Non si può dire che i maceratesi non prendano sul serio la politica e il dibattito intorno ai temi caldi della vita cittadina. Una partecipazione viscerale che si rivela sia nelle accese discussioni tra società civile ed esponenti politici, sia nel largo anticipo con cui i personaggi pubblici hanno già mostrato l’intenzione ufficiosa o ufficiale di lanciare progetti politici in vista delle elezioni dell’anno prossimo, come il Grande Centro proposto da Momo Mosca (leggi l’articolo). Anche Tamara Moroni, già candidata per il Mir di Samorì alle politiche 2013 e di Sinistra per Macerata alle amministrative del 2010, prende in considerazione l’idea di un impegno con la lista civica “Macerata Nostra”corredando l’annucio con un manifesto programmatico che mette al centro l’organizzazione, in contemporanea con l’Expo 2015 di Milano, di una grande fiera espositiva a Macerata. Un evento che valorizzi il ruolo di capoluogo della città e riprenda gli spunti della fiera regionale del 1905 e che veda il ripensamento generale della pianificazione urbana, a partire da un progetto archittettonico di Dante Ferretti. Questa la proposta con cui la Moroni, lancia la sua lista civica “Macerata Nostra”:
«A seguito di un mio recente intervento nello spazio commenti di questo giornale, dove annunciavo che c’era da parte mia e di altri una volontà di costituire una lista civica per le prossime comunali di Macerata, senza però specificare oltre , salvo che andava a formarsi intorno a delle ipotesi ben precise di programma su cui abbiamo elaborato dei progetti concreti , ho ricevuto diverse richieste da parte di interessati a sapere qualcosa di più di queste nostre idee; gli stessi ,rilevavano infatti ,che mentre tutti intervengono per dire cosa astrattamente bisognerebbe fare verso un cambio di rotta, non c’è mai alcuno che metta sul piatto le sue soluzioni pratiche , con ciò dimostrando chiarezza di vedute e relativa capacità di programmazione ,e che quindi, indipendentemente dalla bontà delle proposte , avevano apprezzato il nostro diverso approccio. Come portavoce pertanto della lista civica da me citata, ” Macerata Nostra”, rispondo volentieri a tutti attraverso questo stesso giornale. Non potendo scendere in dettagli ,sia per ragioni di spazio, sia di tutela ,visto che stiamo lavorando al programma elettorale (visto che secondo noi chi vuole mettersi a guida di un’amministrazione deve per prima cosa rendersi interprete dei bisogni derivanti da un dato stato di cose per poter fornire le sue risposte da sottoporre poi al giudizio dei cittadini, senza fare ricorso a quelle forme pelose di partecipazione democratica con cui si va a chiedere loro di farsi suggerire le cose da fare ), illustrerò soltanto quella che è l’idea portante da cui discende tutto il resto degli interventi necessari da realizzare sui tanti piani interessati, a che si inizi a pensare a Macerata in modo concettualmente panoramico e non più parcellizzato; nella sua interezza di città e globalità di capoluogo.
