Doccia gelata per le palestre:
«Fatto l’impossibile per la sicurezza
E’ un’ingiustizia, lo sport fa bene»

TOLENTINO - Amareggiata Gheri Rachkova, titolare della Meeting, dopo la firma del nuovo decreto: «Dovevano controllare chi non era in regola. Ho paura che questo stop non finirà qui e nel frattempo i costi fissi corrono e non so come garantire l’orario di lavoro ai miei istruttori»

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Gheri Rachkova

 

di Francesca Marsili

«Avrebbero dovuto controllare chi non era in regola, così ci rimette un’intera categoria fatta soprattutto di chi aveva fatto anche l’impossibile per rendere sicuro l’ambiente in maniera rispettosa delle linee guida. E’ un’ingiustizia». Commenta cosi Gheri Rachkova titolare della palestra Meeting di Tolentino a poche ore dalla firma del nuovo provvedimento anti-Covid che ferma per un mese le attività delle palestre. E’ amareggiata. Ingenti spese per adeguare la sua struttura alle nuove disposizioni, tornelli, sanificazione continua degli attrezzi, registri dei nominativi in ingresso conservati per 14 giorni per il tracing e rimodulazioni degli spazi dopo il lockdown non sono bastati a non far accendere sul display dei tapis roulant la spia “off”.

«Dopo l’ultimatum del precedente dpcm in cui era stata data una settimana di tempo per far adeguare chi non era a norma con gli adempimenti, ci aspettavamo un irrigidimento dei protocolli e controlli serrati ma mai avrei pensato che si arrivasse al punto di farci chiudere – prosegue sfogandosi l’imprenditrice -. Mi sarei adeguata anche a ulteriori restrizioni ma la chiusura no, è qualcosa che si digerisce male».

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Lo staff della palestra Meeting

A cinque mesi dalla riapertura avvenuta lo scorso maggio dopo uno stop di quasi tre mesi, per il comparto del fitness arriva una nuova doccia gelata. «Lavoravamo già al trenta per cento per poter garantire la massima condizione di sicurezza e di continuità ma questo punto la stagione è compromessa – aggiunge Rachkova titolare da quattordici anni della sua attività, con la preoccupazione di chi deve garantire gli stipendi ai suoi venti collaboratori – dopo l’ultimo appello del premier Conte, la gente era terrorizzata, molti si sono presi una settimana di tempo proprio nel momento in cui si lavora di più decidendo poi per il rimborso dell’abbonamento e percepivamo che era una bomba che stava per scoppiare».

Oltre alla pressa economica che mette ancor più pancia a terra un settore già duramente colpito dove i ristori previsti dal governo racconta l’imprenditrice sono stati totalmente inadeguati, si aggiunge l’incertezza del futuro. «Ho paura che questo stop non finirà qui, temo che se ne riparlerà a gennaio se tutto va bene – prosegue sfiduciata – e nel frattempo i costi fissi corrono e non so come garantire l’orario di lavoro ai miei istruttori». Ma oltre all’aspetto prettamente economico l’istruttrice ci tiene a sottolineare quanto il mondo delle palestre non sia da inserire nella categoria delle attività non essenziali e di quanto invece il fitness produca effetti benefici sul corpo. «Ricevo continuamente messaggi anche dagli anziani che chiedevano non venisse tolta loro la possibilità di fare esercizio perché li faceva sentire meglio nel corpo e nello spirito – conclude Rachkova –. E’ un danno enorme e non solo per noi titolari ma anche per i tanti che sentivano il bisogno attraverso lo sport di tornare alla normalità».

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