«L’illusionista Saltamartini
ruba l’ospedale all’Area vasta 3
e Parcaroli accetta supinamente»

MACERATA - Attacco frontale da parte del Pd dopo l'annuncio dell'assessore alla Sanità. Romano Carancini detta la linea dalla sede provinciale: «Chiedo che ci sia un’esposizione da parte di sindacati, associazioni, imprese. Non si può mettere la testa sotto la sabbia». Il capogruppo comunale Narciso Ricotta: «Il sindaco non ha opposto alcuna resistenza, dopo aver detto anche che si sarebbe incatenato. Bastava essere coerente con quello che disse sette mesi fa nel libricino della campagna elettorale»

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Romano Carancini oggi durante la conferenza stampa

 

di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)

«Filippo Saltamartini è venuto in Consiglio comunale ad annunciare il furto ai danni dei cittadini dell’Area vasta 3 di un diritto che viene dato dalla legge. Perché l’ospedale di primo livello in Av3 è un diritto, non una concessione di Filippo Saltamartini o della Regione. E il fatto di aver vinto le elezioni, non comporta di poter cancellare i diritti». Romano Carancini, consigliere regionale in quota Pd, annuncia battaglia contro lo stop all’ospedale provinciale di primo livello annunciato ieri in conferenza stampa dall’assessore regionale Filippo Saltamartini e dal sindaco di Macerata Sandro Parcaroli. Conferenza dove erano presenti anche il consigliere regionale Renzo Marinelli, il delegato comunale alla Sanità Giordano Ripa e la direttrice di Av3 Daniela Corsi.

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Da sinistra Franco Antonini, Paola Castricini, Romano Carancini e Narciso Ricotta

Carancini da sindaco aveva guidato la conferenza dei sindaci di Av3 nel percorso di votazione dell’ospedale alla Pieve. Oggi, da consigliere regionale, si toglie ben più di un sassolino dalle scarpe, dimostrandosi inoltre di fatto il padrone di casa nella sede provinciale del Pd a Piediripa, dove stamattina sono intervenuti anche la neo segretaria provinciale del partito Paola Castricini, il neo presidente provinciale Franco Antonini e il capogruppo del Pd comunale Narciso Ricotta.

carancini-ospedaleLa vicenda dell’ospedale di primo livello, chiamato spesso unico (anche nel piano votato all’unanimità dai sindaci nel 2018 Camerino e Civitanova infatti avrebbero mantenuto i loro servizi), è l’occasione per Carancini anche di ricordare chi oggi si lancia contro il progetto pur avendolo votato convintamente. «Francesco Acquaroli, il convitato di pietra di questa situazione, nel 2017 da sindaco di Potenza Picena convinse il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica della necessità dell’ospedale di primo livello a Macerata. Renzo Marinelli, allora sindaco di Castelraimondo, aveva presentato la proposta dentro questo contesto per l’ospedale a Castelraimondo – ricorda Carancini -. Quello che ci presenta Saltamartini è un imbroglio politico, una sonora presa in giro dei cittadini dell’Area vasta e in particolare dei cittadini della città di Macerata. L’illusionista Saltamartini ha dato uno spettacolo indecente, facendo riferimento all’impropria parola ‘unico’. Si è parlato di ospedale unico perché sarebbe l’unico di primo livello, non l’unico ospedale». E poi l’asso nella manica, anzi nella brochure elettorale. Carancini tira fuori il pamphlet elettorale dell’avversario politico, «la propaganda di Saltamartini per la Lega – dice il consigliere dem -, con dentro la la fotografia del progetto per l’ospedale alla Pieve di una delle due società che lo avevano presentato».

Non manca una stoccata alla concittadina consigliera regionale, anche lei in quota Lega, Anna Menghi. «L’amarezza più grande e per la consigliera Anna Menghi, che dimostra disinteresse verso il territorio dell’Area vasta 3» anche se forse più grande ancora è quella «per il presidente Acquaroli, totalmente assente in questo passaggio. Nelle carte dell’ospedale di primo livello ci sono i suoi voti favorevoli, il coraggio della sfrontatezza».

