Nuova Banca Marche, dall’entusiasmo Pd
alla rabbia degli azionisti
“La peggiore soluzione possibile”

SPECIALE/4 - Reazioni divergenti seguono il decreto del governo Renzi che ha permesso di scampare il bail-in azzerando però il valore dei titoli. I possessori parlano di "assassinio". Il presidente della Regione Ceriscioli e la senatrice Camilla Fabbri, entrambi democrat, elogiano l'operato del Consiglio dei ministri. Moderato l'intervento della deputata Manzi: "Purtroppo ad un certo punto non c'era spazio per altre soluzioni". Critiche dall'opposizione dell'assemblea legislativa

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banca marche 3di Marco Ricci

Reazioni diverse nelle Marche dopo il piano di salvataggio che ha portato alla  nascita della Nuova Banca delle Marche (Nbdm), un istituto di credito adeguatamente patrimonializzato e libero del fardello delle sofferenze miliardarie. Se da una parte c’è euforia per aver scampato il bail-in e il superamento dello stato di crisi, dall’altra c’è l’amarezza e la rabbia di azionisti e obbligazionisti subordinati i quali hanno visto il sostanziale azzeramento del valore dei loro titoli (leggi l’articolo). Ma se la rabbia è probabilmente giustificata, l’euforia completa sembra esserlo molto meno e gli elogi al governo e alla sua presunta tempestività appaiono francamente fuori luogo.

 

Rosaria Del Balzo Ruiti

Rosaria Del Balzo Ruiti

LE FONDAZIONI – Comprensibile il silenzio quasi totale in cui si sono chiusi i presidenti delle Fondazioni, scioccati dalle perdite causate alle istituzioni dal dissesto Banca Marche. Solo  per Pesaro, Macerata e Jesi il danno complessivo arriva a sfiorare il mezzo miliardo di euro. “Non posso che ringraziare il mio predecessore – ha dichiarato il presidente di Fondazione Carima,  Rosaria Del Balso – per non aver sottoscritto nel 2013 il prestito subordinato”, un rifiuto da parte di Franco Gazzani che, alla luce dei fatti, ha permesso a Macerata di risparmiare una decina di milioni di euro e di continuare ad avere bilanci in attivo.

 

 

Un'assemblea dei piccoli azionisti a Jesi (foto di repertorio)

Un’assemblea dei piccoli azionisti a Jesi (foto di repertorio)

GLI AZIONISTI – Che ci sia poco da giubilare – anzi quasi per nulla – lo pensano senza mezzi termini Sandro Forlani e Bruno Stronati, presidenti rispettivamente dell’associazione DipendiamoBanca Marche e di quella dei piccoli azionisti jesini. “E’ andata malissimo – ci ha dichiarato Stronati che parla di vero e proprio assassinio degli azionisti – bene che la banca sia salva, ma l’abbiamo salvata noi con il nostro sangue. E’ da ieri sera – ha proseguito – che raccolgo i pianti e la rabbia dei miei associati. L’intervento ha sancito l’atto di morte degli azionisti i quali dubito rimarranno clienti della Nuova Banca delle Marche”. Contrariato, come Stronati, dal clima di giubilo che si respira è anche Sandro Forlani il quale – per prima cosa – parla di una soluzione inaccettabile dal punto di vista umano ed economico. “E’ la peggiore soluzione possibile – ha detto – e non capisco perché si sia traccheggiato per oltre due anni per arrivare a questo punto. Non vorrei che qualcuno avesse voluto proprio che le cose andassero così”.

