In ginocchio, Charity Oriaki oggi alla manifestazione di Civitanova
di Giovanni De Franceschi
L’ultimo gesto, dargli una brioche per colazione. Poi l’ha salutato come ogni mattina. L’ha rivisto ore dopo, sotto un telo bianco. Charity Oriaki è una donna distrutta, parla a fatica, sul volto i segni indelebili di una ferita che probabilmente non si rimarginerà mai.
Suo marito Alika Ogorchukwu, 39 anni, è stato ucciso lungo corso Umberto I a Civitanova, dopo una brutale aggressione. Quasi ogni giorno partiva da San Severino per arrivare nella città costiera e chiedere l’elemosina. Ieri non è più tornato. Entrambi originari della Nigeria, la prima ad arrivare in Italia è stata lei, poco più di una decina d’anni fa. Dopo uno o due anni è arrivato anche lui, si sono conosciuti, si sono innamorati e si sono sposati nel nostro Paese. Otto anni fa è nato il loro bimbo, Emmanuel. Per un po’ di tempo hanno vissuto a Tolentino, poi dal 2016 con il terremoto si erano trasferiti a San Severino. Con loro anche il fratello di lei Wilson Ogiegade e la figlia della sorella di lui, Princes. Erano in cinque in casa, e lui ogni mattina partiva per racimolare un po’ di soldi. Neanche dopo che era stato investito ed era costretto ad usare una stampella per camminare, rinunciava ad andare a Civitanova. In città negozianti, baristi e diverse persone lo conoscevano. A volte era un po’ invadente, dicono, ma pare non avesse creato mai particolari problemi.
Charity Oriaki seguita dall’avvocato Francesco Mantella mentre entra in Comune
Lei ieri è corsa a Civitanova appena le hanno detto cosa era successo, non ha fatto in tempo a salutarlo per l’ultima volta. Lui era già morto. Nell’indifferenza di chi ha assistito, ha filmato anche, ma non è intervenuto. Oggi Charity è tornata in città, alla manifestazione organizzata dalla comunità nigeriana per chiedere giustizia. Con lei i due bimbi, di cui ora si dovrà occupare senza il marito. Le sue urla di dolore sono riecheggiate per il corso bloccato dai manifestanti. Le sue lacrime hanno scandito il tempo della manifestazione.
«Voglio giustizia, non si può morire così – ha detto Charity piangendo – Vai a lavoro e vieni ammazzato. L’ho visto per l’ultima volta ieri mattina, gli ho dato un brioche, ci siamo salutati e lui è venuto a Civitanova.
Poi mi hanno chiamato dicendomi che sarei dovuta correre a Civitanova. Sono arrivata e l’ho trovato lì per terra. Io lo voglio vedere in faccia questo uomo. Voglio chiedergli guardandolo negli occhi perché ha ucciso mio marito, perché tanta cattiveria. Voglio giustizia – ripete – io adesso sono rimasta sola. Il nostro bambino ancora non si rende conto di quello che è successo». Secondo lei l’hanno ucciso perché nero? «Certo – risponde – perché sennò tanta violenza. Non c’è nessuno che l’ha aiutato, perché così? Non è un animale».
La vittima, Alika Ogorchukwu
«Ha detto che veniva a Civitanova e che poi sarebbe tornato – ha raccontato Wilson Ogiegade, fratello di Charity – Ancora non ho realizzato quanto accaduto, chiediamo giustizia. Lui era un bravo ragazzo, tranquillo, non dava problemi a nessuno. Era un buon padre e pensava solo al lavoro e alla famiglia. L’indifferenza di chi non ha fatto niente? Mi lascia senza parole, non è umano, è contro natura».
Al fianco della donna, anche l’avvocato Francesco Mantella, che segue la famiglia da tempo e non l’ha mollata praticamente un attimo. Martedì alle 11 ci sarà l’autopsia sul corpo di Alika a Civitanova e loro hanno già nominato due consulenti per assistere, Stefano e Francesca Tombesi. Il legale è tornato poi sull’aggressione di ieri, per cui è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e rapina il 32enne Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, metalmeccanico originario di Salerno, da qualche tempo a Civitanova.
L’abbraccio tra la vedova Charity Oriaki e e il sindaco Fabrizio Ciarapica, con loro anche l’avvocato Francesco Mantella
«I suo gesti erano orientati a sopprimere – ha spiegato Mantella – non c’è margine per pensare a un’ipotesi diversa dall’omicidio volontario. L’azione mostra un desiderio che va al di là di qualcuno che vuole vendicare uno sgarbo, difficile trovare qualche elemento per ritenere che la morte sia legata ad un incidente di percorso che l’aggressore non aveva valutato. Anzi, se probabilmente ci fosse stato qualcosa che lo avesse fermato, Alika sarebbe ancora con noi. E’ grave che nessuno ha ritenuto di andar a dare un calcio all’aggressore, spingerlo o spostarlo via. E’ un atteggiamento inaccettabile».