Questa idea, su cui trova fondamento il fresco entusiasmo che si è generato intorno a noi – tanto da farci promotori di una lista civica – nasce in me già nel 2010, quando trovandomi nella Biblioteca Mozzi Borgetti per altri motivi, resto affascinata dal materiale documentale dell’ Esposizione Regionale Marchigiana che si tenne a Macerata nel 1905, quando tutta la città fece da fondale alla Mostra ospitando una serie di ingressi e padiglioni effimeri dislocati in varie aree urbane e periurbane. Una poesia. Subito allora, col rimpianto in corso di essermi persa un grande evento, mi informai su cosa fosse stato mai fatto cinque anni prima in occasione di un simile centenario, ma scoprii , che oltre ad una bellissima mostra col materiale fotografico di Tullio Bernardini raccolto in un prezioso volume curato da Marina Massa , un altro pregiato testo di Cecilia Prete “ L’arte antica marchigiana all’Esposizione Regionale di Macerata del 1905” ( entrambi introvabili, fuori stampa), un paio di convegni e giornate di studio a tema, nel periodo da maggio ad ottobre , quattro “eventi” in tutto, nient’altro. Quello che praticamente doveva essere di corollario, fu il tutto quanto fatto. Non volevo crederci, io che nello specifico di fiere e mostre ne ho organizzate, e sempre in strutture obsolete, al limite dell’agibilità , impossibile, mi dicevo, non avere colto quella grande bellezza , quella rara opportunità, specie in un momento di riscoperta come questo in cui nel proprio passato riconosciamo il capitale d’investimento sul futuro, la fonte di eterna giovinezza e rinnovata ricchezza territoriale. Non uno sguardo banalmente nostalgico al proprio passato come qualcuno pensa , ma un’operazione estetica , che come in questo caso va dritta al cuore di quella famosa cultura cui tutti oggi ci appelliamo, e perché sostanzialmente poi, le buone idee non sono mai mortali. Un peccato d’omissione gravissimo ,non avere saputo riconoscere la portata culturale ed economica di quell’evento lontano, se ripercorso. Un altro treno perso per Macerata. Per un treno perso allora, però, un altro è in arrivo , seppure su un binario scomodo per la coincidenza di fine mandato elettorale della presente amministrazione comunale, e regionale.
Per questo motivo, guardando avanti di un anno, al 2015, a Expo Milano – l’ultimo risale al 1906, Macerata con la sua Mostra Regionale quindi lo anticipò di un anno- pensando al clima nazionale con la sua ricaduta d’interesse anche locale per questo evento epocale, e tenuto conto della necessità di trovare finalmente un progetto che tenga insieme la città ,dal centro alla periferia alle frazioni, perché Macerata possa vestire l’abito che le spetta di città di viva tradizione culturale e di vetrina delle grandi occasioni, noi di “Macerata Nostra”, al primo posto mettiamo l’organizzazione di questo evento con una seconda, storica, edizione di una Esposizione Regionale Marchigiana, dove in mostra andrebbero tutti i settori produttivi delle Marche, artigianato, industria, commercio, agricoltura, terziario, oltre a quelli artistici, fotografia, produzione audio- video, scultura, pittura, musica, editoria, arti in genere; poi ancora ,tempo libero, botanica, erboristeria, enogastronomia: di tutto. Con un allestimento perlopiù nei palazzi pubblici ( sempre che non verrebbero nel frattempo destinati da questa amministrazione per l’insediamento di uffici come è stato prospettato) e in tutti gli spazi pubblici possibili, i costi sarebbero tutti organizzativi, per il personale addetto, la promozione, etc, che però verrebbero ampiamente compensati dal ritorno economico nelle forme da noi previste. Uno sforzo organizzativo che vedrebbe in prima linea tutti gli enti locali, dal Comune , alla Provincia , alla Regione , passando per le associazioni di categoria, l’Università, la Camera di Commercio, fino all’ Europa per quanti volessero partecipare con progetti in linea con la manifestazione, comprendendo fra questi anche i liberi professionisti a cui, lo stesso, è aperto l’accesso ai fondi strutturali europei. Questa la cornice.
