di Gianluca Ginella
Più comunicazione con i sindaci, comprendere il disagio dei commercianti che a Civitanova hanno annunciato che sabato resteranno aperti dopo le 18, presenza all’ingresso e uscita dalle scuole e sui mezzi di trasporto per evitare assembramenti e situazioni di contagio, medici militari pronti a intervenire nelle Rsa in caso di criticità, luoghi ad hoc dove poter fare vaccini antinfluenzali, ordinanze (è il caso di Tolentino) per chiudere luoghi a rischio di assembramento e soprattutto «lavorare nella stessa direzione: credo che la coesione istituzionale di tutti sia l’elemento fondamentale per superare questo momento emergenziale». A fare il punto della situazione sulla pandemia, è il prefetto di Macerata Flavio Ferdani, in una intervista a Cronache Maceratesi.
In questi giorni crescono i casi, com’è la situazione sul fronte sanitario?
«Ci troviamo in una fase molto delicata, probabilmente anche i dati di questa mattina (più 205 casi oggi in provincia di positivi al Covid, ndr) confermano una criticità dal punto di vista sanitario. Al momento si riesce ancora a gestire questa delicata situazione. Stiamo seguendo anche il problema delle Rsa, dove sono presenti pazienti particolarmente vulnerabili e ho raccomandato la massima attenzione. Stiamo lavorando molto per garantire la presenza delle Usca, abbiamo avuto un confronto con i rappresentanti delle forze armate per l’invio di medici di continuità assistenziale nelle Rsa. Parliamo di medici militari che sono già allertati e se si rendesse necessario collaboreranno con le strutture».
A Civitanova sabato è prevista una protesta di ristoratori, titolari di bar, che intendono tenere aperto dopo le 18…
«Mi sono sentito più volte con il sindaco di Civitanova in questi giorni e con il questore. Domani faremo una riunione e tireremo un po’ le fila e definiremo la linea di intervento. Ho incontrato il presidente di Confartigianato, è stato confronto utile. C’è inevitabilmente una situazione di disagio. Di fronte a quella che è una protesta pacifica e civile c’è sicuramente necessità di ascoltare le ragioni di chi rappresenta questa categoria, le misure concrete di sostegno che il governo ha adottato potrebbero essere una risposta per aiutare questo settore. Quello che abbiamo convenuto è che la protesta pacifica non degeneri in forme di violenza e di violazione esasperata delle regole».
Com’è la situazione nei comuni Maceratesi?
«Con i sindaci c’è un confronto costante, in particolare con quelli che hanno le maggiori criticità perché nei loro comuni si è registrato il numero maggiore di positivi. C’è una costante collaborazione per affrontare questa emergenza, come la realtà dei piccoli centri».
Tra questi San Ginesio, ieri i positivi erano 72 e oggi sono saliti ad 87…
«Per San Ginesio ci siamo confrontati con il sindaco diverse volte sia telefonicamente che in video conferenza, cerchiamo di tenere monitorata questa criticità, migliorando la comunicazione verso i sindaci».
Spesso si sono lamentanti di non avere informazioni adeguate dall’Asur…
«Il sindaco deve essere costantemente informato sul numero e le persone positive. Credo che il rapporto con i sindaci sia da tenere vivo quotidianamente, in particolare in questo momento. Ho chiesto ad Asur di migliorare la comunicazione perché i sindaci siano a conoscenza tempestivamente della situazione sul territorio. Sul suo territorio è giustissimo che un sindaco abbia le informazioni puntuali per poter svolgere i propri compiti. Devo dire che con i sindaci del territorio, i rappresentanti sanitari, i due rettori, entrambi molto sensibili attenti, le forze dell’ordine, abbiano aperto in modo continuativo questo tavolo di confronto per scambiarci continuamente le criticità e individuare magari ulteriori misure per migliorare il rapporto istituzionale tra noi, e credo sia una procedura che stia dando buoni risultati».
Ha avuto qualche richiesta particolare dai sindaci?
«Una cosa che mi è stata chiesta dal sindaco di Tolentino, che ha individuato aree troppo soggette a forme di assembramento, ha proposto a me e alle forze dell’ordine e strutture sanitarie, di fare una ordinanza che ne vietasse l’utilizzo. L’ha già adottata e riguarda tre parchi cittadini».
Come vanno i controlli?
«Sono al centro degli incontri con le forze dell’ordine. Mi pare che la sensibilizzazione dei cittadini stia sempre di più aumentando, almeno negli adempimenti classici: uso della mascherina, distanziamento, pulizia delle mani. Sui controlli ho detto di intervenire sui trasporti. Ho chiesto ai sindaci di cercare in ogni modo di garantire che non ci sia affollamento sui mezzi. In particolare modo il sindaco di Macerata è intervenuto per aumentare il numero delle corse. Non solo sui mezzi ma anche davanti agli istituti scolastici».
Com’è la situazione nelle scuole?
«Negli incontri che ho avuto nei giorni scorsi ho visto che c’è un grossissimo sforzo da parte del mondo docente e non docente di applicare i criteri presenti nei loro protocolli. Molto spesso da numeri e indicazioni che mi hanno dato, il pericolo non è all’interno ma all’esterno. Dimostra che il lavoro nelle scuole è assolutamente utile, a questo tipo di lavoro all’interno degli istituti bisogna abbinare un lavoro all’esterno e sui mezzi di trasporto. Per questo lavoriamo molto su ingressi e uscite da scuola e sul trasporto».
Altra questione sono i vaccini contro l’influenza…
Sui vaccini abbiamo fatto un incontro in cui era presente anche il presidente dell’Ordine dei medici, stanno operando bene e l’Asur ha chiesto di individuare siti per fare le vaccinazioni, che non siano quelli classici come l’ambulatorio del medico, ma strutture che consentano di evitare situazioni di assembramento e questo credo sia fondamentale.
Teme possa esserci un nuovo lockdown?
«È evidente che accanto alle misure che sono state adottate devono esserci comportamenti responsabili da parte di tutti, questo può aiutare a contenere i contagi e a scongiurare misure più drastiche. In un momento come questo, di particolare criticità, uno spirito di unione da parte di tutti, contro questo nemico invisibile, può essere la soluzione per sperare di uscirne».
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Un buon deterrente può essere senz’ombra di dubbio la sanzione amministrativa; una fortissima attività su questo fronte da parte degli organi di polizia sarebbe un valido motivo per far rispettare le norme. Si vedono spesso in giro persone o ragazzi con mascherine sotto il mento o senza distanziamento: sanzionarli farebbe da cassa di risonanza per tante altre persone che di conseguenza si adeguerebbero alle leggi vigenti, se non altro per evitare le multe. Personalmente credo che allo stato attuale il principale problema sia quello del Covid e non vedrei fuori luogo se una grossa parte dell’attivita’ della polizia e dei carabinieri venisse destinata proprio a questi tipi di controlli.