Fabrizio Ciarapica con l’avvocato della moglie di Alika, Francesco Mantella
La prima ad intervenire doveva essere la fidanzata!
Neanche Pamela Mastropietro è stata aiutata!!!! Cmq nn per questo nn condanno l'aggressione!!!
Oggi come oggi ci saranno sempre più casi. Mi dispiace ma chi si prende la briga di difendere chi?? Per fare la stessa fine? Troppo pericoloso. L'indifferenza l'unica arma per difesa personale. Brutto a dirlo ma girano troppi balordi...
Marco Bartolacci se fossero intervenuti 3 o 4 uomini adulti avrebbero fermato l'assassino, che tra l'altro non aveva armi, solo la stampella del povero nigeriano... Ora non voglio dire che sia facile intervenire, magari non c'erano nemmeno 3 o 4 uomini in quel preciso momento, ma non puoi far passare per normale non intervenire in qualche modo in un caso simile.
Davide Giustozzi mi dispiace ma non prendo una coltellata per difendere uno sconosciuto... È un ragionamento egoista il mio ma la pelle ne abbiamo una sola... Bisogna eliminare il problema alla radice.... Chi sei dove stai? Come vivi? Che passato hai? Meno balordi in giro..... Ma è un complesso ragionamento....
Davide Giustozzi a volte in quel punto non c è un'anima, forse trattandosi del corso, un po più di controlli li farei fare...una pattuglia in più magari non guasta...
Marco Bartolacci trovare un modo affinché ci siano meno balordi in giro sono pienamente d'accordo
Marco Bartolacci spero non succeda mai ne a te ne ai tuoi figli di essere aggredito davanti allindifferenza di coloro che potrebbero salvarti ed invece stanno a guardare solo per vile paura e codardia
Marco Bartolacci Sembra che non lo sa nessuno
Marco Bartolacci e ci sono in giro troppi codardi e troppa indifferenza
Marco il problema però è quando succede a un tuo caro. Non vorresti che venisse salvato? O pensi ancora che è giusto che ognuno si difenda da solo girandosi dal altra parte ed il tuo caro non ci possa essere più? Capisci non è normale non aiutare il prossimo perché la prossima volta potrebbe essere proprio LUI la vittima....
Marco Bartolacci Mi auguro con tutto il cuore che lei non abbia mai bisogno di aiuto..... xchè come lei dice.... l'indifferenza è l'unica arma x difesa personale......
Marco Bartolacci si ma a chiamare la polizia almeno si può fare
Si ma anche noi qui solo a commentare siamo come quelli che hanno filmato e non sono intervenuti per salvarlo. Inciciamo una raccolta fondi da mandare alla famiglia! Un gesto piccolo ma compiuto da tanti vale piu' di tante frasi ovvie!
Non penso che l'omicidio sia per cause razziali.
Jonata Torresi no allora per motivi politici di bassa lega!
La gente non interviene perché con le leggi che sono in vigore rischi una denuncia, metti che una persona lo prendeva per il collo per spostarlo e si faceva male e ti denuncia ti giochi la casa.
Paolo Andreani mettiamo più la paura e l'indifferenza rispetto a questa ipotesi.. Perché saresti intervenuto (ipoteticamente) per sedare una rissa, tutti ti avrebbero testimoniato a favore, non avresti passato nessun guaio.
Davide Giustozzi sicuro un Italia!!
Anche un animale si aiuta!
Le parole che fanno più male: nessuno ha aiutato marito! Non si può pensare a chi filmava e non ha mosso un dito. Non si può proprio pensare senza stare male!
Se può consolare la moglie penso che nessuno avrebbe aiutato neanche se fosse stato italiano . A Roma hanno quasi ammazzato un ragazzo di 21 anni sbadato con la minicar reo di aver rovinato la moto di un demonio....... bianco anche lui. Lo voleva ammazzare è vivo per miracolo ma è grave.
Ci vuole più forza d'ordine io sono stato a Barcellona , avanti discoteca , polizia con fucili vedi un po se c'era qualcuno che faceva lo scemo o era ubriaco drogato come qua ,io mo ticordo i spiaggia un marocchino ci voleva vendere CD ecc quando a visto un forza dell ordine e fuggito via sembrava willy il coyote solo qua si vede ste cose
Ha ragione. Punto
Se nessuno è intervenuto bisogna fare una riflessione. Perché nessuno è intervenuto? Forse le persone lo conoscevano sapevano cosa faceva di solito? Se aveva la licenza di vendita ambulante e stava a chiedere elemosina le autorità competenti dove stavano?
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