Al suo interno , perché la rinnovata edizione potesse avere tutto il successo che meriti , e l’investimento di risorse umane e materiali che attraverso questa occasione unica, perché unica all’epoca è stata Macerata a farsi protagonista dello stesso evento su scala regionale, potesse restare un’ eredità a lungo tale per gli effetti positivi prodotti a cascata sotto molteplici aspetti , compreso quello della più ampia valorizzazione di musei e monumenti cittadini, andrebbero approntati tutta una serie di interventi e accorgimenti preventivi, alcuni di pura ingegneria creativa, secondo una precisa strategia che in linea di massima , ognuno per nostra competenza, abbiamo elaborato. Se poi, volessimo sognare più in grande , ed avere un lascito da questa seconda edizione, come non abbiamo ricevuto da quella precedente con le sue meravigliose strutture espositive realizzate appositamente e poi dismesse – penso in particolare al bellissimo Padiglione delle Feste ai Giardini ideato da Ugo Cantalamessa- non si potrebbe desiderare di più che un coinvolgimento del Maestro Dante Ferretti , con una scenografia che sublimi l’intero evento svolto ai giorni nostri, con tutto l’onore che una sua opera permanente renderebbe al presente e al futuro della città di Macerata. Più di questo discorso quadro , qui e ora , non è possibile fare, ma posso senz’altro dire che noi crediamo fortemente in questo impianto progettuale per il rilancio di Macerata capoluogo, città di cultura, commercio, servizi, anche se consapevoli che un’organizzazione come questa metterebbe fortemente a nudo tutte le sue ataviche manchevolezze infrastrutturali, strutturali,ricettive, non ultima , quella di un parcheggio in centro funzionale a ricevere una continua affluenza di pubblico come si prospetterebbe. Ecco quindi , che un parcheggio come quello di Rampa Zara, se realizzato, avrebbe trovato bene il suo perché».
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Un grande expo, praticamente un expone.
Era ora che venissero fuori le civiche!!! Ben vengano, ma chi volete votare ancora PD, FI e M5S che a Macerata nn ha fatto nulla???
BELLA L’INIZIATIVA DELLA SIGNORA TAMARA MORONI MA RESTIAMO NELL’AMBITO CIRCOSCRITTO DELLO SPONATEISMO AMMINISTRATIVO SEPPUR LODEVOLE ED APPREZZABILE . E’ DELETERIO PERO’ CONSTATARE COME NESSUN POLITICO SINO AD OGGI , SIA A LIVELLO LOCALE CHE NAZIONALE SEMBRA SI SIA MAI POSTO PROBLEMI ED INIZIATIVE PER CAMBIAMENTI STRUTTURALI DEL PENSARE POLITICO . Offro alla attenzione uno dei miei articoli apparsi su http://www.viveremacerata.com in cui ho cercato di affrontare una tematica alquanto significativa per un concepire diverso dell’azione amministrativa che. in un periodo di deficit struturale economico e finanziario come il presente, sta a monte di ogni altro ragionamento o iniziativa .
Il Teatro alla Scala, l’Arena di Verona, lo Sferisterio di Macerata alla luce di nuove strategie sociali e di impresa
Data: 27/08/2008
Chiunque si diletti su questioni manageriali si domanda se lo Sferisterio di Macerata, o altri contenitori di pubblici spettacoli dello stesso livello di importanza e visibilità, debbano essere relegati alle loro finalità culturali o possano invece costituire anche dei mezzi validissimi per raggiungere degli obbiettivi di crescita economica e sociale in piena regola.
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da Avv.Giuseppe Pigliapoco
I teatri , le arene , gli Enti Lirici e tutto ciò che ruota intorno all’arte e alla cultura costituisce normalmente un termometro attraverso il quale degli esperti misurano il livello di civiltà e di progresso di un popolo ; va aggiunto che , nel contempo, soprattutto se ci soffermiamo sul versante politico, più alta è addirittura la spesa in tale settore , maggiore è il prestigio e la considerazione che attorno alla stessa si innesca. I costi che la collettività è chiamata ad affrontare sono di tutto riguardo e sono crescenti ; dal lato economico e manageriale ci si domanda se ci siano dei margini per far si che essi costi non rimangano fine a se stessi, pur dando per certi gli apprezzabili risvolti positivi per l’immagine ed il prestigio che circolano sul territorio, ma possano costituire invece uno strumento per creare sinergie con le forze economiche ed imprenditoriali che da un territorio si sprigionano e si esprimono sino ai più alti livelli.
