L’intervento di Alberto Cicarè in Consiglio comunale
di Luca Patrassi
Entri in Consiglio con una mozione e, di solito, ci rimani perché, se sei dell’opposizione, la maggioranza te la boccia. Se la mozione non è da rifiuto automatico, la maggioranza chiede di modificare una virgola, tramutarla magari in ordine del giorno in modo da renderla meno impegnativa per l’amministrazione e dimenticarla in qualche cassetto. Ieri il consigliere comunale di Potere al Popolo Strada Comune Alberto Cicarè ha presentato una mozione sull’inquinamento del borgo di Sforzacosta in relazione al traffico automobilistico e ha chiesto un intervento per verificare lo stato della stabilimento Capam, società in concordato dal 2008. Cicarè ha sottolineato ancora una volta l’assurdità di una situazione come quella della rete di controllo della qualità dell’aria dell’Arpam che ha solo due centraline di rilevamento in provincia di Macerata, una a Civitanova e la seconda in una zona molto isolata a Collevario. Il consigliere ha poi chiesto che l’amministrazione si faccia parte attiva con l’Arpam per verificare la situazione delle polveri sottili a Sforzacosta e lo stato dei luoghi, e delle cisterne, nello stabilimento Capam.
L’assessore Laura Laviano
Di netta chiusura la risposta dell’assessora Laura Laviano: «Non è la prima volta che mi trovo a rispondere, le polveri sottili si muovono e non vengono rilevate solo a ridosso della centralina». Il dibattito evidenzia però un consenso bipartisan sulla posizione di Cicarè. Inizia il capogruppo dei pentastellati Roberto Cherubini che sulla questione dei rilevamenti dell’Arpam conduce una battaglia da parecchi anni: «Dire, come faceva l’ex assessore all’Ambiente, che la centralina di Collevario rileva le polveri anche a Santa Lucia è follia. Togliendo le centraline dalle zone più trafficate, la Regione ha messo la polvere sotto il tappeto con motivazioni ridicole. Chi vive a Santa Lucia sa che le tapparelle delle finestre sulle strade in un mese diventano nere: in italia muoiono 80mila persone l’anno tre tumori legati a queste problematiche: chiedo ai consiglieri un moto di orgoglio, chiediamo nuove centraline. Le rilevazioni dicono che Macerata ha l’aria di margherite e non è vero».
La proposta che arriva dall’amministrazione è di mandare la mozione all’attenzione della Capam, a quel punto Cicarè insorge e cita una post dello scorso agosto del sindaco Parcaroli che diceva che si stava attivando per una nuova centralina di rilevamento dell’aria, questo poco dopo un incendio che aveva creato problemi in quella zona.
I lavori in assise
Il consigliere di Fdi Giordano Ripa interviene per sottolineare i danni che possono crearsi ala salute dei cittadini dall’essere esposti al tipo di inquinanti in discussione, richiesta di azione immediata dell’Arpam anche da parte del consigliere pentastellato Roberto Spedaletti. La leghista Paola Pippa conferma le difficoltà che si registrano a ASforzacosta e sottolinea come il problema esista, irrisolto, da decenni. Osserva il dem Andrea Perticarari: «Dire che la situazione c’è da tempo è un’aggravante, ma dire che non si può accedere all’area perchè la proprietà è in quella situazione è falso, basta un’istanza al giudice». Il capogruppo Fdi Pierfrancesco Castiglioni invita il sindaco a firmare un «intervento forte da parte del sindaco per uscire dallo stallo». Il capogruppo dem Narciso Ricotta: «Se l’amministrazione si impegna bene, diversamente sono solo chiacchiere. L’Arpam faccia il sopralluogo, verifichi la situazione, poi vediamo se saranno necessari interventi di bonifica». Posizione interventista espressa anche dalla consigliera di Forza Italia Barbara Antolini. Stop al Consiglio per trovare una posizione comune, un testo che possa garantire maggioranza ed opposizione, e la richiesta di Cicarè viene approvata. “Resta” da attendere l’esito.
(foto Falcioni)
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Bene la proposta di Cicarè. Che può essere ampliata e promossa anche da altre amministrazioni. L'arpam ha a disposizione centraline mobili. Queste andrebbero posizionate, a rotazione, in tutti i siti a rischio della provincia e non solamente nei centri più importanti. Ci sono, sparse nel territorio, una serie di zone industriali che con il tempo si sono trasformate in miste (grazie anche alla miopia amministrativa di chi sovrintende allo sviluppo e gestione territoriale) esponendo le popolazioni a rischi sanitari. Altrimenti avremo una tutela a macchia di leopardo. L'idea che la qualità dell'aria, ad esempio, della zona industriale-abitativa di Montelupone si misuri con quella di collevario (basta prendere e leggere le autorizzazioni della cartiera) è follia
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