«Teatri e cinema paragonati a sale bingo
Da giugno c’è stato un solo contagio»

L'INTERVENTO di Paola Giorgi, direttrice artistica di Bottega teatro Marche, dopo la firma al nuovo Dpcm che blocca gli spettacoli: «Sono luoghi assolutamente sicuri. Ora ricomincia la filastrocca dei ristori, quando ancora migliaia di lavoratori non hanno ricevuto nulla dei precedenti previsti»

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Teatro-Vaccaj

Il teatro Vaccaj di Tolentino

 

«Gli appelli contro la chiusura di teatro e cinema, in vista del nuovo Dpcm, sono stati ancora una volta ignorati: il Governo Conte ci dà oggi la stessa dignità delle sale bingo. Ma noi non ci arrendiamo». Inizia così la lettera di Paola Giorgi, direttrice artistica di Bottega teatro Marche, dopo la firma al nuovo decreto che chiude teatri, cinema e spettacoli sia all’aperto che al chiuso.

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Paola Giorgi

Una decisione drastica che però per Giorgi non trova riscontri a livello epidemiologico: «La chiusura avrà cadute irrimediabili a livello economico su tutto il settore, già gravemente ferito e conseguenze nefaste sul comparto culturale e sullo spirito di cittadini. Eppure i teatri si sono rivelati luoghi di assoluta sicurezza. Secondo uno studio di Agis (Associazione generale italiana spettacoli), su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno (giorno della riapertura dopo il lockdown ) ad inizio ottobre, si registra un solo caso di contagio da Covid 19, sulla base delle segnalazioni pervenute alle Asl territoriali. Una percentuale pari allo zero ed assolutamente irrilevante che testimonia quanto i luoghi che ospitano spettacoli siano assolutamente sicuri. Anche la Conferenza delle Regioni, nel suo documento di Osservazione al Dpcm del 24 ottobre, quasi interamente ignorato, aveva chiesto di “valutare le chiusure relative a palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri, anche valutando i dati epidemiologici di riferimento” – prosegue Giorgi -. I dati cioè sopra citati. Ora ricomincia la filastrocca dei ristori, quando ancora migliaia di lavoratori non hanno ricevuto nulla dei precedenti previsti. Ed è su questo punto che occorre fare un salto culturale: il teatro, il cinema, la cultura in generale, non possono essere considerati solo quali destinatari di welfare (e già questa è una lotta quotidiana), ma devono essere riconosciuti essi stessi quali strumento di crescita e sostegno. Il concetto di welfare, come oggi inteso, riferito ad interventi su sanità, lavoro, previdenza, casa e scuola, necessita l’integrazione di azioni culturali che siano in grado di contribuire alla lotta e prevenzione del degrado sociale ed economico che, negli ultimi anni ha caratterizzato tutta la società, in particolare le zone periferiche. E in questa prospettiva il Teatro può svolgere un’azione fortissima. La quotidianità ci porta ancora a lottare per la sopravvivenza, per questo rinnovo l’invito a sottoscrivere l’appello di Cultura Italie, disponibile a questo link, perché tacere significa essere conniventi. Noi di Bottega Teatro Marche vogliamo esprimere la nostra solidarietà a tutte le categorie nuovamente colpite dalle decisioni del Governo; cultura e impresa anima di un paese libero».

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