Mandrelli passa in Azione?
«Pd lontano dai problemi percepiti
Non si può pensare solo ai diritti civili»

MACERATA 2025 - L'ex segretario dei dem, che non ha rinnovato la tessera e ha partecipato all'assemblea provinciale del partito di Calenda, invita il polo riformista a iniziare a costruire un'alternativa in vista delle elezioni: «Il centrosinistra dovrebbe avere come riferimento anche quell’elettorato moderato che però ti vota se hai delle proposte concrete e soprattutto delle rappresentanze credibili. I radicalismi non danno soddisfazioni». Alleanza con il M5S? «E' come fare un patto col diavolo». Parcheggio Rampa Zara? «Va sostenuto»

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Bruno Mandrelli durante l’assemblea provinciale di Azione dello scorso 25 marzo

di Luca Patrassi 

Il semplice riaffacciarsi in una scena politica – la recentissima assemblea provinciale di Azione – ha riacceso i fari su Bruno Mandrelli ed allora lo abbiamo incontrato, così per capire se e cosa si muove in vista delle prossime amministrative (2025). L’ avvocato maceratese era infatti scomparso dai radar dopo l’uscita dal Consiglio comunale e dal Pd che affrontava un difficile rapporto con l’amministrazione di centrosinistra guidata da Romano Carancini.

Lei non ha rinnovato la tessera e l’effetto Schlein ha rafforzato una posizione già assunta…  «Mi sembra – dice il legale maceratese, già assessore alla cultura e segretario cittadino dei dem –  ci sia stato uno spostamento su posizioni radicali: vengo dagli anni Settanta, quelli della doppia tessera, con quella socialista anche quella del partito radicale di sostegno appunto alle battaglie civili. La sensazione che ho però avuto è che oggi non possa essere solo questo il faro dell’azione del Pd, occorrerebbe avere un progetto alternativo di società. Come diceva Nicola Rossi, non basta dire no a tutte le iniziative del governo e credo non basti rendere centrale la battaglia (gusta, ma non la principale) sui diritti civili. Di centrale – per dirne uno – vedo il tema degli oltre cinque milioni di poveri, per questo mi pare squilibrato l’impegno del nuovo partito sui temi dei diritti civili, si è persa la connotazione social-riformista».

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Bruno Mandrelli in Consiglio comunale prima delle dimissioni

Non basta dire no, cosa bisognerebbe dire, proporre? «Qualche proposta andrebbe fatta. Un tema come quello dei termovalorizzatori che il sindaco dem di Roma coraggiosamente ha affrontato, non mi sembra che veda un gran sostegno da parte di questo partito: se si è sostanzialmente contro, non è la mia linea, io sono sostanzialmente a favore. La ripresa poi di un rapporto politico con il Movimento Cinque Stelle non mi convince: sicuramente sono tante brave persone, Roberto Cherubini è un bravo consigliere ma a livello strategico non è un partito che mi convince, per il Pd è come fare un patto con il diavolo pur di vincere le elezioni».

Dal Pd verso dove? «L’impegno continua, come tutti quelli che hanno speso una vita nell’amministrazione e nella politica non è che posso dire di non averlo fatto, resta l’impegno a confrontarsi. Quando mi hanno invitato a sentire l’assemblea di Azione, ci sono andato e ho detto due cose. Un ragionamento si fa, l’altro giorno mi è capitato sottomano un articolo che scrissi per Cronache Maceratesi nel novembre 2017 sulla situazione del centro storico, lo ripubblicherei tale e quale».

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L’assessore Silvano Iommi ha annunciato il progetto per il nuovo parcheggio di Rampa Zara

Senza aggiornamenti? «Aggiungegerei che, se davvero questa amministrazione ha intenzione di portare avanti il progetto di Rampa Zara, sarebbe bene sostenerlo da parte di chi vuole bene a questa città. Non dico che non si debba discutere sulle modalità esecutive (a raso, multipiano) ma sono ragionamenti doverosi quando l’iniziativa parte, non prima, altrimenti c’è il rischio che non si faccia mai. Non servono tanto i posti in più di parcheggio davanti a Rampa Zara (posti in più semmai  servono in zona stazione) ma serve un parcheggio che sia strumentale a una operazione finalizzata al recupero del centro storico. Anni fa buttai là la proposta di portare il Tribunale il centro, lo feci perchè aveva un significato politico. I centri storici restano punti di riferimento per i servizi istituzionali (prefettura, questura, carabinieri, tribunale), si darebbe avvio a un movimento che porterebbe nuovi servizi e residenti. Oggi è apprezzabilissimo che si aprano nuove attività, ma è anche evidente che ce ne sono tante che chiudono, il numero dei residenti è calato. Non mi sono sposato l’idea del Tribunale, qualche idea diversa può nascere, Perticarari ho visto che ha proposto un censimento degli immobili vuoti in centro, quello può essere uno strumento utile a capire quale strategia adottare».

Da ex assessore alla Cultura che panorama vede in città? «Poco serio dare valutazioni sulla situazione attuale. Credo che la stagione lirica soffra da anni di sempre maggiori difficoltà finanziarie che portano conseguenze oggettive, i due professionisti incaricati sono persone serie che lavoreranno bene, ma le risorse sono quelle che sono. Vedo la politica disattenta sulla configurazione giuridica dell’associazione Sferisterio, inutile mantenerla in piedi come è ora. O si crea una struttura nuova per tentare di far entrare i privati o si prende atto che questa è una gestione sostanzialmente municipale visto che la Provincia per legge non può più dare alcun apporto finanziario».

Mandrelli_Foto-LB-1-351x450Come si vede oggi Bruno Mandrelli, quali le prossime mosse? «Lavoro, ho uno studio, faccio il nonno. Il mio è un percorso chiaro, nel 2020 non mi sono ricandidato, non  faccio parte da tempo immemore di organismi dirigenti del Pd: se in vista del 2025 qualcuno vorrà chiedere la mia opinione, io la darò, la mia casa è aperta».

Dov’è la sua casa? «La mia casa sarà sempre il mondo laico-riformista, il centrosinistra di Macerata dovrebbe avere come riferimento anche quell’elettorato moderato che però ti vota se hai delle proposte concrete e soprattutto delle rappresentanze credibili. I radicalismi non danno soddisfazioni, chi può essere contrario a un matrimonio tra gay? Un socialista come me sicuramente no, ma da elettore di questa area dicono che ci sono altri problemi che toccano più direttamente la pelle delle persone e vanno affrontati. Anche per la città, se poi uno non le vuole vedere queste cose…».

Le prossime elezioni? «Credo che nel 2025 questa città si meriti di avere una proposta alternativa all’attuale amministrazione, sono i fondamentali della democrazia: la prima cosa è avere un candidato sindaco che sia rappresentativo della società civile di Macerata, la seconda è la costruzione di un programma che possa essere condiviso dai cittadini e che possa affrontare i problemi. Non possiamo solo contare sulla buona sorte, come cantava Bennato: si tratta di discutere e non ripetere gli errori del 2020, questo è l’auspicio».

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