«Impossibile continuare a governare in questo modo. Dalle parole dell’ex sindaco Sandro Sborgia trasuda un sentimento di avversione viscerale che, pare evidente, non sia maturato ora, in questi giorni, ma che va avanti da molto tempo, tanto che vengono citati fatti e situazioni che risalgono addirittura a due anni fa. Con questi sentimenti di ostilità, sicuramente, non si riesce ad amministrare una città», così i consiglieri del Gruppo “Per Camerino”, Marco Fanelli, Giovanna Sartori, Riccardo Pennesi che si sono dimessi a fine gennaio portando al commissariamento del Comune.
«Entrando nel merito di quanto scritto, per amore della verità e per dignità, l’accusa di protagonismo e mancata partecipazione rivolta a Marco Fanelli è semplicemente ridicola – dicono -: venne inserito tra i candidati solo per insistenza di Sborgia, venne indicato come assessore ai lavori pubblici dopo il rifiuto della Ortenzi e di Marassi, ed accolse con sincero entusiasmo la proposta di nominare vice sindaco la Jajani». «E’ surreale anche l’accusa di mancato interesse alla riapertura di parte del corso Vittorio Emanuele – dice Marco Fanelli – ero assente semplicemente perché quel periodo ero in convalescenza con il Covid ed una spalla rotta e non potevo uscire di casa. Questi sono tentativi di infangare le persone e basta. Sulla ricostruzione – prosegue – dopo la discussione sul programma di recupero ed il piano di cantiere, che non volle essere preso in considerazione, l’ex sindaco, come già spiegato mi fece capire che non dovevo interferire, tanto che erano state date disposizioni agli uffici affinché tutte le delibere di giunta che riguardavano la ricostruzione, anche di immobili pubblici, arrivassero a sua firma. Questo è agli atti e chiunque può verificarlo.
Vista la mia esclusione dalla gestione della ricostruzione, come del resto quella di chiunque altro non rientrasse nella cerchia ristretta scelta da Sborgia, ho cercato di dedicarmi alla gestione non facile della viabilità. È singolare come l’ex sindaco cerchi di scaricare le sue responsabilità anche questa volta su altri: una delle prime accese discussioni riguardò l’utilizzo dei tre milioni ricevuti quale risarcimento del danno dall’assicurazione sul terremoto. In quella occasione io ero convinto che quelle somme dovevano essere impiegate per la maggior parte nella sistemazione della viabilità delle frazioni e di alcune situazioni che richiedevano interventi da tempo, mentre sindaco e vice volevano utilizzarli per colmare il disavanzo tecnico (debito pubblico), tanto che richiesero anche un’apposita perizia tecnica. Dopo un animato confronto ottenni di stanziare 480mila euro per la strada di Mergnano e 780mila per la strada di Tuseggia, ma con la precisa condizione che si facesse in terza annualità, in modo da avere il tempo di ritrattare per esigenze di bilancio. Grazie al lavoro degli uffici siamo riusciti a raddoppiare tali cifre ed i tecnici incaricati hanno rivisitato i progetti per non perdere gli ulteriori 1,3 milioni. Ad oggi la gara per il primo stralcio di Mergnano si è conclusa e gli uffici stanno predisponendo la consegna dei lavori. Non vi è stato nessun problema particolare, se non quella di rimodulare i progetti per non perdere gli ulteriori finanziamenti». Fanelli fa poi un elenco di tutti i lavori fatti dalla viabilità di via Scalette, alla frana San Paolo, alla strada per Montelago, a quella di Piandajello. E poi «stati reperiti 360mila euro per la sistemazione della viabilità della strada Arcofiato – Santa Lucia e più di 600mila euro per la strada Ponti – Capolapiaggia dove abbiamo acquisito la terra per allargare la carreggiata e togliere il semaforo (il progetto era praticamente ultimato). E’ stato completato l’iter per la realizzazione dei percorsi e la valorizzazione del lago di Polverina (350.000 euro) e ci sono tanti altri progetti presentati che con tutta probabilità verranno finanziati, come quello per l’allargamento della sede viabile e la realizzazione dei marciapiedi San Paolo- le Calvie che vale più di un milione di euro».
