di Marco Ricci
Il piano di salvataggio di Banca Marche, attuato oggi (leggi l’articolo), ha messo in luce il vero e proprio disastro dai numeri impressionanti che si è abbattuto sulla regione virtuosa. Se da domani una Nuova Banca delle Marche sostituirà il vecchio istituto di credito – ormai destinato alla liquidazione coatta amministrativa – oggi sono chiari più che mai i danni provocati dalle precedenti gestioni della banca, dai prestiti ai tanti Ciccolella, Degennaro, ai principali gruppi edilizi marchigiani, a quel sostegno continuo all’immobiliare che ha rovesciato denaro facile sul tessuto imprenditoriale regionale, a quel voler bene agli amici degli amici. Tutti danni che hanno condotto Banca Marche sull’orlo della liquidazione coatta amministrativa.
I primi a pagare i frutti del disastro – come sempre – i piccoli risparmiatori, circa 43mila piccoli azionisti e un migliaio di obbligazionisti subordinati. Un esito forse non scontato ma assai prevedibile fin dal principio. Il tutto – ovviamente – consumato nell’ignavia e nel silenzio della politica marchigiana, delle associazioni di categoria (le quali spesso controllavano le Fondazioni e avevano i loro rappresentanti all’interno della banca), talvolta anche dei sindacati, senza che nessuno abbia chiesto conto delle responsabilità di quanto accaduto. Solo Fondazione Carima, già nel 2013, avrebbe voluto aprire un’azione risarcitoria contro gli ex vertici della banca. La proposta fu però bocciata dalle altre Fondazioni. Ma siamo nelle Marche e in fin dei conti ci si è imbattuti soltanto nel “più grande dissesto bancario italiano dopo i casi Calvi e Sindona del secolo scorso”. Un disastro di cui – prima, dopo e durante – pochi nella classe dirigente regionale sembrano aver avuto sentore.
Da questa sera, purtroppo, il sentore l’avranno in primis i possessori delle azioni Banca Marche, i possessori di quei quasi 1,3 milioni di titoli che adesso valgono come carta straccia. Immaginando un valore medio di acquisto di 0.85 euro, il dissesto della banca è costato ai soci di Banca Marche circa 1.1 miliardi di euro. In questa cifra – va ricordato – sono compresi i 180 milioni di euro relativi all’ultimo aumento di capitale del 2012. A questo amaro conto si devono sommare anche le obbligazioni subordinate – sia le upper tier II che le lower Tier II – le cui emissioni nel complesso valevano circa mezzo miliardo di euro e che oggi sono state azzerate. Facendo quindi i conti della serva, tra azioni e obbligazioni subordinate, è andato in fumo almeno un miliardo e mezzo di euro di investimenti. E sempre con un calcolo di massima, si scopre come almeno 600 milioni di euro di questi risparmi fossero frutto del lavoro delle famiglie, delle imprese e delle piccole attività, risparmi insomma dell’intero tessuto sociale marchigiano. Il resto delle perdite, invece, è a carico di investitori istituzionali, in particolare, delle Fondazioni principali azioniste dell’ormai ex Banca Marche.
Per Macerata, Pesaro, Jesi il danno provocato dal dissesto della banca conferitaria è immane. Stando ai numeri a bilancio 2012, la Fondazione Carima, che si era rifiutata di aderire all’ultimo prestito obbligazionario dell’istituto, ha visto andare in fumo circa 160 milioni di euro. Per Pesaro – considerando le obbligazioni subordinate BM – la cifra è simile. La Fondazione Carisj registra invece nel complesso una perdita di patrimonio di quasi 70 milioni di euro, comprendendo nella cifra anche l’ultima sottoscrizione di subordinate Banca Marche. Dalle tre Fondazioni, insomma, sono evaporati per sempre più o meno 400 milioni di euro, risorse che le tre istituzioni avevano ereditato dalle vecchie Casse di risparmio, i frutti insomma del lascito di intere generazioni di marchigiani.