Nella maggioranza dei casi la spesa per la cultura non potrebbe che essere fine a se stessa ma quando parliamo di Scala di Milano, Arena di Verona e perché no di Sferisterio di Macerata dobbiamo immaginare esse strutture pubbliche dei veicoli importanti che possono trovare supporto economico e sinergie con le forze sociali ed imprenditoriali che si agitano sul territorio . Ci si domanda che cosa ci sia di difficile nel creare delle Società con capitale pubblico e privato allo scopo di coniugare la lirica o la cultura con le problematiche degli Enti Fieristici e delle Associazioni di categoria degli imprenditori o, più in concreto, con la stessa internazionalizzazione delle imprese o con lo sport e le erigende strutture a ciò dedicate di cui tanto si discute.
E’ certamente più conveniente concentrare risorse e contributi pubblici da utilizzare per fini programmati sulla base di un piano aziendale di interesse pubblico e di interesse privato . Basti solamente immaginare per lo Sferisterio di Macerata un capitale sociale diviso in 50 quote del valore di E. 250.000 0 500.000 ciascuna per avere una società pubblico-privata importante e in grado di catalizzare gli interessi promozionali delle nostre imprese ,degli Enti fieristici e delle stesse Organizzazioni pubbliche di vario genere anche del pubblico spettacolo: volendo, esiste il modo di dare un ulteriore impulso allo spettacolo e all’arte senza fare leva solamente sulle risorse pubbliche.
E’ necessario che l’arte e la cultura siano portate a soddisfare soprattutto quel principio etico che è alla loro base e non restare il fuoco di una estate o di pochi momenti e per pochi eletti addossando senza alcuna remora e giustificazione dei costi così esorbitanti che noi tutti conosciamo sulla intera collettività. Diciamo che il campo inesplorato e nuovo da arare e seminare è immenso sol che i politici abbiano il coraggio di immaginare il Teatro alla Scala di Milano, lo Sferisterio di Macerata o altri contenitori di almeno pari importanza, non solamente nelle loro scontate finalità di sempre ma come gancio di traino per altre iniziative di carattere sociale e industriale; non possono restare dei contenitori da sfruttare solamente ad un determinato fine con i costi fuori da ogni logica o regola , ma debbono essere considerati e ritenuti piuttosto degli strumenti idonei per creare e promuovere un qualcosa di molto più impegnativo e vantaggioso per la collettività dovendo essere protesi su vari fronti e versanti della nostra vita civile e sociale .
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Per cambiare ci vogliono persone fuori dai giochi di potere e che veramente facciano politica per la gente e non per se stessi e i loro amici…. La gente c’è ed è anche di qualità e competitiva quindi basta mettersi in moto..
Una interessante e lodevole iniziativa politica portata avanti peraltro da una persona altrettanto piena di entusiasmo. Pero’ vorrei individuare le persone che durante questo tragitto cercheranno di salire su questo nuovo carro, non dimenticando che Macerata e’ la citta’ dei comitati d’affari,della massoneria e dove la raccolta differenziata in politica non e’ ancora cominciata. Comunque un augurio di proficuo lavoro!
Ma quali comitati di affari e quale massoneria . Come ovunque comandano e comandavano i partiti al governo ( e non al governo in altri casi ..) e comandano i responsabili dei vari settori dal Sindaco al Presidente della Provincia agli assessori ai responsabili degli uffici e soprattutto degli uffici tecnici . Non andiamo a cercare quello che non esite ma è solamente frutto di indebite calunnie e supposizioni proppalate allo scopo di chi veramente non cerca altro che trovare e mettere paraventi e scusanti per fare gli affari propri . Si può dire solamente che in tanti anni quando l’edilizia trainava vi erano poteri politici che creavano , direttamente o indirettamente, cinglie di trasmissione con privilegiati studi tecnici e viceversa craeando forzature di ovvia convenienza fino a superare a volte la linea del lecito , escludendo dalla torta o da quello che può essere definito un normale lavoro, altri competitor che pur ne avevano diritto . E’ l’accaparramento dovuto all’ammaloramento di un sistema . Non c’entra altro di fantasioso .
