Primarie, il “ni” di Stefania Monteverde
«Cultura orgoglio di questa Giunta
Servono più donne in politica»

MACERATA 2020 - Intervista a 360 gradi con la vicesindaca. Il centrosinistra al voto il 2 febbraio, lei ancora non ha deciso, ma pare si stia preparando: «Sono contraria al turno unico». Dai successi in ambito culturale («La Mozzi-Borgetti fiore all'occhiello»), a quello per le mense bio, passando per i rapporti deteriorati con Unimc («Un dispiacere»), alla brochure celebrativa dell'amministrazione da 46mila euro («E' stata una proposta del sindaco»), fino ai rapporti con Carancini («Abbiamo visioni diverse, io sono per i palazzi della politica aperti. Lui ha trascurato troppo il confronto con i cittadini»)

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Stefania Monteverde insegna filosofia al Liceo Scientifico Galilei. Dal 2010 è assessore alla cultura

 

di Matteo Zallocco 

Primarie del centrosinistra alle porte. Il direttivo del Pd ha appena approvato il regolamento che sarà sottoposto lunedì prossimo alle altre forze politiche durante la riunione di maggioranza. Si voterà il 2 febbraio con scadenza delle candidature prorogata al primo gennaio. Il direttivo ha anche deciso che non dovranno esserci più di due candidati all’interno del partito: uno è ormai certo, l’assessore ai lavori pubblici Narciso Ricotta; per l’altro – se ci sarà – i nomi sono sempre quelli del segretario cittadino Stefano Di Pietro e del giovane avvocato Andrea Perticarari. Fuori dal Pd si attende chi proporrà Massimiliano Bianchini (esterno o interno a Pensare Macerata come il consigliere David Miliozzi?) e devono ancora sciogliere le riserve gli altri civici: Luciano Pantanetti, presidente del Consiglio comunale e Stefania Monteverde, vicesindaca e assessore alla cultura.

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Stefania Monteverde in Consiglio comunale

Il Pd proporrà agli alleati il turno unico con soglia di sbarramento al 30%. Stefania Monteverde, lei è d’accordo? 

«Assolutamente no, credo sia logico andare al ballottaggio se nessuno supererà il 50%. Il doppio turno per me è la formula migliore perché aiuta ad affinare meglio la condivisione del progetto. In un percorso democratico il faccia a faccia tra due esponenti dello stesso schieramento non deve creare divisioni». 

Ma è intenzionata a candidarsi? 

«Il tema non è candidarsi o no ma avere un progetto di città. Le primarie non devono essere uno scontro ma un confronto per costruire un progetto condiviso che dovrà essere poi rappresentato dal candidato o candidata. Per quanto mi riguarda c’è un’esperienza maturata in questi anni che mi permette di avere chiaro un progetto di città ma le candidature non possono essere percorsi individuali, devono nascere da una progettualità condivisa». 

Quando deciderà?

«Lo farà il tavolo della maggioranza che sta lavorando insieme da 10 anni. Noi come Macerata Bene Comune siamo rappresentanti dal coordinatore Pierpaolo Tartabini. Affronteremo un centrodestra che per la prima volta sembra aver trovato l’unità, a maggior ragione dobbiamo essere coesi». 

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Con il di Parma sindaco Federico Pizzarotti

Lei alle Europee si è candidata con Italia in Comune, il movimento del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. A Macerata invece torna a vestirsi da civica? 

«Io sono indipendente e la mia esperienza politica nasce nelle liste civiche. Quello con Italia in Comune è un discorso sul nazionale dove io non avevo un partito di riferimento pur provenendo dall’ambito progressista. Ho conosciuto Pizzarotti durante il percorso per la scelta della Capitale della cultura dove ce la siamo giocata fino alla fine proprio con Parma. Questo movimento è ancora nella fase costituente e non è presente nei territori».

Potrebbe essere l’unica donna in campo alle prossime elezioni.

«La parità di genere deve essere più evidente anche nel mondo della politica. Spesso la colpa è proprio delle donne che preferiscono restarne fuori. E’ un peccato perché portano grande sensibilità al dibattito pubblico».

La cultura viene considerata il fiore all’occhiello di questa amministrazione.

«Lo confermo e ne sono orgogliosa dopo 10 anni di impegno costante. Sulla cultura ci si gioca il benessere della comunità, lo dico da insegnante e anche da madre. Anche la creazione del Mama è un grande traguardo: dopo 30 anni di sterili polemiche siamo riusciti a realizzare un distretto turistico e con Marca Maceratese finalmente questa città recita il ruolo di capoluogo».

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La Fiera Marche Libri nei locali dell’ex Upim

Qual è l’evento per cui va più fiera?