Sulla tragicità di questa vicenda – disastrosa per l’economia marchigiana ma in qualche modo rivelatrice di un tessuto finanziario e sociale quanto meno opaco – l’ombra delle inchieste giudiziarie, con la Procura di Ancona e la Procura di Roma che indagano dirigenti, amministratori, imprenditori e consulenti dell’ex banca per reati che vanno – a vario titolo – dall’associazione per delinquere, all’appropriazione indebita, alla corruzione tra privati, oltre all’ostacolo alle autorità di vigilanza, al falso in bilancio e al falso in prospetto informativo. Questo mentre la Consob ha già sanzionato gli ex vertici dell’istituto in relazione all’ultimo aumento di capitale da 180 milioni di euro, quando vennero celate al mercato “informazioni che avrebbero verosimilmente potuto dissuadere dall’aderire all’offerta.” Secondo Consob l’ex direttore generale, Massimo Bianconi, e l’allora presidente della banca agirono con dolo nel nascondere queste informazioni, con i sottoscrittori di quell’ultima emissione che oggi si ritrovano con nulla in mano.
Non è difficile a questo punto immaginare le reazioni dei piccoli investitori i quali – incolpevoli, senza rappresentanti in Cda e basandosi unicamente su dati e bilanci oggi ipotizzati falsi dalla Procura di Ancona – diedero la loro fiducia a Banca Marche, agli ex dirigenti e agli ex amministratori dell’istituto. Risparmiatori incolpevoli i quali, come sempre avviene in tutti i disastri finanziari, sono i primi – e spesso purtroppo anche gli ultimi – a pagare. Non è neppure un bel segnale da parte della Commissione europea, proprio ora che entrano in vigore le nuove norme sulla prevenzione e gestione delle crisi, l’aver ostacolato ogni diversa soluzione che preservasse almeno in parte gli incolpevoli. Non resta a questo punto che attendere la magistratura, augurandosi che faccia luce al più presto su questo dissesto di proporzioni ciclopiche di cui nessuno – tranne la Vigilanza di Banca d’Italia che aveva ripetutamente sanzionato gli ex vertici della banca – fino al 2013, incredibilmente, avrebbe avuto il minimo sentore.
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I piccoli azionisti e le fondazioni ringraziano il Dott Bianconi
E bianconi se la gode in spiaggia ….
Preferirei non incontrare il Bianconi, che ha mandato in rovina un’azienda che affonda le proprie radici nel tessuto familiare e professionale marchigiano .
Per non parlare della liquidazione che è stata pagata al Bianconi . Una specie di “ponte d’oro a nemico che fugge ” ! Non capisco niente di economia, ma questo personaggio, che ha fatto perseguitare i piccoli artigiani, imprenditori e famiglie in difficoltà , prostrandosi con i potenti …. deve evitare di camminare tra la gente . Spero in una giustizia divina .
Io lo metterei in parlamento
Bianconi è il capo, appoggiato dalle Fondazioni, ma la banca d’Italia che doveva controllare ?
Ecco qua…come volevasi dimostrare.Arrivederci in tribunale e grazie di tutto,anche ai commissari e alle loro numerose e reiterate rassicurazioni.La nuova banca marche nasce sotto i migliori auspici,ora dovremo adoperarci tutti per farla diventare di nuovo la ‘nostra amata banca del territorio’.Mi raccomando…
Un vero disastro , gia lo vedo da domani 40000
Azionisti che chiudono i conti, la nuova bm non avra vita lunga!!
Un disastro!!!
Ogni commento è superfluo!!!
si parla di Bianconi ,ed e’ vero…ma del cosiglio di amministrazione che era li,x i revisori,x lorgano di controllo doverano che ha permesso tutto a tutti…..i presidenti delle fondazioni in particola coloro che a suo tempo si son rifiutati di Vendere a Banca Intesa…..o. Agricol interessate……se permettete il mio pensiero. dove sono i vari Politici di allora (senza far nomi)presidente Regionale. Provinciali e compresi i vescovi che parlavano della Banca del Territorio……….a voi tutti le riflessioni?
Indubbiamente il tizio , non ha agito da solo , ma chi accetta certe cariche, ha l’obbligo di operare al meglio dell’azienda . Evitando “cricche ” ed ammanicamenti di “razza ” . Tanto più che percepiva un compenso importante . Ovviamente non è l’unico indagato .
E bravi i compagni di merende. Dovrebbero marcire in galera.
