di Alessandra Pierini
Il pane non è mai stato così caro. In Europa l’Eurostat registra un aumento nel mese di agosto del 18% rispetto al 2021. Aumento leggermente inferiore in Italia dove il prezzo è a +13%. Certo, una pessima notizia per i consumatori. Ma non gioiscono affatto forni e panificatori maceratesi.
«La situazione è più che drammatica – spiega Fulvio Del Monte, titolare dell’Arte Bianca e presidente dei panificatori di Confartigianato Imprese Macerata Fermo Ascoli – riceviamo bollette che non hanno ragione di essere. La mia azienda è passata da un consumo di energia di 6mila euro a 25mila euro, tanto che dal 3 ottobre chiuderemo un ramo d’azienda, la pasticceria a Corridonia. Il paradosso è che nonostante lavori molto, nonostante certi giorni ci sia la fila di clienti davanti la porta, non ha più senso tenere aperto ma chiudere è mortificante».
Fulvio Del Monte
La chiusura comporterà il licenziamento di 10 dei 40 dipendenti: «Se ogni partita iva sarà costretta a mandare a casa il 25% del proprio capitale umano, da qui a fine anno i disoccupati saranno milioni. Sento in continuazione forni storici che pensano di abbassare la serranda. Un Paese che ti fa chiudere per le bollette, non è lungimirante. Dieci persone che vanno a casa le deve pagare lo Stato con la Naspi. Non c’è strategia, né lungimiranza. Non voglio credere che sia voluto ma c’è miopia aziendale ed economica». Poi conclude con l’esperienza vissuta sulla sua pelle questa estate: «Mi sono messo in gioco, mi sono fatto tutta l’estate davanti al forno a 40 gradi, al fianco dei dipendenti. Abbiamo lavorato tantissimo e in tasca non ho niente. Non era meglio se fossi andato in spiaggia con la famiglia? Il valore più prezioso che abbiamo è il tempo, noi stiamo perdendo tempo. Mi ruberanno i soldi ma non mi ruberanno il sorriso, anche se sarò poverissimo».
Mariano Guzzini di Silpan
Ha sacrificato metà della sua clientela la Silpan di Treia: «Ci stiamo muovendo per andare incontro al consumatore finale, – spiega il titolare Mariano Guzzini – non abbiamo aumentato i prezzi in maniera esorbitante, anche per continuare a essere competitivi ma questo ci penalizza. Abbiamo dovuto rinunciare a consegnare i nostri prodotti ad Ascoli, in Umbria e Romagna, per problemi distributivi perdendo così moltissimi clienti La piattaforma logistica era troppo costosa e non abbiamo potuto fare altro». Riguardo le bollette: «C’è poco da dire: o ci darà una mano lo Stato a dilazionare le spese o le aziende porteranno i libri in tribunale. Non ci sono più possibilità o spazi per guardare al futuro. Riduci qui, riduci là, licenziato qualche dipendente, a questo punto ci resta poco da fare. E’ un peccato, si sacrificano le famiglie e tutto un indotto che va avanti con uno stipendio. Noi veniamo dal Covid e dal terremoto. E’ dal 2016 che la situazione si è così complicata che non si vede più futuro. Neanche il miglior Draghi riuscirebbe a risolvere, ci vorrebbe un miracolo».
Ennio Marinozzi
Ennio Marinozzi del forno Marinozzi a Corridonia rifornisce le zone di Macerata e Corridonia e ha un suo punto vendita. Ha dalla sua parte un piccolo impianto fotovoltaico: «Per ora stiamo andando avanti senza rivedere i prezzi finali ma non so per quanto potremo resistere. Grazie al fotovoltaico risparmio qualcosa ma le mie bollette sono comunque triplicate. Nelle materie prime, ad ogni consegna si registra un aumento. Questo vuol dire che noi stiamo lavorando come se facessimo un giroconto. I dipendenti vanno giustamente pagati e per noi non ci rimane niente, non abbiamo nessuna tutela. Credo che ci siano moltissime aziende in difficoltà ma sembra che non importi nulla a nessuno. Aspettiamo ma a fine ottobre la frittata sarà fatta.
