Un palazzo bombardato
«Questa è una guerra tra fratelli, un dolore immenso». Sono le parole di Julia Schevchenko, 33enne ucraina che Treia ha accolto nella sua comunità qualche anno fa, come tanti altri. A lei è arrivata la telefonata del sindaco Franco Capponi. Una telefonata di conforto e interessamento, a nome dell’Amministrazione e di tutta la cittadinanza, in merito all’attuale drammatica situazione dell’Ucraina, sotto il bersaglio degli attacchi russi.
La 33enne, che a Treia vive con suo figlio di 9 anni, ha tutta la famiglia in Ucraina e sta vivendo giorni terribili: «Sono molto in pensiero – dice – è una situazione surreale e incredibile. Mia madre, una mia sorella, alcuni dei miei zii e cugini sono a Odessa e cerco di essere in contatto con loro, ma anche sentirci non è sempre semplice. È una situazione davvero difficile, un dolore forte, sono in continua ansia. Ho due nipoti, di 24 e 25 anni che sono stati arruolati. Gli altri, invece, quando suona la sirena cercano tutti di nascondersi in una sorta di bunker e proteggersi dai bombardamenti».
Il sindaco Franco Capponi
«In Ucraina non pensavano che le truppe russe avrebbero invaso tanti territori – ha aggiunto la giovane – Questa mattina sentivo che la situazione sta ulteriormente peggiorando, Putin non è contento di non essere riuscito a prendere ancora nessuna città ucraina, perché stanno facendo resistenza e potrebbero iniziare attacchi dal mare. Muoiono tante persone, non solo militari, anche civili, sono davvero preoccupatissima. Ho un’altra sorella che abita in Russia. La mia famiglia – continua – abita a 700 chilometri dalla frontiera, non è facile riuscire a spostarsi, le strade sono tutte chiuse e occupate dai carri armati».
Il sindaco Franco Capponi ha offerto aiuto a Julia e la sua famiglia dicendosi pronto ad accoglierli a Treia: «Ringrazio tanto la disponibilità e la vicinanza che mi sono state dimostrate, in questo momento è difficile tutto per cui anche muoversi da lì è praticamente impossibile, non so come finirà».
Intanto anche Treia ha voluto pubblicare l’immagine della notizia della bambina nata nella metropolitana-rifugio di Kiev: una luce di speranza e di vita in una situazione drammatica.
Ti saremo vicini con la nostra preghiera!!
che tristezza ci mancava solo questa guerra
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