«Grazie caro don Peppe,
per noi sei stato un Capo di Stato»

TREIA - I parrocchiani di Santa Maria in Selva lo ricordano a un mese della morte. Appeso uno striscione davanti alla chiesa: «Nessuno lo deve dimenticarei»

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Lo striscione è stato appeso all’ingresso della chiesa

Un mese fa moriva don Peppe Branchesi, ucciso dal coronavirus dopo una lunga battaglia. Oggi i suoi parrocchiani di Santa Maria in Selva, ridente frazione di Treia che lui ha contribuito a valorizzare, gli scrivono una lunga lettera per ricordarlo e per ringraziarlo di quanto ha fatto per loro. Hanno fatto anche attaccare uno striscione all’ingresso della chiesa «perchè nessuno deve dimenticarti».
«È molto complicato scrivere di te caro don Peppe (cosi come ti facevi chiamare amichevolmente da tutti), ancora con gli occhi gonfi di lacrime ed un nodo in gola, pensando a te e parlando di te.
E’ già trascorso quasi un mese da quella triste domenica 19 aprile quando, alle 12.15 circa, quel rintocco di campane a “festa”, da te voluto, ci ha fatto capire eri tornato alla Casa del Padre. Noi tutti, tuoi fratelli e sorelle di Santa Maria in Selva, piangiamo lacrime di dolore e siamo ancora tutti smarriti e, sinceramente, arrabbiati per un progetto del Signore che non riusciamo o, forse, non vogliamo comprendere.

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Don Peppe

Grazie Fratello per aver donato tutta la tua vita da sacerdote a questa nostra piccola comunità e per essere stato, con il tuo modo di fare, un uragano di idee e progetti che ci hanno travolto e che poi ci hai spinto a realizzare.
Per noi sei stato una vera guida spirituale, perché ogni tuo gesto era un atto d’amore verso Dio. Sei stato un punto di riferimento perché ci hai visto crescere, cadere e ci hai aiutato a rialzarci; una spalla su cui poggiarsi e piangere quando la nostra fede vacillava, troppo presi spesso da eventi che la vita riservava.Ci manchi tantissimo don Peppe».
Poi il rammarico per non averlo salutato come avrebbe meritato: «Solo un frugale momento con una preghiera e i tantissimi manifesti affissi davanti alle nostre case. Solo così abbiamo potuto ringraziarti quando il tuo feretro è transitato, per l’ultima volta, davanti alla tua gente di Santa Maria in Selva e Camporota. Sarebbe stata una cerimonia funebre degna di un Capo di Stato; si, un Capo di Stato, perché tu rappresentavi anche questo per noi, anche se, probabilmente, non l’avremmo potuta fare qui nella nostra piccola chiesetta perché, tantissime, forse migliaia, sarebbero state le persone che avrebbero voluto dirti “Grazie”!
E’ grazie a te che Santa Maria in Selva, piccolissima frazione di circa 500 abitanti, è diventata quasi come una capitale, perché hai sempre coniugato tutte le tue iniziative alla nostra piccola realtà oltrepassando i confini del nostro comune, provincia, regione, nazione.
Domenica scorsa, davanti all’ingresso della nostra chiesa abbiamo voluto affiggere uno striscione in tuo onore perché nessuno deve mai dimenticarti, mai. Si tratta solo un piccolissimo gesto della nostra immensa gratitudine verso di te e siamo certi che anche dal Paradiso ci guiderai come hai sempre fatto.
Non vogliamo pensare che tu non sia più con noi: ti immaginiamo nuova missione, questa volta lontano da Santa Maria in Selva, lontano da noi. Ora non possiamo più vederti ma sicuramente continueremo a sentire la tua presenza con noi… sempre.
Hai voluto metterci alla prova: se abbiamo imparato a fare tesoro dei tuoi insegnamenti e se siamo capaci di camminare con le nostre gambe… non so se ci riusciremo, ma ti promettiamo che ci impegneremo a custodire questa parrocchia come amavi fare tu.
Per noi non sei stato solo il nostro parroco, la nostra guida spirituale ma anche un fratello, uno zio, un’amico, un compagno!
Ricordiamo le tantissime riunioni del nostro Comitato per le iniziative da organizzare. Eri sempre pronto a spronarci a far bene e anche, perché no, a far festa. Sei sempre stato un fiume in piena e, se a volte sbuffavamo quando c’era da lavorare, poi ci rendevamo conto che era motivo di grande soddisfazione per tutti noi ed avevamo il cuore pieno di gioia. Eri premuroso e godevi nel vederci uniti e con il sorriso lavorando per la parrocchia con l’obiettivo di mettersi “al servizio della comunità e del prossimo”. Dicevi che eravamo “un dono del Signore”.
Ci hai aiutato a capire l’importanza della generosità, come la intendevi tu, il mettersi a servizio a favore di chi ha bisogno; mettevi sempre in primo piano la sofferenza degli ammalati che amavi come te stesso e non facevi mai mancare una parola di conforto e una preghiera per loro.
Da bravo padre spirituale ci ricordavi sempre che la Fede è la nostra via da seguire e che deve stare al primo posto, ogni giorno, anche se, a volte, ci costa sacrificio. Ci hai preso per mano e ci hai insegnato a pregare con semplicità ma in maniera spontanea.
Quante iniziative volute da te! Ci vorrebbe una collana di libri… perché ogni iniziativa non era mai la stessa della precedente, sempre una novità… “grande” don Peppe!
A livello di attività sociali e sportive, in questa parrocchia hai creato l’Oratorio per i giovani, il Circolo, rimesso a posto la nostra chiesa ed il salone parrocchiale, ridato splendore alla nostra ex scuola elementare, realizzato l’impianto sportivo polivalente (addirittura Corrado Barazzutti, attuale tecnico della nazionale di Tennis venne all’inaugurazione), organizzato i “Giochi sotto l’Albero”, i “Giochi sotto le Stelle” coinvolgendo anche gli altri oratori del nostro comune con la presenza di tanti giovani.