 

Il presidente della Regione, Luca Ceriscioli

Il presidente della Regione, Luca Ceriscioli

LA POLITICA DI MAGGIORANZA – Diverse le reazioni da parte della politica, con addirittura i complimenti – onestamente piuttosto gratuiti – al governo Renzi da parte del presidente della Regione Luca Ceriscioli, e della senatrice Pd Camilla Fabbri. “Attraverso il forte impegno del Governo – dice la Fabbri dopo il decreto legge approvato ieri – si tutelano il credito di impresa, le famiglie, i risparmiatori, i correntisti. Si tratta di un decreto perfettamente in linea con quanto avevamo auspicato fin dall’inizio, che garantisce la continuità creditizia e salvaguarda anche i posti di lavoro”.  La senatrice replica poi al grillino Cecconi, ben poco soddisfatto della soluzione, arrivando a parlare di senso di responsabilità del governo che, con il suo decreto, avrebbe evitato il “panico tra i risparmiatori”. Che il salvataggio sia una vittoria del governo lo pensa anche Luca Ceriscioli, parlando di “un decreto tempestivo arrivato dopo un lavoro importante da parte dell’esecutivo nazionale, in particolare per Banca Marche, che in 48 ore ha dovuto approntare un nuovo percorso per evitare la bocciatura da parte dell’Ue che avrebbe avuto conseguenze molto più gravi per il tessuto economico marchigiano”.

 

Irene Manzi

Irene Manzi

Più equilibrato, nell’ambito dei politici di maggioranza, il giudizio della parlamentare maceratese Irene Manzi la quale in passato aveva più volte spronato il governo ad intervenire e ad accelerare l’approvazione della Brrd. “Da un lato – ci ha dichiarato – non posso che esprimere soddisfazione per qualcosa che tutela i correntisti, i lavoratori e offre un futuro alla banca. D’altra parte, però, bisogna riconoscere come da questa soluzione i più colpiti siano stati i tanti piccoli incolpevoli azionisti. Purtroppo – ha concluso – credo che un certo momento in poi non ci sia stato più spazio per nessun altro tipo di soluzione”.

 

 

Il consigliere Mirco Carloni

Il consigliere Mirco Carloni

L’OPPOSIZIONE – Per certi versi non troppo diverso dal giudizio di Irene Manzi è quanto espresso dal segretario regionale della Lega Nord, Luca Paolini. “Banca Marche è stata salvata, bene per i correntisti e i dipendenti, anche se un taglio a medio termine sarà inevitabile. Male per i territori, con quattro fondazioni messe in ginocchio e decine di migliaia di persone che hanno perso i propri soldi”.

“Sono sbigottito davanti all’entusiasmo del PD che, per bocca dei suoi deputati eletti nelle Marche, si congratula per l’esito dell’operazione di salvataggio di Banca Marche – scrive invece il consigliere regionale di Ap, Mirco Carloni – dimostrando di non ha capito la gravità delle conseguenze che questa situazione provocherà nel nostro territorio come sto denunciando da mesi in consiglio regionale”. Carloni, rincarando la dose, elenca alcune delle inevitabili conseguenze di quanto accaduto. “In primo luogo, da oggi possiamo dire ufficialmente che le Marche hanno perso la loro banca regionale, che i cittadini marchigiani si sono impoveriti e che è scomparso dal territorio oltre 1 miliardo di risorse dei piccoli risparmiatori, delle imprese e delle Fondazioni. Gli entusiasmi del PD su questa operazione – conclude Carloni – sono assolutamente fuori luogo. Avevo ragione ad essere preoccupato.”

Di ennesimo scandalo nel sistema bancario italiano parla invece Davide Ditommaso, coordinatore regionale di Forza nuova, aggiungendo come “grazie ad una classe politica asservita alla grande finanza speculativa, vengono castigati i piccoli azionisti che si ritrovano in mano pezzi di carta straccia. 1,5 miliardi di euro andati in fumo, 43000 piccoli risparmiatori truffati con la benedizione del governo e di Ceriscioli, che senza pudore , alcuno hanno il coraggio di spacciare come grande vittoria un’operazione dai contorni a dir poco squallidi, dove non sembrano esserci responsabili ma solo capri espiatori”.

 



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