Forse qualche signore vive lontano da Macerata e non conosce quindi la realta’ di questa citta’ invasa da una smodata ed inutile cementificazione . Mi riferisco alla lottizzazione Valleverde di Piediripa,alla Nuova via Trento, alla riqualificazione di Piazza Pizzarello dove si puo’ ammirare il relitto della Costa Concordia, ecc. ecc. Comunque, al riguardo, e’ sufficiente rileggersi i vari articoli pubblicati su questo giornale dall’avvocato Bommarito che, meglio di me, ha approfondito le varie questioni.
Riproporre oggi l’expo regionale, guardando quella del 1905, sembra un’entusiastica idea infantile. Tanto più se su questa idea si vuole innestare una lista civica e il coinvolgimento di un Oscar della scenografia. Per vincere, il centro sinistra non ha bisogno di queste cose, deve solo rivotare Carancini che, in ogni caso, resta l’unico che ha tentato di fare pulizia in giunta, nel consiglio, nelle commissioni e negli uffici. E’ poco? forse, ma è l’unico modo per uscire dalla crisi di valori che è la vera crisi della città.
Signor Zecchini, forse lei non voleva, ma ci ha fatto un complimento nel dire “un’entusiastica idea infantile”, limitatamente però ad entusiasmo infantile, che come si sa, è quello più autentico. E infatti, lontano da noi ragionare nei termini come da lei impostati ” per vincere il centro sinistra non ha bisogno di queste cose”.
Noi “queste cose” non stiamo a proporle in partenza “per vincere” , ma fatto il punto della situazione,per dare le nostre risposte con l’ avanzare proposte più che chiare e concrete verso quanti vorranno unirsi a questo progetto, fatto da comuni cittadini che non hanno ,né dietro,né sopra, né sotto ,né a lato, nessun altri , ma ha solo un davanti se riuscirà a prendere forza su questo programma di base , dove una seconda storica edizione dell’ esposizione regionale marchigiana che prenda le mosse da quella del 1905, è stata posta come elemento centrale per tutta una serie di concause ad essa strettamente relazionate.
Perciò, per questa che a lei sembra un’idea infantile, reagisco per legittima difesa dell’idea, e le garantisco che , tutto è , tranne il frutto di una mente infantile , improvvisazione, spontaneismi di sorta.
Come infantile , non è stata l’idea da parte della Provincia di dar vita 30 anni fa alla RACI , che si tiene al Centro Fiere di Villa Potenza e che registra un sempre più grande successo sotto tutti gli aspetti. Qui la informo peraltro, che la Mostra Regionale Marchigiana del 1905, inizialmente doveva essere solo una grande Mostra Agricola al vecchio Foro Boario , che soltanto poi, decisero di inserire in vetrina ” tutte le umane attività” , e quindi misero in moto una macchina organizzativa molto più potente ,con tanto di comitato organizzatore dove spiccavano personaggi di chiara fama e spessore culturale, artistico, tecnico, ai quali venne affidata la parte progettuale ed esecutiva. Sono ancora rinvenibili da collezionisti cartoline realizzate per quell’ occasione , dove da Macerata venivano spediti saluti con su davanti l’ingresso principale della Mostra Regionale , ideato anche questo, come il Padiglione delle Feste , da Ugo Cantalamessa .
Ecco perchè , se rifatta oggi, direi doveroso, caro Zecchini, pensare come prima cosa a coinvolgere il Maestro Dante Ferretti , per le stesse ragioni cioè che mossero all’epoca i più illuminati avi maceratesi, quando, le cose importanti da fare le mettevano in mano ai loro concittadini più illustri e dotati, al contrario di oggi, che vengono presi in considerazione dai politici per relegarli a ruolo di comparsa simbolica delle loro rappresentazioni personalistiche.