I consiglieri poi riprendono «Dalle parole dell’ex sindaco appare chiara la sua visione egocentrica, continuando ad insistere sull’io ho detto, io ho fatto e gli altri no. Ora forse tutti possono capire come era impossibile continuare ad amministrare così. In un clima di malsana competizione che, francamente, non solo non ci saremmo mai aspettati di vivere, ma che certamente non abbiamo mai condiviso. Si leggono continue illazioni sulla famigerata variante, che al dì là delle sciocchezze tecniche scritte, sono mirate solo a lasciar intendere chissà quali interessi sottesi. Le varianti che propongono i privati, il funzionario è obbligato ad istruirle, l’assessore ha l’obbligo di portarla in Consiglio comunale ed il consiglio decide; questo vuole la legge. Ammesso che nella fattispecie l’istanza prevedeva di occupare uno spazio di un parcheggio di poco più di 20 x 20 metri, la scelta in generale, se fare nuove aree residenziali, industriali, commerciali, eccetera spetta al Consiglio comunale. Di strano in questa variante vi è l’inusuale comportamento del sindaco, che in una inaspettata veste di esperto di urbanistica pone formalmente una serie di rilievi tecnici al proprio funzionario. Come se non bastasse, ci avverte formalmente che se non avessimo ritirato la richiesta di convocare il Consiglio comunale, si sarebbe potuto “profilare l’obbligo a carico del sottoscritto, di segnalare i fatti all’autorità giudiziaria”. Questo per spiegare, qualora ce ne ancora fosse bisogno, i suoi metodi molto poco democratici. Ne ha parlato pubblicamente anche il legale dell’interessato spiegando bene la realtà; ma quello che si vuol sottolineare è che è assolutamente inaccettabile il voler insinuare dubbi sulla onorabilità e sull’integrità morale delle persone. Forse Sborgia non sa che a Camerino ci conosciamo tutti, da tempo. Ci accusa senza mezzi termini di tutelare non meglio definiti interessi personali, quando a lui, è casualmente sfuggito di dire che un suo consigliere di maggioranza ha partecipato, in modo del tutto inopportuno, ad un concorso pubblico presso il Comune che amministrava (gli atti lo dimostrano). Non vogliamo continuare ad alimentare il clima di odio e non tireremo in ballo nessuno. Non accetteremo però che si continui a capovolgere la realtà, così come quando si dichiara “mai mi sono rivolto a Pasqui e Lucarelli per proporre accordi inconfessabili”, senza specificare perché vi si sia rivolto». Sulla paventata chiusura dell’Archivio di Stato: «ritenevo fondamentale l’intermediazione politica con il Ministero dei Beni Culturali – dice Giovanna Sartori -, in quanto la soluzione di impiegare personale comunale poteva essere d’aiuto solo per tamponare il problema, ma non poteva di certo costituirne la soluzione; e per quanto concerne il trasloco della Biblioteca Valentiniana ci si preoccupava solo del fatto che i locali che generosamente Unicam metteva a disposizione, a fronte dell’utilizzo del Rotary Palace per l’importantissimo progetto di ricerca scientifica, non erano idonei a contenere tutti i preziosi volumi: la Valentiniana conta all’incirca 150mila libri mentre nell’aula di San Sebastiano ce ne entreranno più o meno 4.000, tanto che si è reso necessario l’impiego di un ulteriore locale preso, in locazione, a Torre del Parco. In merito al costo dell’intervento mi limitai ad illustrare i preventivi ricevuti dalle ditte del settore». Sartori sulle scuole sottolinea di essere stata sempre a disposizione, insieme al consigliere Riccardo Pennesi, dei dirigenti scolastici, insegnanti, personale e studenti: «coinvolgendoli in tantissimi progetti»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati