Sanità, serve una rivoluzione
Basta “Viaggi della speranza”
Questa provincia chiede rispetto

IL NUOVO OSPEDALE di Macerata al servizio dell'intero territorio, potenziando anche le strutture esistenti. La difesa della vita è un problema prioritario. Le risse fra i partiti devono finire

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Il personale dell’ospedale di Macerata affacciato alla finestra l’anno scorso durante l’omaggio delle forze dell’ordine in pieno lockdown

 

di Mario Battistini 

Un nuovo Umanesimo dovrà nascere dagli ospedali che si realizzeranno nell’immediato futuro. Ne parlano personalità e istituzioni di altissima competenza, di cui ci occupiamo a parte (leggi l’articolo). Prima, infatti, dobbiamo rituffarci nei desolanti fatti di casa nostra, dopo gli scontri al calor bianco esplosi fra forze politiche in perenne guerra fra loro.

In materia sanitaria quel che Macerata aveva sognato resterà lettera morta. Questo infatti emerge dalle recenti rivelazioni della rinnovata guida politica delle Marche. Macerata non avrà l’auspicato ospedale autosufficiente, dotato di tutti i più moderni sistemi di cura che i precedenti responsabili della Regione avevano garantito più e più volte. «I soldi non ci sono, il centrosinistra ci ha lasciato solo macerie – ha detto l’assessore regionale di centrodestra Filippo Saltamartini -. Noi l’ospedale a Macerata lo faremo entro questa legislatura, ma non sarà quello sbandierato dai nostri predecessori. Quello era un bluff, una presa in giro. Il nostro sarà un ospedale ben strutturato ma limitato alla città e al suo hinterland».

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Il sindaco Sandro Parcaroli e Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità. Entrambi sono stati eletti con la Lega

Siano stati gabbati? E’ stato tutto un bluff? Gli atti e le comunicazioni ufficiali divulgate dalla Regione nel recente passato dicono però l’esatto contrario, ma se fosse vero che il centrosinistra ha barato, l’assessore Saltamartini avrebbe il dovere di denunciare i responsabili all’Autorità giudiziaria. Il bluff è un inganno e l’inganno è un reato quando sconfina in comportamenti truffaldini. E’ una storia penosa e allucinante, ma la verità deve venire a galla, mentre il rovente e scomposto botta e risposta fra le parti in guerra fra loro fa solo aumentare sconcerto e confusione.

Ospedale di primo livello? Ospedale di base? Ospedale unico? Ospedale stellato? Lo si chiami come si vuole, ma che sia finalmente una struttura sanitaria di primissima fascia quella che assolutamente si deve garantire ai cittadini. I vecchi amministratori – è noioso ma necessario ripetersi – avevano stabilito di realizzare alla Pieve un ospedale di elevata qualità sul piano logistico ambientale, con impianti, tecnologie e specializzazioni all’avanguardia, in grado di servire al meglio Macerata e l’intera provincia, potenziando al contempo la sanità territoriale e tutti – proprio tutti – gli ospedali oggi in attività. C’era il consenso convinto dei Comuni di centrodestra, di centro e di centrosinistra dell’Area Vasta3 della provincia, e pure l’avallo (“progetto serio per una iniziativa importante”) dell’allora direttore-manager Alessandro Maccioni, oggi al vertice della sanità di Perugia. E, allora: anche lo stimato manager Maccioni si è prestato al “bluff” costruito artatamente dal centrosinistra? Servono risposte non elusive al cospetto di un quadro così avvilente e fumoso. L’opinione pubblica ne esce mortificata, le istituzioni pubbliche perdono credibilità e l’antipolitica galoppa.

Che ospedale avrà Macerata? Questo si deve sapere, il resto ha scarsa rilevanza. Non avrebbe senso ricreare una sorta di infiocchettata fotocopia di quello attuale, “vecchio e superato”, come lo ha definito lo stesso sindaco Parcaroli. La sanità oggi richiede soluzioni innovative di corposa qualità. Mancano le risorse finanziarie? Non è una novità: per Macerata e per la sua provincia è una costante che si protrae da tempo immemore. Sempre ultimi… Noi non facciamo il tifo per nessuna delle due parti politiche in competizione. Chiediamo solo che sia rispettata questa nostra bistrattata comunità, quella che vive e lavora dai Sibillini al mare. E ci schieriamo convintamente al suo fianco.

