Via vai alla sede di Banca Marche,
le reazioni dei clienti maceratesi (VIDEO)

TRADIMENTO BM - Interviste alla sede di corso della Repubblica. Coro di proteste. E i sindacati insorgono: "E' un esproprio di Stato. La politica non si è imposta alla Commissione europea, ha impoverito decine di migliaia di famiglie". Marcozzi (Fi) e Terzoni (M5S) attaccano il governatore Ceriscioli

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BANCA MARCHE 00

Le persone intervistate oggi da CM tv

 

di Marco e Claudio Ricci

Nuova Banca Marche, le reazioni dei clienti maceratesi a 48 ore dal salvataggio dell’istituto di credito, operazione messa in campo dall’Autorità di risoluzione delle crisi dopo il mancato via libera da parte della commissione europea al piano A, quel piano che avrebbe permesso alle banche un minore esborso e forse una maggior tutela degli obbligazionisti subordinati. In un normale mercoledì di mercato sono molte le persone ad entrare e uscire nella sede centrale di corso della Repubblica, nel pieno centro storico di Macerata. Qualcuno fa parte di quell’esercito dei 43mila piccoli azionisti che ha fatto le spese con il dissesto della banca e con il piano di risanamento patrimoniale e annuncia l’adesione ad azioni di rivalsa collettive promosse dalle associazioni dei consumatori. Sono tutti piccoli risparmiatori i quali in tempi “di sana e robusta costituzione”, affidarono i propri fondi alla Cassa di Risparmio di allora. «Lasciali qui i tuoi soldi che sono tranquilli – racconta Eraldo, azionista – Ma allora era la Carima, quindi tutta un’altra cosa».

Eppure Ceriscioli continua a difendere la bontà del salvataggio che insiste il Governatore «ha tutelato i consumatori e preservato posti di lavoro» (leggi l’articolo) E’ stata un’operazione necessaria per tutti, quella del salvataggio, ma ciò che lascia perplessi i cittadini sono le modalità di attuazione. Con giudizi non troppo diversi dai sindacati della Nuova Banca delle Marche – leggi di seguito – alcuni lamentano una «scarsa chiarezza sulle responsabilità» e puntano il dito contro il “pilatismo” di Bankitalia, che, per i maceratesi, avrebbe dovuto vigilare più a fondo sulle trattative». La rabbia è palpabile.

La sede di Banca Marche a Macerata, in corso della Repubblica

La sede di Banca Marche a Macerata, in corso della Repubblica

I SINDACATI – Anche da parte dei politici e dei sindacati le reazioni sono tutte molto negative e si concentrano sui tre obiettivi di questi giorni. Ceriscioli, Renzi e la Banca d’Italia. I sindacati della Nuova Banca delle Marche parlano addirittura di un “esproprio di Stato”. Scatenati contro le parole trionfalistiche della politica, i rappresentanti dei lavoratori imputano alla politica di non essersi imposta alla Commissione europea, orientandosi verso una soluzione che “ha impoverito decine di migliaia di famiglie. Ancora una volta – scrivono – la politica non ha colto l’occasione di dare un senso al mandato di rappresentanza ricevuto dalle nostre Comunità, continuando a mantenere anche nelle settimane cruciali un profilo irrilevante. Entrando nel dettaglio, i sindacati esprimono forti perplessità “sul presupposto, sicuramente da approfondire, di una situazione patrimoniale complessiva delle quattro Banche ben peggiore di qualsivoglia previsione e su una necessità patrimoniale che Organi d’Informazione e lo stesso Fitd mai avevano in precedenza ipotizzato.” E dopo anni la polemica ritorna così sulla copertura delle sofferenze, secondo i sindacati “innalzata oltre l’80%, senza paragoni nelle altre aziende bancarie ed elemento scatenante delle nuove ed ingenti perdite. Le plusvalenze latenti che si materializzeranno dopo aver impoverito azionisti ed obbligazionisti subordinati non andranno a questi ultimi ma nelle tasche dei nuovi padroni.”

BANCA MARCHE 99Arriva quindi l’attacco alla Banca d’Italia, rea per i lavoratori di aver ispezionato le banche senza sollevare particolari istanze e di aver affermato che il nostro sistema bancario era sano mentre il resto d’Europa ricorreva ad aiuti pubblici “per salvare il salvabile”. Via Nazionale, per i sindacati, avrebbe “arbitrariamente” commissariato alcuni istituti, impiegando poi anni per risolvere la questione Banca Marche. “Bankitalia ha perso oltre un anno dietro l’ipotesi di Fonspa – scrivono – Ora se ne esce con un vero e proprio esproprio ordito nei confronti degli azionisti e degliobbligazionisti subordinati, tra i quali vi sono anche molti colleghi. Noi pensiamo che il recente intervento sia fondato sulla necessità di accontentare l’Unione Europea, utilizzando alla bisogna criteri contabili assai diversi da quelli in uso nelle altre Aziende di credito”.

JESSICA MARCOZZI (FI) – Non è da meno dei sindacati anche la capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Jessica Marcozzi. Primo obiettivo dei suoi strali, ovviamente, Luca Ceriscioli e Matteo Renzi. “Il presidente Luca Ceriscioli e il Governo Renzi esultano per la scellerata operazione Banca Marche. Non hanno capito che in un colpo hanno distrutto azioni e obbligazioni subordinate di 40mila azionisti. E non considerano gli effetti a catena negli altri Istituti bancari a rischio”. Poi è la volta della Banca d’Italia, ribadendo un concetto simile a quello espresso dai sindacati, cioè che via Nazionale avrebbe svalutato i crediti in sofferenza dell’80% “per azzerare il patrimonio della Banca”.

TIZIANA TERZONI (M5S) – Più pungente e ironica è stata invece l’onorevole Tiziana Terzoni del M5S la quale, lancia per prima cosa il sasso su Ceriscioli. “Snocciolando una panzana dietro l’altra – dice Terzoni – il governatore ha etichettato l’operazione di salvataggio di Banca Marche come fantastica, esternazione di copyright renziano. Mentre Ceriscioli e banda brindano e procedono al festival del compiacimento a suon di pacche sulle spalle, a Palazzo Raffaello si ignora che sono circa 40mila i piccoli azionisti dell’istituto di credito che hanno visto finire nelle ortiche i propri risparmi. Un intervento “fantastico” dunque, ma solo per il Pd. Per migliaia di consumatori, un danno non da poco. Il dominus della nostra regione – prosegue – dovrebbe inoltre fugare un equivoco: non è affatto vero che per lo Stato questa “ciambella” che salva Banca Marche sarà a costo zero. La maxi-operazione avviata per cinque istituti bancari, fra cui quello marchigiano, porterà un miliardo in meno di entrate Ires, a causa di sgravi e defiscalizzazioni legati ai 3,6 miliardi di euro di prestito ponte”.



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