Non è infantile l’idea, come non lo è stata quella nel 1967 di riprendere la lirica allo Sferisterio , dopo 40 anni dalla sua ultima rappresentazione; non è infantile l’idea, come non è stato “ aver tirato fuori” da Palazzo Buonaccorsi le carrozze e riportarle per le vie di Macerata dopo 80 anni; non è infantile l’idea , come a partire dagli anni’ 70, non è stata quella per tanti piccoli paesi guardare al lontano medioevo in cerca della propria identità , e quindi caratterizzarsi attraverso le tante rievocazioni storiche che proseguono con sempre più partecipazione di pubblico.
E potrei fare tanti altri esempi. Ma soprattutto, è ben oltre dall’essere infantile l’idea, perché in sé contiene un intero programma elettorale, dal momento che:
trovare un’impronta nel passato, riconoscerla, prenderla a riferimento storico – e che riferimento! – trasferirla all’oggi per rimettere in moto un sistema avvitato su sé stesso, senza direttrice di marcia, tale che, vada a muovere economia, dia slancio alle attività locali, trasformi le belle quanto vuote parole – coesione, bene comune, eccellenze, buona politica, sinergie- in significati reali, in fatti operosi e tangibili, ridia prestigio di ruolo come città e capoluogo di provincia, offra opportunità di occupazione a giovani e maestranze, vuol dire che per essere attuata va a dettare l’agenda amministrativa in quanto costringe a un ripensamento su tutto, dalla geografia urbana, alla viabilità, ai parcheggi, alle manutenzioni, a un recupero edilizio e degli spazi degradati, a un uso ottimale dei contenitori vuoti ,sottoutilizzati, male utilizzati, in quanto va a razionalizzare le risorse senza disperderle in tante iniziative per concentrare ogni sforzo su un obiettivo che investa tutta la città con effetti di più lunga durata, in quanto contiene una visione che va a tracciare un nuovo percorso da fare, da qui al prossimo futuro.
Fare una cosa analoga, senza richiamarsi a quella prima edizione lontana nel tempo, quello sì, sarebbe sciocco, senza senso, perché s’innesterebbe su un nulla, quando sappiamo tutti che c’è un proprio passato sostanzioso che precede e merita essere ripreso e valorizzato al presentarsi di occasioni uniche , che sia una ricorrenza , oppure che si generi un habitat favorevole come quello di Milano Expo 2015.
Gentile Signora Moroni, la ringrazio per la lunga, appassionata e credo sincera interlocuzione al mio commento. Credo anche che Lei, come molti cittadini maceratesi, sia nauseata dai pessimi governi che si sono succeduti negli ultimi decenni alla guida della città. Tuttavia, come capita di frequente a molti anche in buona fede, sembra che stia camminando avanti guardando indietro. Il nostro passato è certamente intriso in un’antica e nobile tradizione intellettuale, innestata in una robusta cultura del fare. Ma questa tradizione è stata meticolosamente smontata e distrutta sistematicamente nell’arco degli ultimi 40 anni, da forze politico-culturali autoctone -fortemente ideolicizzate- in strategica simbiosi con forti gruppi di interesse agenti su scala regionale, ma sempre ai danni della nostra città. Su tutto ciò occorre in via preliminare fare una riflessione a 360° se si pensa di fare seriamente una lista civica che abbia un senso.
