Con la morte di Cesarina Monari, 73 anni, a Recanati sono diventate 23 le vittime del Coronavirus, il Comune più colpito della provincia. Monari si è spenta ieri mattina all’ospedale di Civitanova, dove era ricoverata. Altri due decessi sono avvenuti a Potenza Picena. Si tratta del pasticcere Vincenzo Romagnoli, 76 anni, e dell’81enne Palma Re. L’uomo, conosciutissimo in città, si è spento a Pasquetta all’ospedale di Civitanova dopo che a causa di una malattia era stato ricoverato a Villa Pini a fine febbraio. Anche in questo caso la morte dell’uomo è avvenuta dopo aver contratto il Coronavirus. Originario di Numana, si era trasferito a Porto Potenza dove aveva aperto la sua attività, una pasticceria molto nota per la qualità dei suoi prodotti tanto da ricevere diversi riconoscimenti. Lascia la moglie Luciana e il figlio Simone. Aveva invece 81 anni Palma Re, morta nella notte fra lunedì e martedì all’ospedale di Macerata. Lascia i figli Giordano, Mariella, Anna Maria e Giovannina.
A San Severino invece era morta Ines Marinozzi. La quarta vittima, a causa del Coronavirus, nel comune. Si è spenta all’ospedale di Macerata, il giorno di Pasquetta. Suo marito, Italo Sparvoli, era scomparso il 27 marzo. Ines Marinozzi aveva 95 anni e dopo il terremoto del 2016, che aveva gravemente lesionato la sua casa nel rione Uvaiolo poi abbattuta, si era trasferita col marito a Macerata nell’abitazione di una delle due figlie. L’anziana coppia era emigrata per alcuni anni in Francia, dove lui aveva lavorato come manovale edile mentre lei faceva la casalinga. Sempre nel giorno di Pasquetta la comunità settempedana ha pianto anche la scomparsa di don Luigi Angeloni, 98 anni, anziano parroco delle frazione di Parolito. Positivo anche lui al Covid-19, è deceduto all’ospedale di Civitanova. Era il più anziano sacerdote di tutta l’Arcidiocesi. Ieri, dopo la benedizione delle salma, è stato sepolto nel cimitero di Corsciano.
I decessi avvenuti a Pasquetta si vanno ad aggiungere alla scomparsa di Giovanni Papavero e dell’anziana mamma, Maria Antonini. «La nostra comunità è affranta per tutte queste morti – sottolinea il sindaco, Rosa Piermattei, che ricorda – A marzo abbiamo avuto un record di decessi: alcuni legati direttamente alla pandemia che stiamo vivendo e altri no, perché non è facile neanche avere i numeri da chi gestisce l’emergenza. Ogni giorno, infatti, riceviamo una rappresentazione della realtà piuttosto offuscata: ci sono deceduti che non compaiono nelle liste, altri che continuano a comparire per giorni anche dopo la morte. Ci parlano di tendenze, cioè ci dicono se la situazione migliora o peggiora. Ma nessuno che si preoccupa di dare un nome e un volto a cifre che salgono o scendono. Mi chiedo il perché i sindaci, anche nella loro veste di massimi responsabili della salute pubblica, non debbano conoscere chi è positivo, chi sta in quarantena, chi sta lottando tra la vita e la morte in un letto di ospedale. Le nostre comunità sono in apprensione, hanno paura, vivono nel panico. L’unica cosa che mi è permessa di fare è raccomandare la massima attenzione e ripetere l’invito di non uscire da casa. L’ho fatto con ogni mezzo fin dalla prima ora e continuerò a farlo, sperando che questo aiuti. Chiedo ai settempedani di recarsi a fare la spesa una sola volta a settimana, di non lasciare il proprio domicilio se non per reali necessità, di cercare di aiutare quanto più possibile i vicini in difficoltà, soprattutto se persone anziane, anche con una semplice telefonata. Spero che tutto questo – conclude il sindaco – in qualche modo ci aiuti e che quello che stiamo vivendo passi presto». Intanto, sempre nel Comune di San Severino, restano 17 i casi di pazienti ancora positivi e 9 le persone seguite dall’Asur in regime di assistenza sanitaria obbligatoria.
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