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Daniela Corsi, Filippo Saltamartini e Sandro Parcaroli durante la conferenza di ieri

Carancini chiede una mobilitazione per non tornare indietro: «La cosa incomprensibile è quando Saltamartini racconta che in quattro anni tornerà indietro e farà un ospedale nuovo. Deve ancora approvare il Piano socio sanitario, di cui non si è vista traccia in Consiglio regionale. Poi occorre fare un bando europeo per la progettazione. Poi il progetto di fattibilità economica e finanziaria. Poi il progetto definitivo, esecutivo, validazione dell’esecutivo. Bando, aggiudicazione, opera e collaudo. Noi abbiamo un percorso a metà per l’ospedale di primo livello. Entro un anno si sarebbe potuto scegliere il partner per iniziare i lavori». E aggiunge: «Se questo territorio avesse avuto un ospedale di primo livello, non ci sarebbero stati tutti quei morti durante la pandemia. Non si sarebbero chiusi gli ospedali di Camerino e Civitanova. Avremmo avuto una struttura nella quale affrontare le emergenze attuali delle terapie intensive. Perché il problema del Covid center è che non c’è personale. Chiedo – conclude Carancini – che ci sia un’esposizione da parte di sindacati, associazioni, imprese. Non si può mettere la testa sotto la sabbia. Altrimenti rischieremo di fare quello che è successo 50 anni fa per la città di Macerata quando il tema era se arretrate l’autostrada verso l’interno o no. L’ospedale di primo livello apre scenari di crescita per l’intero territorio. Parcaroli deve dirci non se vuole un ospedale nuovo qualsiasi, ma un ospedale di primo livello».

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Narciso Ricotta con in mano il programma del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli

Narciso Ricotta condivide «l’impegno a una mobilitazione su questo tema. Ieri ci siamo chiesti il perché di questa conferenza. Non c’erano progetti o tempi. Il motivo è tutto politico, cioè è stata una pax politica nel centrodestra dove il centrodestra regionale ha imposto una scelta: la cancellazione dell’ospedale di primo livello a Macerata. Parcaroli si sarebbe dovuto opporre invece ha accettato supinamente, ha accettato di farsi sfilare l’ospedale di primo livello. C’è stata l’ufficializzazione della capitolazione politica di Macerata. Ma non colpisce solo Macerata ma tutto il territorio provinciale, perché a questo punto l’ospedale di primo livello non si farà da nessuna parte in provincia. È una sconfitta per tutti. Parcaroli non ha opposto alcuna resistenza, dopo aver detto anche che si sarebbe incatenato. Non serviva incatenarsi ma essere coerente con quello che disse sette mesi fa nel libricino della campagna elettorale, cioè “Ci batteremo per l’ospedale cittadino di primo livello alla Pieve di Macerata”. Ha smentito una delle sue più importanti promesse elettorali. Non è credibile nemmeno quando dice la location resterà la Pieve. Tanto che Saltamartini è stato in silenzio su questo. La Pieve era baricentrica per l’ospedale di un territorio. Se la struttura non è più di Area vasta tutto verrà rimesso in discussione. A dimostrazione di questo il terreno Asur con cui si doveva fare la permuta per il terreno del nuovo ospedale sta per essere messo a bando per uso agricolo».

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Paola Castricini

Paola Castricini aggiunge: «Non è serio utilizzare la paura delle persone per lasciare intendere che l’ospedale unico avrebbe significato la chiusura di altri servizi. Sulla salute non esiste colore politico ma un bene unico. Grave annunciare che l’ospedale di primo livello non sarà realizzato in un contesto diverso dalla conferenza dei sindaci che invece l’aveva approvato. Né si può dire che da domani si inizia un progetto nuovo e che nell’arco di un mandato questo venga completato. Un assessore regionale che ha fatto il sindaco per tanto tempo e il sindaco del capoluogo non possono dire una cosa del genere. Vuol dire che non conoscono il sistema degli appalti pubblici. Chiederemo nei prossimi giorni un incontro alla direttrice di Av3 Daniela Corsi».

A concludere Franco Antonini: «La Regione in tema sanità ha operato un patetico copia incolla di quello che c’era prima. Il primo problema del nuovo Piano sanitario sarà rendere coerenti il decreto Balduzzi, il successivo del 70 e la complessiva norma regionale con le tesi sostenute durante la campagna elettorale».

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Franco Antonini



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