Paolo Micozzi, consigliere comunale del Pd
Da avvocato e consigliere comunale di Macerata, Paolo Micozzi condivide una riflessione sul senso delle leggi che da ormai più di un mese costringono tutti a casa salvo pochissime eccezioni. Per Micozzi l’unica chiave per uscire dall’emergenza è comprendere il senso della norma e agire di conseguenza, per far «prevalere l’interesse collettivo su quello individuale». Di seguito la lettera di Micozzi.
«In questo periodo che trascorriamo più o meno forzatamente in casa siamo portati a fare qualche riflessione sul senso, aperto quindi a mille e una prospettive, di questa epidemia. Si dice spesso che anche in futuro, superata l’emergenza, “nulla sarà più come prima” e si dà a questa espressione una valenza decisamente negativa per dire che non potremo ritornare alle nostre comode abitudini sulle quali spesso ci siamo adagiati.
E’ possibile, tuttavia, provare a darle un senso positivo. A tutti viene richiesto di impegnarsi per superare questa fase ed il Governo si attiva al riguardo emanando una serie di norme (non è importante ora disquisire di quale livello) e prevedendo sanzioni per chi non le rispetta. Ecco il punto centrale è proprio questo; perché dover prevedere controlli e sanzioni per garantire l’applicazione di regole che vengono emanate nell’interesse di tutti? Perché con una espressione popolare ma di grande efficacia “facta lex inventa fraus” ed allora si cerca di evadere la norma (vado a fare una gita al mare cercando di evitare i posti di blocco), oppure di eluderla (invece di fare una sola volta la spesa esco dieci volte per comprare un pezzo per volta).
Ma sempre mutuando i termini dalla scienza delle finanze perché non ricorrere ad un altro effetto economico: la rimozione positiva! Fare ancora di più di quello che la norma richiede (indosso mascherina e guanti anche quando non è richiesto). In quest’ultima ipotesi, forse, si anticiperebbero i tempi per uscire dalla emergenza sanitaria, non si distoglierebbero le forze dell’ordine da altri impegni istituzionali anziché doverle impiegare per controllare gli spostamenti delle persone e si ridurrebbe il carico di lavoro di tutto il personale sanitario. In altri termini si farebbe prevalere l’interesse collettivo su quello individuale, che in fondo è il vero obiettivo della norma; il nostro Paese farebbe certamente un bel passo in avanti nel suo percorso di modernizzazione e magari si riuscirà a trovare agli incroci la cassettina con i quotidiani e vicino quella dove riporre la relativa monetina».
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Classico modello culturale pddino del secolo scorso. Il futuro è altra cosa. Continuano ad essere arroccati su idee del ‘900 non capendo che il XXI secolo è ben altra cosa. La velocità sarà essenziale e la tecnologia ci salverà la vita. Non certo leggi, regolamenti e moduli emanati da politici e burocrati.
Se le persone non fossero così indisposte, naturalmente, a “fare ancora di più di quello che la norma richiede”, quale limite incontrerebbe la pretesa giuridica e politica dello stato e delle istituzioni, rivendicata magari proprio per far “prevalere l’interesse collettivo su quello individuale” (e mica solo nelle pandemie)? Peraltro i cittadini, almeno sinora, pasqua e pasquetta permettendo, tranne sparute eccezioni, come testimoniano i resoconti periodici del ministero degli interni su controlli e sanzioni, non solo si uniformano alle norme, ma ne accettano e agevolano di fatto persino le interpretazioni più restrittive o arbitrarie o contraddittorie o bizzarre. Se invece occorrono comportamenti e accortezze giudicati indispensabili sia a fronteggiare la pandemia sia a consentire la rimodulazione delle stesse misure di contenimento (vedi mascherine eccetera), non ci si può affidare solo alla buona volontà e alla sensibilità delle persone… Ma credo che l’avvocato Micozzi voglia in fondo soprattutto auspicare una maturità complessiva della società che eviti gli stalli e i danni dello specchiarsi del paternalismo giuridico e dello spauracchio sanzionatorio nella pigrizia remissiva e nel ribellismo furbo.
Bisogna rispettare le regole imposte dal governo x combattere il COVID-19, ma nessuno le rispetta, questo virus purtroppo non guarda nessuno ed e’ troppo pericoloso non come la SARS o L’EBOLA.
Da quanto mi consta vedere, il 90% attua già la rimozione positiva (almeno la mascherina, ma molto spesso anche i guanti). Io per inciso, faccio parte del restante 10% che invece si limita al rispetto della norma. Ma qual’è il motivo di quel virtuoso 90% ? Paura, mancanza di fiducia sui comportamenti indicati dagli esperti (non ce la raccontano giusta, sento dire). Anche le informazioni che assorbiamo dai massmedia (in maniera direi forzata) creano un senso di spaesamento, distinguere il vero dal falso, la fake news, in particolare sui social, è diventato impossibile. Quindi, nel dubbio, la paura prende il sopravvento. Però, se la cosa è comprensibile da parte del singolo, quello che non è accettabile è che questo sia applicato da chi, o per autorità o perchè svolge un servizio essenziale, deve limitarsi a far rispettare le regole. Non posso accettare, per esempio, che un supermercato vieti l’ingresso a chi non porta la mascherina, me lo consigli ma non puoi sostituirti all’autorità. Ma in questo momento la gente accetta tutto.
Evidentemente sono asintomatico o il virus è passato lasciandomi effetti collaterali disastrosi:per la prima volta sono d’accordo in toto col sig.Micozzi nonché con il Segretario del PD.Moriro’ democristiano?
Caro Paolo, sai che ti stimo e ti rispetto, fin dal tempo del “tuo “Liceo Scientifico. Condivido, nella sostanza, quanto scrivi. Ma tu sai, come me e tanti altri, che vi è un secondo virus, non il Covid, o non solo il Covid. Il secondo virus è la “liquidità”. Qui il problema , l’epidemia, il contagio, si allargano, non esiste antidoto o farmaco se non il debito. Ecco, secondo me, bisogna proprio ragionare politicamente su questo “vaccino”. Esplorare altre fonti “estere” ( Banche estere, Stati Uniti, Cina, etc, alle quali chiedere il prestito. Un pizzicagnolo ci riuscirebbe.