Caos sae, il bilancio di Borrelli:
«Piccoli inconvenienti risolvibili
ma che non si ripeta più»

SISMA - Il sopralluogo del capo della Protezione civile, dopo Sarnano e Caldarola, è proseguito a Pieve Torina, Castelsantangelo e Visso: «Scoccia vedere che ci sono problemi alle rifiniture». La Regione alza la voce: «Evidenti le colpe di Arcale». Il consorzio rispedisce al mittente le accuse. Gli sfollati denunciano: «Per loro forse saranno piccole cose, invece sono una vergogna, la gente è stanca»

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La riunione nella Sae a Sarnano

di Monia Orazi

La lunga giornata di Borrelli nel Maceratese, per constatare di persona le condizioni delle Sae, confrontarsi con amministratori e cittadini, si è conclusa ieri sera intorno alle 19, con la visita dell’ultimo cantiere Sae a Visso. «Abbiamo riscontrato piccoli problemi, tutti risolvibili, ma queste cose non si devono più ripetere, scoccia quando si fanno lavori così importanti, vedere che ci sono problemi alle rifiniture», sono state le ultime parole del capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, prima di rientrare nella capitale.

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Nelle Marche sono state ordinate, secondo i dati della Protezione civile nazionale aggiornati al 27 dicembre, 1839 Sae, alle quali il 29 novembre scorso se ne sono aggiunte altre 122 richieste, dislocate in 28 Comuni diversi, con i lavori in corso in 89 aree. Sino ad oggi sono state consegnate 786 Sae (Amandola, Arquata del Tronto, Caldarola, Castelsantangelo, Cessapalombo, Fiastra, Gualdo, Montecavallo, Muccia, Pieve Torina, San Ginesio, San Severino, Serrapetrona, Ussita, Visso). Secondo i dati forniti da Arcale soltanto sei aree Sae, per un totale di 144 soluzioni abitative da realizzare, sono state consegnate nel primo semestre 2017. Altre 69 aree su cui montare le Sae sono state consegnate al consorzio nel secondo semestre del 2017, con altre 1109 Sae da realizzare entro fine anno, per un totale di 1253, pari a quelle che il consorzio deve consegnare nelle Marche, su un totale di 1540 da costruire, mentre le altre sono appaltate al consorzio Cns. Altre 64 Sae in quattro aree dovrebbero essere terminate entro gennaio. Altre 244 Sae in quindici diverse aree, saranno montate da tra gennaio e marzo, perché le rispettive aree non sono state ancora consegnate al consorzio.

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Sin qui i numeri. Ieri mattina, nella riunione a porte chiuse nella casetta Sae di San Cassiano a Sarnano, una delle voci più alte era quella di Angelo Sciapichetti, assessore regionale alla Protezione civile: «Arcale ha le sue responsabilità, a Sarnano in poche ore si è risolto tutto, vuol dire che lo si poteva riparare prima. Verificheremo caso per caso, l’obiettivo prioritario è fare tutte le consegne secondo il cronoprogramma. La Regione aveva già denunciato da mesi questi problemi, siamo stati lasciati soli ed addirittura attaccati, per Arcale sono scattate penali per i ritardi, pari ad alcuni milioni di euro». Il presidente del consorzio stabile Arcale, Giorgio Gervasi ha respinto al mittente le critiche: «Per la zona di Borgo San Giovanni a Visso non erano stati completati gli allacci, dunque le sae non si potevano consegnare. Per Sarnano ricordo che abbiamo quarantotto ore di tempo, per mettere in pressione gli impianti e collaudarli, perché noi costruiamo le case a secco. A Caldarola si tratta di finiture da sistemare. Le opere di urbanizzazione e sistemazione esterna riguardano altre ditte, non siamo noi di Arcale a farle. Noi facciamo soltanto soluzioni abitative di emergenza, poi diamo le chiavi all’Erap. La Regione ha applicato le penali, noi le abbiamo contestate. Da contratto abbiamo il vincolo di consegnare 780 Sae in sei mesi, ne abbiamo consegnate nel secondo semestre del 2017, più di mille». Dopo le spiegazioni ufficiali, ecco le ragioni dei sindaci e dei cittadini.

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Valentina Gregori

Il sindaco di Sarnano Franco Ceregioli ha ribadito che il 26 dicembre le casette non erano complete: «Nella riunione di ieri mattina ho richiesto le certificazioni necessarie, soltanto quando saremo certi che tutto è funzionante, consegneremo le sae. Spero di poterlo fare prima possibile, i cittadini aspettano questo momento con ansia». A Caldarola, qualcuno è dovuto tornare indietro in albergo. A denunciare le difficoltà Valentina Gregori del comitato “Riviviamo Caldarola”: «Qui ci sono tanti problemi, una signora è dovuta tornare in albergo perché a casa sua c’era una perdita di gas, un altro signore anziano non aveva il materasso su cui dormire. Altri si sono arrangiati perché gli funziona tutto, ma per chi non ha la caldaia funzionante e non può avere il riscaldamento, con zero gradi fuori è dura. Per loro forse saranno piccole cose, invece sono una vergogna, per il prezzo che sono costate le sae, la gente è stanca. Quanto dureranno le sae? La ricostruzione sarà lunga».

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Sante Pottetti

Sante Pottetti, l’85enne a cui mancava il materasso, ha portato Borrelli, Sciapichetti ed il seguito a casa sua a vedere la situazione. «Potevano darci le case quando era tutto pronto, io non ci ho dormito, sono tornato in albergo. Non posso avvicinare nemmeno la macchina, devo portare tutta la roba da solo». Dalla stanza da letto di una donna spuntano da sotto la trave portante, lunghi chiodi non fissati. Il tecnico di cantiere Arcale ha spiegato che dovevano essere tagliati da chi li ha messi, che non si tratta di un problema strutturale. «Qui la maggior parte delle sae ha avuto problemi, in gran parte dovuti al malfunzionamento del riscaldamento – ha denunciato il sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti – con l’inverno e la temperatura sotto zero è inaccettabile. A volte dopo che le caldaie sono state aggiustate si sono di nuovo rotte». Ultime tappe Pieve Torina, dove mancano al traguardo della consegna finale poco meno di 40 sae, che verranno date entro pochi giorni, poi Castelsantangelo e Visso. «Ieri da noi è nevicato, i lavori sono fermi fino a quando il maltempo non consentirà di completarli – spiega il battagliero Mauro Falcucci da Castelsantangelo – siamo il Comune più colpito e dopo sedici mesi ancora abbiamo solo undici casette abitate. In estate avevo chiesto di accelerare, perché qui tra 800 e mille metri, d’inverno è difficile lavorare». Continua il primo cittadino: «Ho ridato a Borrelli la lettera che avevo scritto il 19 dicembre sui problemi dell’area sae di Nocria, abbiamo parlato delle rifiniture da completare, mi sono rifiutato di consegnarle così, la consegna slitterà al nuovo anno, anche per non prendere in giro chi si era già sistemato sino al 31 dicembre. Per il capoluogo, visto il tempo, non so quando potranno essere consegnate, di certo non a metà gennaio». Stesso problema a Visso per il maltempo, la neve ha coperto i cantieri. «Continueremo a controllare i lavori nei cantieri con il personale dell’ufficio tecnico comunale, come annunciato dal sindaco Pazzaglini», spiega il consigliere comunale Filippo Sensi. I responsabili di Arcale, nei sopralluoghi a Visso, hanno indicato il prossimo 4 gennaio come termine dei lavori per l’area di via Cesare Battisti 2, quasi superati i problemi riscontrati a Borgo San Giovanni, mentre per Pretara e Villa Sant’Antonio i lavori di finitura esterna con il cattivo tempo sono sospesi.

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La trave con il chiodo che sporge

Presente ieri mattina a Caldarola anche una delegazione del comitato dei terremotati «Comitato 30 ottobre Tolentino» che ha parlato con Borrelli, chiedendo «di avviare quanto prima un tavolo di discussione specifico sulla situazione del comune più grande di tutto il cratere – si legge in una nota – per fare chiarezza, una volta per tutte, sulle mosse che l’amminiatrazione, di concerto con la Regione Marche, intende mettere in campo per risolvere l’emergenza abitativa. Scelte che devono avere un riscontro, oramai, immediato visto che a 15 mesi dal terremoto la comunità tolentinate vive una situazione di totale incertezza». Il comitato riferisce che Borrelli «ha definito le scelte di Pezzanesi coraggiose e lungimiranti, ma non ha dato alcuna risposta certa tirando ancora in ballo il famoso capannone in località La Rancia, di cui, però, ad oggi, non esiste nemmeno un contratto preliminiare di compravendita, che comunque prevede all’incirca 40 soluzioni abitative, oltre a tutte le criticità di cui si è già ampliamente parlato. Sappiamo che ad oggi il comune di Tolentino ha richiesto 50 sae, a fronte della crescente domanda che supererà, in breve, quota 200, lasciando cadere, poi, tale richiesta non comunicando ancora le metrature di cui necessita, informazione confermata da Borrelli».

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