Daniele Tentella
Daniele Tentella è il titolare del Panificio Montanari di Belforte e ha sei dipendenti: «Per fortuna, abbiamo bloccato le bollette 8 mesi fa e nonostante questo registriamo 100% di aumento. Il problema vero è che è aumentato tutto, il burro ad esempio che mi hanno portato stamattina costa già di più, per non parlare del metano. Una crostata costa 8 euro, posso aumentare di altri due euro ma poi c’è qualcuno che la compra? La situazione è grave. Lo stato deve mettere in mano a tanti soldi. Quello che vedo io da qui a Natale un 30% delle partite iva chiuderà».
Francesco Falcetta nel giorno dell’apertura
Francesco Falcetta di Forneria Garibaldi ha aperto la sua attività a Macerata ad ottobre 2019 e, pur essendo una piccola attività, è gravata significativamente dalla situazione economica. «Ho tre forni tutti elettrici e sono passato da 5-600 euro al mese a 1.600 – 1.700. I prezzi aumentano, i latticini sembrano inarrestabili, a ottobre altro balzo del 20%, i grassi vegetali sono tutti aumentati, ancor di più l’olio di girasole». L’aumento dei prezzi sembra l’unica soluzione: «Finora abbiamo resistito – spiega – ma l’unica soluzione saranno gli aumenti. Io lavoro per l’80% con i privati e in questo momento è difficile anche fare preventivi che abbiano validità superiore a una settimana e molti non si concretizzano perché non si aspettavano questi prezzi. La mia paura che il grosso dell’impatto è stato assorbito dalle piccole imprese ma si riverserà sul mercato».
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C’è un piano per sostituire completamente il panem con i circenses.
Dove sono le classi sindacali, dove sono le associazioni di categoria, dov’è la politica eletta dagli italiani oggi chiamati al sacrificio economico delle proprie aziende, dei dipendenti , delle proprie famiglie, dei figli.
È veramente tutta colpa di Putin o qualcuno dovrebbe dire mea culpa e pensare agli interessi degli italiani anziché dell’Europa e dell’America ?
Rifletteteci sopra perché ormai siamo sull’orlo del precipizio.
Ai lor signori cosa importa?…mica lo comprano il pane…glielo passiamo noi!!
Se il pane costa caro bisogna ringraziare gli americani e compagnia.La NATO non si doveva espandersi a est questo è stato un grande errore.
No problem, mister Super Mario Bros, lo compra a Washington, dalla forneria dello zio Tom. E pensare che Calenda e company, si sta sbracciando per cercare di rifarlo tornare in auge(sigh).
Bisogna togliere le sanzioni alla Russia.
Oppure Biden ci mandi 1000 miliardi invece di spenderi in armi.
Eppure sarebbe coì facile. Si inizi con la chiusura di tutti i forni e poi a cascata: distributori di benzina e trasportatori… ecc.
Alla prima possiamo reagire seguendo il famoso consiglio attribuito alla regina Maria Antonietta: «Se non hanno più pane, che mangino brioche». Ma poi, ad esempio il metano, pur avendo anche noi umani la possibilità di emanarlo come fanno i bovini nelle stalle o passeggiando a chi gliene viene concessa la possibilità, riusciremo ad imbottigliarne a sufficienza?
La carestia che si sta prospettando in un paese che si ritiene evoluto, industrializzato, membro del G7, in un tempo dove questo problema dovrebbe essere storia vecchia, dove nulla sarebbe impossibile…fa pensare!
Signor Micozzi concordo con lei ma mi faccio e vi faccio una domanda perché il Kosovo si è il Donbas no,?Certe a pensare male non si sbaglia.