di Monia Orazi
I due dipendenti, l’italiano che nei cantieri Sae di Ussita è stato pagato per metà del lavoro fatto ed il giovane romeno vittima di un infortunio, oggetto di una conferenza stampa della Cgil Macerata, avranno tutto quello che gli spetta, insieme a loro anche altri lavoratori che erano rimasti indietro con i pagamenti. Emerge dall’incontro tra la Cgil Macerata, la Fillea Cgil, il consorzio Gips che ha avuto in subappalto lavori nel cantiere Sae, con la firma ufficiale di un accordo. Assente la ditta che aveva tra i suoi dipendenti i due operai, risulta tuttora irreperibile. «Per noi è una grande vittoria, siamo soddisfatti, resta aperta la posizione del romeno perchè è ancora sotto infortunio – commenta il segretario generale Cgil Macerata, Daniel Taddei – questa è una risposta materiale a chi diceva che la nostra denuncia era tutta una montatura, che non c’era lavoro irregolare. E’ la certificazione di quanto avvenuto, abbiamo ottenuto piena soddisfazione per i lavoratori che si sono rivolti a noi».
L’accordo firmato dal consorzio Gips, prevede il pagamento del compenso previsto per il lavoro svolto, delle ore di lavoro straordinario e festivo, il versamento dei contributi, delle competenze della cassa edile. «Il consorzio Gips ha anche preso l’impegno scritto a far valutare al consiglio di amministrazione la possibilità di assumere i due lavoratori presso i cantieri, che il consorzio ha ancora in essere», ha concluso Taddei. Oggi il direttivo della Cgil Macerata ha approvato un ordine del giorno a sostegno della vertenza portata avanti da Cgil e Fillea Cgil «che ha fatto emergere le reali condizioni dei lavoratori coinvolti nei cantieri delle Sae, portando alla luce un articolato sistema di appalti e sub-appalti, reti d’impresa e consorzi, meccanismi che consentono sfruttamento, illegalità e forte rischio di infiltrazione criminale. I lavoratori, italiani e stranieri, ricevono trattamenti retributivi e contributivi al di fuori di qualsiasi normativa contrattuale, lavorano in condizioni di continua esposizione a rischio infortuni, vivono in condizioni igienico sanitarie inaccettabili». La Cgil chiede alle istituzioni un’azione forte di tutela per evitare altri casi simili, con l’elaborazione di piani strategici che possano permettere, anche tramite risorse aggiuntive, alle istituzioni preposte, di effettuare tutte le azioni necessarie ad evitare che l’illegalità e situazioni poco chiare, possano mettere a rischio lavoratori e ricostruzione.
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Una difesa con successo. Sembra però di essere tornati agli anni ’70, quando i “padroni” sfruttavano gli operai. Con la differenza che negli anni ’70 c’era l’economia che tirava, mentre oggi va stentatamente…
Grande lavoro quello effettuato dalla CGIL di Macerata!