“Caro” pane, il mondo dei fornai
tra bollette e materie prime alle stelle
«Lavoriamo senza guadagnare»

ECONOMIA - La voce dei titolari dei panifici della provincia alle prese con consumi energetici enormi e prezzi triplicati. Fulvio del Monte (Arte Bianca): «A ottobre chiuderò un ramo d'azienda e licenzierò 10 dipendenti». Mariano Guzzini (Silpan): «Abbiamo dovuto rinunciare a metà della nostra clientela». Ennio Marinozzi: «Tantissime le aziende in difficoltà ma non importa a nessuno». Daniele Tentella del panificio Montanari: «Una crostata costa 8 euro, posso aumentare di altri due euro ma poi c'è qualcuno che la compra?». Francesco Falcetta (Forneria Garibaldi): «Lavoro con i privati e non riesco neanche a fare preventivi con validità superiore a una settimana»

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di Alessandra Pierini

Il pane non è mai stato così caro. In Europa l’Eurostat registra un aumento nel mese di agosto del 18% rispetto al 2021. Aumento leggermente inferiore in Italia dove il prezzo è a +13%. Certo, una pessima notizia per i consumatori. Ma non gioiscono affatto forni e panificatori maceratesi.

pane«La situazione è più che drammatica – spiega Fulvio Del Monte, titolare dell’Arte Bianca e presidente dei panificatori di Confartigianato Imprese Macerata Fermo Ascoli – riceviamo bollette che non hanno ragione di essere. La mia azienda è passata da un consumo di energia di 6mila euro a 25mila euro, tanto che dal 3 ottobre chiuderemo un ramo d’azienda, la pasticceria a Corridonia. Il paradosso è che nonostante lavori molto, nonostante certi giorni ci sia la fila di clienti davanti la porta, non ha più senso tenere aperto ma chiudere è mortificante».

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Fulvio Del Monte

La chiusura comporterà il licenziamento di 10 dei 40 dipendenti: «Se ogni partita iva sarà costretta a mandare a casa il 25% del proprio capitale umano, da qui a fine anno i disoccupati saranno milioni. Sento in continuazione forni storici che pensano di abbassare la serranda. Un Paese che ti fa chiudere per le bollette, non è lungimirante. Dieci persone che vanno a casa le deve pagare lo Stato con la Naspi. Non c’è strategia, né lungimiranza. Non voglio credere che sia voluto ma c’è miopia aziendale ed economica». Poi conclude con l’esperienza vissuta sulla sua pelle questa estate: «Mi sono messo in gioco, mi sono fatto tutta l’estate davanti al forno a 40 gradi, al fianco dei dipendenti. Abbiamo lavorato tantissimo e in tasca non ho niente. Non era meglio se fossi andato  in spiaggia con la famiglia? Il valore più prezioso che abbiamo è il tempo, noi stiamo perdendo tempo. Mi ruberanno i soldi ma non mi ruberanno il sorriso, anche se sarò poverissimo».

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Mariano Guzzini di Silpan

Ha sacrificato metà della sua clientela la Silpan di Treia: «Ci stiamo muovendo per andare incontro al consumatore finale, – spiega il titolare Mariano Guzzini –  non abbiamo aumentato i prezzi in maniera esorbitante, anche per continuare a essere competitivi ma questo ci penalizza. Abbiamo dovuto rinunciare a consegnare i nostri prodotti ad Ascoli, in Umbria e Romagna, per problemi distributivi perdendo così moltissimi clienti La piattaforma logistica era troppo costosa e non abbiamo potuto fare altro». Riguardo le bollette: «C’è poco da dire: o ci darà una mano lo Stato a dilazionare le spese o le aziende porteranno i libri in tribunale. Non ci sono più possibilità o spazi per guardare al futuro. Riduci qui, riduci là, licenziato qualche dipendente, a questo punto ci resta poco da fare. E’ un peccato, si sacrificano le famiglie e tutto un indotto che va avanti con uno stipendio. Noi veniamo dal Covid e dal terremoto. E’ dal 2016 che la situazione si è così complicata che non si vede più futuro. Neanche il miglior Draghi riuscirebbe a risolvere, ci vorrebbe un miracolo».

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Ennio Marinozzi

Ennio Marinozzi del forno Marinozzi a Corridonia rifornisce le zone di Macerata e Corridonia e ha un suo punto vendita. Ha dalla sua parte un piccolo impianto fotovoltaico: «Per ora stiamo andando avanti senza rivedere i prezzi finali ma non so per quanto potremo resistere. Grazie al fotovoltaico risparmio qualcosa ma le mie bollette sono comunque triplicate. Nelle materie prime, ad ogni consegna si registra un aumento. Questo vuol dire che noi stiamo lavorando come se facessimo un giroconto. I dipendenti vanno giustamente pagati e per noi non ci rimane niente, non abbiamo nessuna tutela. Credo che ci siano moltissime aziende in difficoltà ma sembra che non importi nulla a nessuno. Aspettiamo ma a fine ottobre la frittata sarà fatta.

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Daniele Tentella

Daniele Tentella è il titolare del Panificio Montanari di Belforte e ha sei dipendenti: «Per fortuna, abbiamo bloccato le bollette 8 mesi fa e nonostante questo registriamo 100% di aumento. Il problema vero è che è aumentato tutto, il burro ad esempio che mi hanno portato stamattina costa già di più, per non parlare del metano. Una crostata costa 8 euro, posso aumentare di altri due euro ma poi c’è qualcuno che la compra? La situazione è grave. Lo stato deve mettere in mano a tanti soldi. Quello che vedo io da qui a Natale un 30% delle partite iva chiuderà».

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Francesco Falcetta nel giorno dell’apertura

Francesco Falcetta di Forneria Garibaldi ha aperto la sua attività a Macerata ad ottobre 2019 e, pur essendo una piccola attività, è gravata significativamente dalla situazione economica. «Ho tre forni tutti elettrici e sono passato da 5-600 euro al mese a 1.600 – 1.700. I prezzi aumentano, i latticini sembrano inarrestabili, a ottobre altro balzo del 20%, i grassi vegetali sono tutti aumentati, ancor di più l’olio di girasole». L’aumento dei prezzi sembra l’unica soluzione: «Finora abbiamo resistito – spiega – ma l’unica soluzione saranno gli aumenti. Io lavoro per l’80% con i privati e in questo momento è difficile anche fare preventivi che abbiano validità superiore a una settimana e molti non si concretizzano perché non si aspettavano questi prezzi. La mia paura che il grosso dell’impatto è stato assorbito dalle piccole imprese ma si riverserà sul mercato».

 

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