(In alto il video del flash mob di questa sera in piazza della Libertà)
di Federica Nardi
(foto di Andrea Petinari)
«Stavo guardando la partita Francia-Germania, così ho saputo degli attacchi a Parigi. Le persone non dovrebbero avere paura, la paura è quello che vogliono ottenere i terroristi», dice Elodie Coste, 21 anni, francese di Tolosa, in Erasmus a Macerata da due mesi dove studia Scienze della comunicazione. Con lei Alexandre Walter, 21 anni, di Nantes, anche lui a Macerata da settembre per frequentare Scienze Politiche. «La guerra non è la risposta – continua Elodie -. A chi dobbiamo dichiarare guerra? A un gruppo di persone che non sappiamo nemmeno dove si trovano?».
Da sinistra: Alexandre Walter e Elodie Coste. Due studenti francesi al flash mob di questo pomeriggio
In prima fila, tra le mani una candela bianca. Sono due dei circa cento studenti universitari che questo pomeriggio si sono radunati in piazza della Libertà a Macerata per commemorare le vittime del terrorismo nel flash mob organizzato dalle associazioni studentesche di ogni colore: Officina universitaria, Run Macerata, Obiettivo studenti e Azione universitaria. Un’ora di condivisione che si è aperta con un minuto di silenzio per la strage di Parigi. «Dedichiamo la Giornata internazionale dello studente a tutte le vittime del terrorismo -. Ha detto Noemi Capriotti, coordinatrice di Officina universitaria -. Con le vittime di Parigi nel cuore, perché è accaduto così vicino a noi. Ma gli attacchi sono ovunque, da oriente a occidente». Uno a uno gli studenti e i presenti hanno condiviso, nel privato di una frase scritta su un pezzo di carta o al microfono davanti a tutti, brevi riflessioni sul momento che l’Europa sta vivendo. «L’indifferenza ci rende bestie, ma noi restiamo umani», dice una studentessa al microfono. Confini, paura, umanità. Parole che ricorrono in tutti gli interventi spontanei del pubblico, mentre al centro della piazza tre lanterne di carta vengono accese. Qualche indugio, poi le lanterne prendono il volo, portando con sé i messaggi di pace e speranza degli studenti.
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Invece si
Non so che fare. Dicono che ad esprimere solidarietà ai francesi si offenda la memoria dei libanesi o dei russi, o addirittura dei kenyoti o degli yemeniti o degli afghani o dei pakistani… Va bene, io esprimo solidarietà, e mi perdonino quelli più buoni e meno ipocriti di me.
e quale sarebbe la risposta?
Come è bello pontificare la non violenza a pancia piena e al sicuro di casa. Se si fossero trovati a Parigi, in quel frangente di morte, forse una buona pistola saputa usare sarebbe stata la migliore soluzione. Quegli psicotici, in Sudafrica dove tutti vanno armati, sarebbero stati eliminati quasi subito, facendo risparmiare parecchie vite umane..
Ma come si fa a dire ” Non dobbiamo avere paura”. E tutti i politici che si riempiono la bocca con questa frase? Li vorrei vedere quando sarebbero spavaldi in mezzo ad una situazione del genere.
@ Tramannoni
Si può esprimere solidarietà con tutte le persone che amano il rispetto reciproco e la pace, quale che ne sia la nazionalità. E si può esprimere contemporaneamente il cordoglio per tutte le vittime innocenti di tutte le guerre e di tutti gli attentati.
No, Davoli, non è di moda. Questi giorni siamo stati ammorbati da reprimende su quanto sia ipocrita dolersi per i morti di Parigi (che, dicono, se la sono cercata con la loro appartenenza all’orrido Occidente). Severe reprimende col citino alzato, in genere provenienti dalla stessa parte dei mobbettari di cui parla l’articolo. Stasera ci si è messo anche Crozza, a farci sentire in colpa.
Tramannoni Crozza non fa’ testo….il suo nullone e’ morto da un bel po’….
Ognuno sdrammatizzi come vuole,non bisogna vivere nel terrore…l’importante è che ci si renda conto che siamo in guerra,nessuno è al sicuro,tantomento l’italia…e siamo in guerra contro una razza animalesca che non guarda in faccia niente e nessuno.
Ci saranno tantissimi altri attentati e tantissimi altri morti,è il prezzo da pagare per ristabilire la democrazia contro questi medioevali …sterminarli nei loro territori e distruggere tutte le loro risorse è l’unica soluzione,putin sembra l’unico ad averlo capito.Il cancro va estirpato alla radice prima che sia troppo tardi,le parole stanno a zero in questo momento.
La guerra è sempre una strage di innocenti.
Con il terrorismo c’è chi ci guadagna. I governi detti democratici cosa fanno contro queste speculazioni o sono conniventi?
Crozza ha consigliato il “Je suis un cretin”, mica il “Je suis un coupable”.