«Sono fierissima di Macerata Racconta che nel 2020 compierà dieci anni. Mi ero appena insediata quando si presentarono da me dicendo di voler fare un festival del libro. Per me era un sogno».

Quale lo spettacolo più bello visto a Macerata in questi ultimo 10 anni?

«Il Macbeth portato quest’estate da Emma Dante allo Sferisterio, un lavoro bellissimo».

E quale la soddisfazione più grande?

«Le mense verdi bio, abbiamo dimostrato che un sistema organizzato sul biologico e sulla filiera corta si può fare. Non è né un lusso né un capriccio radical chic ma un diritto dei bambini e delle famiglie».

Il luogo a lei più caro?

«La biblioteca comunale Mozzi Borgetti perché restituiamo un cantiere che durava da tanti anni e che oggi è uno spazio culturale aperto a tutti con un grande settore dedicato ai bambini».

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Con il rettore Francesco Adornato

E i rapporti con l’ateneo? Lei ha anche la delega all’università e il rettore Francesco Adornato dichiarò di non aver mai visto la Giunta comunale in questi anni. 

«Mi è dispiaciuto molto quanto ho letto l’affermazione di Francesco Adornato con cui ho un rapporto di amicizia e di stima da anni. Con l’università abbiamo portato avanti  l’80% dei progetti culturali collaborando con i vari dipartimenti: dai percorsi educativi per i nidi d’infanzia ai musei, c’è un rapporto diretto con docenti e studenti. L’ateneo ha un grande valore per la città».

Lo scontro tra sindaco e rettore si è palesato per il caso ex Upim e i problemi emersi per la concessione dei locali all’ateneo. 

«Credo ci siano state delle incomprensioni».

Resta il fatto che l’ex Upim è rimasto abbandonato. 

«Questo è un dispiacere perché siamo proprio al centro della città e c’è stata una ricerca per valorizzare questo spazio con attività culturali. Non ci siamo riusciti perché è un discorso che coinvolge tanti soggetti e investimenti».

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ALL’OPERA – Con sovrintendente Luciano MessI il direttore artistico Barbara Minghetti

Un altro dispiacere?

«La scuola delle Vergini era uno degli obiettivi. Il percorso è avviato e si realizzerà ma mi sarebbe piaciuto vederla prima. Così come il Cammino verde, percorso di 27 km che ancora non siamo riusciti a finanziare e mi auguro si possa fare il prima possibile».

Non sono stati spiegati chiaramente i motivi che la scorsa estate hanno portato alle dimissioni dei due consiglieri del suo gruppo, Enzo Valentini e Gabriella Ciarlantini.

«Ritenevano fosse esaurito il loro impegno in Consiglio, il percorso politico era diventato troppo impegnativo.  C’è sempre stato un dialogo fruttuoso, con Enzo in particolare».

Un altro caso scoppiato la scorsa estate, quello della brochure commissionata a un consulente di Pizzarotti alla modica cifra di 46mila euro.

«Ritengo sia importante che l’amministrazione informi i cittadini su quanto fatto con il resoconto di fine mandato».

Inizialmente era stata data la colpa a lei, poi ha chiarito che l’idea veniva da Carancini.

«Sì il sindaco si è confrontato con altri suoi colleghi e ha portato questa sua proposta alla Giunta. Queste persone io prima nemmeno le conoscevo».

Ma è vero che nei 46mila euro (più del doppio rispetto a quanto pagato nel 2010) non sono neanche previste le spese di stampa? 

«Non ricordo nel dettaglio perché la delibera non l’ho fatta io».

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ERANO INSEPARABILI – Il sindaco Romano Carancini e il vicesindaco Stefania Monteverde nel 2015

Com’è cambiato il suo rapporto con Carancini nel corso degli anni?

«Perché mi fa questa domanda? (Sorride e pensa come rispondere, ndr). Ho conosciuto il sindaco nel 2010, all’inizio di questa esperienza e c’è sempre stato un lavoro cooperativo con tutti gli assessori. Certo a volte io e lui abbiamo delle visioni diverse ed è necessario un confronto».

Dove avete visioni diverse?

«Ho riletto poco tempo fa un’intervista che mi fece da voi Alessandra Pierini nel 2010, appena fui scelta come assessore. Dissi che volevo trasformare i palazzi della politica in palazzi aperti. E da lì mi sono sempre confrontata con la città nei miei ambiti: dai progetti per le scuole alle iniziative culturali fino – seppure con fatica – al centro storico dove attraverso il dialogo sono nate ottime idee come la Notte dell’Opera. Invece il sindaco, a volte per mancanza di tempo, ha un po’ trascurato questo aspetto politico. Per me avere una cittadinanza partecipe e consapevole è di fondamentale importanza».

 

Nvt, la maggioranza ingoia un altro rospo Sulla brochure celebrativa da 46mila euro Monteverde scarica su Carancini

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