@Zecchini
Certo che era un dialogo sincero, ho tanti difetti ma di sincerità non difetto, e la ringrazio anche per gli stimoli. .Alla luce di questo suo secondo intervento, capisco adesso anche meglio quanto sottendeva nel precedente, e a riguardo, non posso che darle ragione .Ma proprio per questo, due sono le vie: o rassegnarsi, oppure tentare. Tentare comporta anche la non riuscita, ma non succede niente, ci avremo provato. Guardi, il mio motto è ” le cose le devi fare non le devi dire,” ma ci sono cose e cose; per alcune, come questa, occorre disporre del mezzo politico, altrimenti non muovi nemmeno un passo. E infatti: lei pensa, che se io inizialmente avessi avuto l’opportunità di essere seriamente ascoltata idee in mano, da altre liste o anche partiti – a livello locale per me conta la sostanza dei programmi, i candidati , le persone che rappresentano i partiti , le coalizioni, la garanzia di stabilità amministrativa, tutto, fuorché il proprio orientamento a livello politico nazionale- mi sarei inerpicata su per la salita? No, glielo dico io . Siccome a me però il finto ascolto, quello tanto per tirarti dentro e poi vediamo che si può fare di quello che proponi, cioè praticamente niente, in quanto servi solo a far numero, a farti usare nel tuo piccolo ,ché tanto, i loro giochi , le loro spartizioni , i loro accordi , li hanno già belli e fatti ( se così non fosse, Stefania Monteverde non sarebbe lì, non si è presentata alle elezioni per la lista che ora rappresenta, mai vista, nessuno l’ha eletta, è venuta fuori poi dal cilindro di Tartabini, che a sua volta si era presentato alle primarie di centrosinistra per la Sinistra per Macerata, come testa di legno, appunto, di Carancini che poi l’ha ” scelta” come assessore, ma ho capito tutto in ritardo purtroppo, altrimenti, ,non vorrei essere scurrile, non dico che) non interessa minimamente, proviamo quest’altro percorso con chi non conta niente come me, ma ha voglia come me di mettersi a discutere prima di tutto di progetti, di cui quello presentato non è che è uno , quello però più avvolgente di tutti per l’intera città, e che contiene un’idea forte, secondo noi , quella che serve oggi per ripartire ,da tanti e tanti punti di vista.
Una lista civica che abbia un senso , dice.” Il senso” è quello di ogni lista civica, come ce ne sono già, e come altre ne verranno. Lo stesso senso per tutte, che è quello che ognuna acquista nel momento in cui abbia un seguito ; il senso, che si costruisce insieme con finalità comuni. C’è, per chi la politica è dare battaglia all’avversario mettendo in secondo piano tutto il resto, e c’è chi, la politica la intende come la possibilità di poter fare, e perciò prima di agire pensa a cosa voler fare, come a gettare un ponte tra il volere e il potere, incurante di tutto e di ogni avversario abbia davanti. Chiunque, abbia uno sguardo suo e diverso su Macerata, ha, non solo il diritto, ma il dovere civico di inserirsi nel contesto politico, se crede nella propria volontà e capacità di cambiamento che voglia apportare. Ma scherziamo: perché no? Per quale preclusione?
Un’ultima osservazione la rivolgo a quella sua frase (lei nella sintesi è tanto intriso di concetti che è un piacere , perchè offre molti spunti ) “a molti anche in buona fede, sembra che stia camminando avanti guardando indietro”.
Vede, Zecchini, non ci si inventa mai nulla, sa. ” Invenio” da cui inventare, invenzione, lei mi insegna , significa trovare, scoprire, quindi sempre qualcosa di esistente , ma non visibile, nascosto, si va a trovare in ogni scoperta, e tanto più ,nella riscoperta. Allora. C’è chi scopre viaggiando, e quindi importa modelli, vedi la questione pedonalizzazione dei centri storici, dove diventa argomento forte quello che viene fatto in altri posti, oppure un qualche sistema di trasporto più innovativo, o una diversa tipologia edilizia, energetica…etc.etc. , c’è chi scopre studiando, con l’applicazione, la ricerca, e c’è chi invece fa ritrovamenti nella propria terra, nelle proprie radici , quindi nel proprio passato, per innovare. Guai, perciò intendere un modello preso a riferimento dal passato, come da rifare, ma sempre da attualizzare con nuovi elementi e diverso spirito, quello del tempo, perché possa essere una cosa nuova. Le dico ancora questo, e la saluto. Nella Mostra Regionale come quella che vorremmo far rivivere a Macerata, tra le varie esposizioni produttive, non potrebbe mancare infatti una sezione tutta interamente intestata al FUTURO.