Ihor – chi frequenta San Giorgio lo conosce e ne conosce la profondità religiosa e l’umanità giocosa –-per intavolare un dialogo. La ragazza dal flauto magico scrive in cirillico, parla un po’ d’inglese e il suo italiano ad ascoltarlo è sinfonico, ma ha molte battute a vuoto. Lascia che l’indifferenza l’accarezzi, si difende con un pudore disarmato, è totalmente brava, totalmente appartenente alla sua musica; suona con gli occhi chiusi, abbandonandosi agli accordi e come un folletto sembra volare, sembra senza peso né di sventura né di anni; non deve averne molti anche se si vede che è provata dalla tragedia e da una quotidianità affannata e irregolare nei pasti.
Olena suona sul corso di Civitanova
Così con don Ihor e con Francesca D’Alessandro ha trovato il coraggio di aprirsi. La vicesindaco ha promesso: avrai di nuovo il tuo palcoscenico. Su Cronache Maceratesi si era lanciato l’appello: lo Sferisterio l’accolga. Ebbene è successo nel giro di una settimana: il 9 maggio nel giorno dell’Europa, nel giorno in cui l’Ucraina si è proclamata Europa Olena ha salito le scale della Fondazione sempre accompagnata dalla vicesindaco e dal suo sacerdote custode ed ha incontrato il direttore artistico del Mof Paolo Pinamonti e il maestro Gianfranco Stortoni.
Sono bastate pochissime note perché Olena conquistasse anche loro. Il palcoscenico per lei ci sarà. Sono diversi gli appuntamenti che s’immagina di far interpretare alla musicista ucraina, il programma sarà messo a punto nelle prossime settimane, ma a giugno, è quasi certo, Olena avrà il suo debutto e poi durante la stagione lirica ci saranno altre rappresentazioni. Quando ha capito i suoi occhi, due acquemarine, si sono velati di un vapore di lacrime, ma stavolta è una nebbia di felicità. Un fausto presagio.
Ha confidato: «Vivo a Civitanova, non ho molti soldi, ma mi è comodo perché con treno vado in diversi posti a suonare, sarà Macerata mia prossima vita? Io spero, spero con tutto mio cuore e con tutto mio cuore voglio suonare per restituire la mia gioia a tutti e fervi felici. Grazie, grazie anche a voi che mi avete scritto e dato opportunità».
Olena se n’ è andata con don Ihor, aveva il treno per Civitanova, o forse per Ancona. Doveva andare in scena per i pochi euro che racimola, per la sua totale appartenenza alla musica: i suoi teatri per ora sono ancora le nostre strade, le piazze, il suo pubblico per ora siamo noi passanti frettolosi che però Ariel, il folletto fatto della stessa sostanza dei sogni che abita dentro Olena, cattura col flauto magico e lascia pervasi da una lenta armonia.
«Spero davvero – ha detto Francesca D’Alessandro – che vedremo prestissimo Olena allo Sferisterio. Abbiamo in progetto Opere nel parco di Villa Cozza per permettere a tutti di beneficiare della magia della musica e lì Olena ci sarà come ho in mente di arrivare ai bambini disabili cognitivi con la sua musica, di far scaturire in loro la felicità che il flauto di Olena produce. Sono grata allo Sferisterio, a Paolo Pinamonti, al Sovrintendente Flavio Cavalli e al maestro Gianfranco Stortoni perché hanno raccolto subito il nostro appello. Sono grata ai maceratesi che ancora una volta si dimostrano accoglienti e mi hanno incoraggiata, anzi quasi pressata perché si desse ascolto a questa artista».
Sia Pinamonti che Stortoni hanno sottolineato il valore artistico di Olena, ma sono andati oltre: hanno partecipato un affetto. Quanto a padre Ihor ha tradotto il sentimento della flautista ucraina: mi manca la mia patria, ma ho trovato una nuova casa. Grazie!
Quel flauto magico di Olena In fuga dalla guerra d’Ucraina Tra le bancarelle c’è una stella
Sferisterio al top per qualità artistica, arrivano più di 950mila euro
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Grazie per aver manifestato concretamente il grande ❤ di Macerata
Bellissima storia e bravissimi tutti… Carlo Cambi e Cm in primis per averla raccontata e proposta!
Con questa flauvista Ucraina possiamo iniziare il gemellaggio tra MACERATA e L’UCRAINA x la pace.
Potrebbe essere ammessa nell’orchestra dello SFERISTERIO x sempre durante la stagione lirica, questa Ucraina e’ un messaggio di pace x tutti noi con il suo sorriso nonostante che la sua nazione e’ devastata da una guerra iniziata da un dittatore chiamato PUTIN che e’ uguale ad HITLER.