In pratica con il bail-in avrebbero “pagato” i correntisti con conti a 5 zeri, così se la prendono in c..o tanti piccoli azionisti!!!
Non so cosa ci sia da festeggiare x questo salvataggio!!! Bah
@Luconi.In attesa della giustizia divina,mi accontenterei di quella terrestre,non limitata però a quel personaggio,ma estesa a tutti quelli che ne sono stati complici.
Banca Marche: Salvataggio concluso, 44000 affogati. Tutti i fatti in cronaca.
Veramente assurdo.A rimetterci i piccoli risparmiatori,come al solito in Italia c’è chi fa il f…o con il culo degli altri.Sistema bancario da riformare.
Dopo oltre 2 anni di indagini, perizie, avvisi, consulenze, ecc. ecc. credo che si doverbbero tirare i remi in barca e, se ci sono ipotesi di reato, cominciare a far arrivare i rinvii a giudizio, cioè celebrare i processi.
Non vorrei che, come si mormora da più parti, tra primo, secondo e cassazione tutto finirà in glora, scatterà la prescrizione e nessuno (degli eventuali colpevoli) verra condannato in via definitiva.
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Stesso discorso riguarda i rmborsi, trasferte, scontrini dei Consiglieri Regionali: le indagini sono state chiuse?
Si sono sentiti i testimoni?
C’è qualche rinvio a giudizio o tutto è archiviato?
NESSUNO SA PIU’ NULLA
Stsso discorso riguarda gli oltre 30 imprenditori tutti residenti in Provincia, accusati alcuni anni fa, di avere fondi in nero a San Marino: le indagini sono state chiuse?
Si sono sentiti i testimoni?
C’è qualche rinvio a giudizio o tutto è archiviato?
NESSUNO SA PIU’ NULLA
Ma i CDA delle fondazioni che hanno approvato i bilanci e che hanno approvato gli aumenti di capitale del 2012 sono ancora al loro posto ?
quindi se i piccoli azionisti avessero ritirato tutto prima di oggi, ci avrebbero perso meno?
Il CdM di ieri in pratica ha fatto un ulteriore regalo al mondo bancario italiano: con solo 1,2 miliardi hanno acquistato la parte sana di Banca Marche. mentre la feccia della banca è stata scaricata sui piccoli azionisti che oltretutto pur detenendo oltre il 30% del capitale sociale non avevano nemmeno propri rappresentanti nel CdA. Complimenti davvero un bel regalino di Natale. Con la scusa di evitare il ball-in che entrava in vigore il 1° gennaio 2016 e che avrebbe tolto qualcosa ai correntisti con depositi superiori a 100.000 euro, hanno tolto utto ai piccoli azionisti che a volte sono stati costretti ad acquistare pacchetti di azioni per ottenere sconti sui costi di gestione dei conti correnti aziendali: il sottoscritto nel 2013 ha dovuto fare questa scelta per ottenere uno sconto sul canone di gestione mensile del proprio cc del 35% che inizialmente accordava detto sconto per tutta la vita del cc. ma solo dopo 7 mesi lo sconto è stato ridotto al 25% ed ora con l’azzeramento di tutte le azioni probabilmente anche lo sconto sul costo mensile di gestione si azzererà di pari passo con il capitale investito!
Bianconi e company avevano hanno azione di BM? mi piacerebbe saperlo! e vorrei sapere come mai MPS non ha fatto la stessa fine! ed il brutto di questa brutta storia e che nessuno andrà in galera per venti anni e succederà d nuovo, magari non qui, ma sicuramente a qualche altra banca in Italia!
Le Fondazioni devono amministrare il loro patrimonio in maniera oculata e soprattutto diversificata. Concentrare i loro investimenti nella Banca è una concentrazione del rischio, il principale errore da evitare per chi si occupa di investimenti, finanziari e non.
Allora perché hanno concentrato il loro investimento? Per controllare, direttamente, il fallimento della banca? La solita rete di conoscenze, amicizie politiche, corruzione ha fatto saltare le più prudenziali ed elementari misure di investimento e di concessione del credito.
Questo sistema è il problema di tutta l’Italia e ora si sta constatando concretamente il male che fa.