Ristoranti, la rabbia di Zeppilli:
«Andiamo avanti senza certezze»
Guzzini: «Pronti a fare il massimo»

MACERATA - Due visioni diverse dello stop alle 18 indicato dal nuovo decreto. Il titolare del Centrale.eat: «Doveva esserci un piano in base alla curva epidemiologica così ci potevamo regolare tutti, anche con gli acquisti e gli investimenti. Invece decidono nella notte». Più ottimista il gestore di Di Gusto: «Potenzieremo le consegne, un servizio che va fortissimo perché le persone si stanno riorganizzando già a casa»

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Aldo Zeppilli

 

di Federica Nardi

Dalla rabbia fino a un pacato ottimismo che prima o poi tutto tornerà com’era prima del coronavirus. E’ un ventaglio di emozioni quello che agita il settore ristorazione dopo la chiusura alle 18 dettata dall’ultimo decreto Conte, firmato nella notte. A Macerata c’è Aldo Zeppilli, del Centrale.eat, che non ha più fiducia: «Hanno avuto mesi per programmare. Non si può lasciare al caso e alle chiacchiere l’economia di una nazione». Marco Guzzini del Di Gusto ritiene che l’unica cosa possibile sia «fare il massimo. Con chi lamentarsi del resto? Abbiamo subito scritto ai clienti per cercare di lanciare un messaggio positivo».

«Fino a ieri pensavano alla campagna elettorale. E invece di programmare un piano chiaro decidono cosa fare nella notte. Rabbia totale». E’ questo il sentimento di Zeppilli, che chiedeva solo una cosa: «Programmazione. Doveva esserci un piano in base alla curva epidemiologica così ci potevamo regolare tutti, anche con gli acquisti e gli investimenti. Io nel mio lavoro devo progettare mesi e mesi prima. Anche il Governo dovrebbe farlo e ne ha avuto il tempo. Ormai non è credibile nemmeno quando parla di aiuti dato dato che c’è ancora chi aspetta la cassa integrazione vecchia. Se ci fosse una linea guida forte, noi accetteremmo tutto. Ma oggi ci troviamo con tre decreti a settimana».

Per l’imprenditore «non si può arrivare all’ultimo minuto cambiando in continuazione le carte in tavola. Doveva essere tutto organizzato, dovevano esserci protocolli rigidi già decisi come si fa in qualsiasi strategia. Non si può lasciare al caso e alle chiacchiere l’economia di una nazione. Fino a ieri pensavano a fare campagna elettorale e oggi decidono che fare nella notte. Hanno avuto mesi di tempo e poi fanno le riunioni di notte. Sono davvero arrabbiato. Sono 20 anni che ogni cosa la faccio con precisione maniacale. E poi devo vedere il premier che all’ultimo secondo chiama la Ferragni per dire di mettere le mascherine? Io non lo posso accettare». Zeppilli ragiona sul da farsi: «Le cene non si possono fare. Aprire prima in centro non ha senso, perché non è una zona di passaggio. Continueremo ad aprire normalmente alle 7. Faremo la consegna a domicilio. Consapevoli che sono servizi ai clienti e non un modo di pagare stipendi o fare economia. Dobbiamo sperare che tutto finisca. Ma andiamo avanti di speranze e non di certezze. Non puoi pensare di chiudere le palestre oggi, che sono il luogo più sicuro del mondo rispetto alla strada, il supermercato o l’autobus – conclude Zeppilli -. Non essendoci un disegno logico siamo in mano a Dio e dobbiamo soltanto sperare. Manca un disegno preciso e protocolli che dovevano già esserci dalle prime riaperture. Queste persone non hanno fatto un progetto né per le scuole, né per i trasporti né per i nostri locali».

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Marco Guzzini

Marco Guzzini del Di Gusto di piazza Cesare Battisti si aspettava una misura del genere: «Era un po’ nell’aria, confermate le previsioni – dice -. Per noi è fondamentale il mantenimento del servizio da asporto e consegna a domicilio nella fase serale. Abbiamo subito scritto ai clienti per cercare di lanciare un messaggio positivo. Nell’affrontare con serietà questa fase delicata e di emergenza abbiamo voluto segnalare la nostra presenza. Fino all’ora di pranzo ci saranno il ristorante e le consegne. Nella sera, come a marzo, passiamo completamente al take away e al domicilio. Potenzieremo un servizio che va fortissimo perché le persone si stanno riorganizzando già a casa. Cerchiamo di essere ottimismi com’è nella nostra natura. Tanto era chiaro che il nostro settore è già monitorato in maniera speciale. Non dico che eravamo pronti a questo ma ce lo aspettavamo, quindi ci siamo organizzati per tempo. Cerchiamo di trovare il meglio. Con chi lamentarsi del resto? Cerchi solo di fare il massimo. Il servizio così organizzato ci consente di tenere in servizio gran parte del personale. Tutto sarà già pronto già da stasera».

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