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L’attuale ospedale di Macerata, “vecchio e superato” a detta anche del sindaco Parcaroli

Sono circa 315 mila i residenti della provincia con anziani, soggetti fragili, disabili e malati cronici in larga maggioranza, ai quali è doveroso assicurare assistenza continua e di prim’ordine. La difesa della vita è il bene supremo per ogni essere umano. E sarà anche l’ora di sanare la piaga delle “liste di attesa” per accedere senza le lungaggini che ben si conoscono ai periodici accertamenti clinici, indispensabili per prevenire l’insorgere di gravi malattie. Di qui l’esigenza di moderni apparati di indagine, cura e pronto intervento e di un significativo incremento degli organici dei nostri eccellenti medici e infermieri, oggi mal pagati e numericamente insufficienti.

«Ma quante storie! Per la ricerca del meglio c’è Torrette di Ancona. E molti altri centri super attrezzati in Italia», hanno ribattutto giorni fa alcuni “osservatori speciali” in uno slancio di commovente umana solidarietà. E’ come dire: stai male e pretendi pure di curarti come Cristo comanda? Prepara la valigia e parti. Si resta senza parole. Si dà il caso, però, che anche i maceratesi e i civitanovesi, i settempedani, i recanatesi, i vissani e i camerti sostengono la sanità pubblica con le loro tasse, mentre nessuna legge e ancor meno la Costituzione della Repubblica stabiliscono che debbano essere considerati cittadini di classe inferiore quelli che vivono nei centri di media densità abitativa. Sanità uguale per tutti e no madre generosa con i forti e matrigna con i più sfortunati. Non è normale e non è giusto continuare con i “viaggi della speranza” per trasferire nei centri meglio attrezzati la nostra gente in sofferenza. Sapete i danni e le ingiustizie che provoca questo umiliante “pellegrinaggio”? Li ha scoperti il quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”. “L’esodo verso centri di assistenza lontani dalla propria residenza causa un doppio risvolto negativo: notevoli disagi e costi per i cittadini costretti a emigrare e un super arricchimento delle Regioni e delle Asl del centro-nord con conseguente impoverimento delle altre, che boccheggiano e tirano il fiato. Questo esodo supera i 4 miliardi di euro l’anno”. Può durare questa situazione al limite dello scandalo?

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Il vescovo Tarcisio Carboni con Papa Giovanni Paolo II

Il Nord politico (e non solo politico) delle Marche è stato sempre dominante. Una notte di qualche decennio fa – è solo un esempio – un importante svincolo autostradale, già previsto dalle nostre parti nell’entroterra, fu “impacchettato” e messo in volo in direzione di Loreto. Proteste tante, ma tutte flebili e inutili. «Questa terra – amava ripetere il compianto vescovo Tarcisio Carboni – va fiera della propria dignità, non chiede e non è piagnona. Tutto quello che ha lo ha conquistato con il proprio lavoro. Ma non sarebbe male, di tanto in tanto, alzare un po’ la voce…». Beh, una volta si levò in aria un forte squillo. Accadde sul finire degli Anni Novanta, quando, con il sostegno decisivo di Sauro Pigliapoco, presidente della Provincia, si decise di realizzare tra Macerata e Montecosaro il Centro regionale di eccellenza per la ricerca scientifica nella lotta contro i tumori. Forze politiche dell’Anconetano cercarono di bloccare l’iniziativa, ma Pigliapoco alzò un muro d’acciaio contro di loro. Vinse la sfida. Ah, come sarebbe diverso l’andamento delle nostre esistenze se Macerata e Civitanova, da sempre stupidamente divise da uno anacronistico municipalismo, decidessero di fare blocco comune per rintuzzare non più tollerabili invasioni di campo sul nostro territorio e proiettare quindi questa provincia verso obiettivi meno precari. Nella sanità e non solo.

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L’articolo dello scorso 29 marzo di Mario Battistini ha riaperto il dibattitto sul nuovo ospedale di Macerata

Per debellare paure, ansie e sofferenze il Nuovo Umanesimo parta dagli ospedali



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