Il progetto dell’ospedale unico
Niente «intervento edilizio diretto». Per costruire il nuovo ospedale di Macerata alla Pieve (il cosiddetto ospedale “unico” o “provinciale”) servirà anche il piano attuativo. A deciderlo Antonio Pettinari, presidente della Provincia che ieri ha approvato la variante al Piano regolatore del comune di Macerata, ma “con prescrizioni”. Ora la variante passerà nuovamente al vaglio del Consiglio comunale per l’approvazione definitiva.
Antonio Pettinari, presidente della Provincia
L’area individuata dalla variante è quella in corrispondenza dell’incrocio tra la strada provinciale 485 e la 77, all’ingresso est della frazione di Sforzacosta. Si estende per circa 24 ettari e prevede una capacità edificatoria complessiva di 450mila metri cubi. Già in precedenza la Provincia aveva sottolineato, in sede di Valutazione ambientale strategica (Vas), che c’era bisogno di approfondire diverse questioni ambientali, paesaggistiche, infrastrutturali, acustiche, di traffico, di trasporto pubblico, di qualità dell’aria, e relative alle opere di mitigazione e compensazione ambientale. L’ente guidato da Pettinari aveva anche rilevato la necessità di definire l’organizzazione particolareggiata dell’area, con riferimento all’ingombro massimo delle edificazioni, alle aree per la viabilità, ai parcheggi, al verde e agli accessi carrabili. «Anche a seguito dell’adozione da parte del Consiglio comunale della variante urbanistica, la maggior parte di tali variazioni non sono state adeguatamente definite – dice oggi la Provincia -. Per tali motivi, nonché per la rilevanza e consistenza della predetta opera pubblica, si ritiene necessario che la sua realizzazione sia subordinata all’approvazione di uno specifico piano attuativo, escludendo quindi l’intervento edilizio diretto».
«Ringrazio per l’impegnativo lavoro svolto il personale del settore urbanistico – dice Pettinari -, nonostante le notevoli difficoltà legate all’emergenza sanitaria, e per la celerità nella conclusione del procedimento e al conseguente mantenimento degli impegni assunti dall’amministrazione. A tale proposito ricordo che i termini assegnati dalla legge alla Provincia, a seguito anche delle disposizioni del Covid-19, scadono all’inizio di novembre».
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Questo nuovo ospedale non mi convince, sia per i costi, con tutto ciò che dobbiamo pagare in altri campi più urgenti, sia per la località, con una viabilità che renderà caotica la zona. Non dimentichiamo il casino che certe menti illuminate cattocomuniste crearono decenni fa quando volevano fare passare il collegamento tra le due vallate sotto Le Fosse, quando la forma migliore era quella indicata dai noi Verdi, realizzata quindici anni più tardi, che passa sotto il Monumeto ai Caduti, ossia l’attuale soluzione. I resti dello scempio cemtizio ancora sono visibili. Un nuovo ospedale provinciale di questa stazza dovrebbe tenere conto non del campanilismo di una cittadina, quanto della viabilità valoce per fare giungere gli utenti al nuovo ospedale da tutta la provincia.
Caro Giorgio Rapanelli, che possa non convincerti quest’opera di oggi ci sta, ma non che addebiti a “cattocomunisti” il tentativo di costruire il mega-progetto di asse viario anni ’80 con galleria sotto Le Fosse. Dovresti ricordare bene, invece, che fu proprio l’intera sinistra a osteggiare quel progetto fino all’occupazione fisica dei cantieri di Longarini, e che fu la stessa sinistra con il Sindaco Maulo a modificare perfino la versione soft di quel progetto, facendo propria la proposta di Verdi e sinistra sull’attuale galleria delle Fonti.