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Don Peppe firmava con un pupetto da prete stilizzato

Come non citare le innumerevoli iniziative da te promosse, e noi, sempre al tuo fianco, nei luoghi terremotati per portare un pò di sollievo e conforto alle popolazione colpite da questo drammatico evento naturale con il nostro piatto di eccellenza, la polenta: a Cesi, ultimamente a Muccia o a Castelsantangelo sul Nera ove, tra l’altro abbiamo contribuito anche con una donazione alla realizzazione del centro sociale.
Sei stato presente nel sociale, in particolare, vicino alle associazioni che svolgono un servizio nei confronti di ragazzi diversamente abili attraverso una raccolta fondi, cene o sponsorizzazioni (come la Cooperativa Sociale “Di Bolina”, l’Associazione teatrale culturale “Gli Smisurati” e l’associazione “Oltre i limiti Onlus”).
Amavi tantissimo lo sport e lo hai promosso e sviluppato. Hai fatto muovere i primi passi all’attuale Lube Volley e proprio per i Campioni del Mondo il 13 gennaio abbiamo fatto una grande festa nella nostra piccola frazione, dove tu eri il vero protagonista insieme alla squadra e società. Una bellissima serata che purtroppo ci ha visto per l’ultima volta tutti insieme, una cosa davvero impensabile in quel momento.
Con i nostri ragazzi dell’Abbadiense avevi festeggiato il loro importante traguardo raggiunto, la promozione in 2^ categoria; sempre informato dei loro risultati da Presidente Onorario qual eri e, primo tifoso.
Eri molto orgoglioso dei tuoi parrocchiani per essere stati così sensibili e generosi rispondendo al tuo appello alla solidarietà quando dalla scorsa estate avevi sostenuto una raccolta fondi verso i bambini dell’Africa “Togo” – 2 centesimi il costo per un giorno di vita di un bambino.
Chi di noi non ha in casa una lettera (di Natale o Pasqua) con una tua riflessione cristiana, con un tuo augurio o con una tua poesia in “rima” pensata spesso all’ultimo momento, a volte scritta su di un pezzo di carta strappata dalla tovaglia, nelle varie occasioni di festa in cui eri presente con la tua immancabile firma, cosi particolare e cosi personale… un pupetto da “prete” stilizzato!»

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