«Tardiva, insignificante e dal tono pre-elettorale». Così i sindaci Luca Maria Giuseppetti di Caldarola, Mauro Falcucci di Castelsantangelo sul Nera, Pietro Cecoli di Monte Cavallo, Mario Baroni di Muccia, Emiliano Nardi di Serravalle di Chienti e Massimo Citracca di Valfornace definiscono la riunione convocata da Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche per domani a Roma al Pio Sodalizio dei Piceni. I primi cittadini minacciano persino la riconsegna delle fasce tricolori al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Il perdurare di questa situazione di stallo non può più essere sopportata. I sindaci non vogliono essere correi della totale incapacità della politica per le oggettive insufficienti misure approvate per la ricostruzione con il conseguente abbandono della montagna da parte della popolazione». E ancora sulla convocazione di domani precisano: «E’ tardiva perché iniziative collettive andavano fatte molto prima e anziché essere convocate a mezzo e-mail dovevano essere preventivamente concertate con incontri “veri” tra tutti i sindaci coinvolti. Insignificante perché Anci Nazionale e Regionale, le Regioni e alcuni sindaci sono stati auditi dalle Commissioni Parlamentari di Camera e Senato prima delle trasformazioni in Legge dei Decreti e fiumi di inchiostro in testi di revisioni elaborati dalla stessa Anci, dalle Regioni e dai sindaci sono rimasti totalmente inascoltati. Le popolazioni terremotate si sentono completamente dimenticate e offese per le promesse ricevute che sono rimaste totalmente disattese anche dopo la visita del presidente Conte a Castelsantangelo sul Nera».
Sisma, il 15 gennaio sindaci a Roma «Non lasceremo distruggere il centro Italia»
Continuano a prenderci in giro impunemente
Si sono svegliati adesso dopo 4 anni....Gentilucci sono mesi che denuncia.
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Era ora!
Io penso: invece di dire o si sblocca la situazione, o riconsegniamo le fasce a Conte, sarebbe meglio dire: “o ci date la possibilità di trattare direttamente con i ministeri competenti per qualunque necessità alle nostre comunità, senza essere più gli zerbini delle regioni, o riconsegneremo le fasce al governo.