«Milano Fashion Week,
al White pesa l’assenza
dei buyer russi e ucraini»

CONFARTIGIANATO - Le aziende tornano a casa tirando un bilancio tutto sommato positivo ma gli imprenditori assistono con preoccupazione al protrarsi del conflitto

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Mariachiara Iozia (Confartigianato Imprese Moda), Maria Luisa Rubino, (responsabile nazionale Confartigianato Moda), Paolo Capponi (referente Export Confartigianato Mc-Ap-Fm) e Francesco Lubrano (Csm-Camera Showroom Milano)

Il White, spazio di riferimento per gli operatori nella “Settimana della Moda”, è stato anche nel 2022 un appuntamento di grande qualità. La kermesse quest’anno ha portato all’attenzione 25 imprese del mondo Confartigianato, che da ogni parte d’Italia hanno raggiunto Milano per mettere in vetrina le loro novità. Le aziende tornano a casa tirando un bilancio tutto sommato positivo, anche se, è chiaro, gli occhi sono puntati ad est: il conflitto russo-ucraino ha bloccato gli arrivi di molti buyer, non solo dalle due Nazioni e gli imprenditori assistono con preoccupazione al protrarsi dell’escalation.

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Moira Amaranti, presidente nazionale della Calzatura di Confartigianato

«Dopo una buona inaugurazione del White, il secondo giorno della rassegna si è aperto con lo scoppio della guerra: una notizia drammatica a livello umano che si è riversata, inevitabilmente, anche a livello economico. Gli effetti – spiega Moira Amaranti, presidente nazionale della Calzatura di Confartigianato -. Si sono già fatti sentire al White stesso, dove all’improvviso sono stati cancellati molti appuntamenti. È così venuto meno un importante movimento. Il conflitto non ferma solamente i mercati russo e ucraino, grandi partner per il nostro export, ma i mercati di tutti i paesi che gravitano in quel territorio. Dalla Polonia alle Repubbliche Baltiche, passando per Georgia o Kazakistan. Alla fine, il White si è concluso con buoni ordini, ma questo risultato è per lo più sostenuto dal mercato interno».

«Il White è lo spazio più importante della Milano Fashion Week e le imprese presenti hanno confermato il blasone del luogo, che mette realmente in contatto gli imprenditori con clienti di alta fascia – sottolinea Paolo Capponi, responsabile interprovinciale Export Confartigianato -. Costruendo poi interazioni e sinergie tra colleghi. Le flessioni dei buyer provenienti dall’est sono state controbilanciate dai clienti nazionali. Sotto questo aspetto, è stata preziosa la partnership aperta con Camera Showroom, con diverse nostre imprese che hanno circolato nei più grandi show-room milanesi. Lo ribadiamo, le aziende non possono rinunciare ad eventi di qualità e alle occasioni utili a trovare linfa in nuovi ordini». Ora si avvicina il Micam, dal 13 al 15 marzo, ma il clima sarà ancora teso. «Il Micam è chiaramente la fiera più importante della calzatura – anticipa Amaranti – e la nostra associazione porterà una trentina di imprese del territorio. Le aspettative? Siamo preoccupati dalla situazione internazionale, perché quello che abbiamo visto al White rischia di ripetersi anche al Micam. Tutti gli appuntamenti fieristici sono al momento a rischio debacle: i mercati dell’est Europa sono fermi e difficilmente si riapriranno a breve. Noi imprenditori, come nostro solito, ci rimboccheremo le maniche e andremo avanti, ma invochiamo con forza un immediato stop al conflitto in Ucraina. Il contraccolpo per il distretto potrebbe essere devastante».

 

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