«Privilegiato l’interesse pubblico
e disturbato equilibri consolidati
Per questo eravamo scomodi a molti»

IL GOLPE A CAMERINO - «Chi ha fatto questo voleva anteporre gli interessi particolari». Partendo dalla variante bocciata, il sindaco sfiduciato Sandro Sborgia, assieme a Stefano Sfascia, Lucia Jajani e a Luca Marassi, ha rispedito al mittente le motivazioni addotte dai sette consiglieri dimissionari che hanno portato alla decadenza dell'amministrazione. «Questa è la sconfitta della città in un momento vitale per la ricostruzione. Anche da fuori, non distoglieremo lo sguardo»

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AL CONTRATTACCO – Stefano Sfascia, Sandro Sborgia, Luca Marassi e Lucia Jajani

di Monia Orazi

Una variante richiesta da un privato, nel marzo 2019, chiede di trasformare un’area in località Le Mosse di Camerino in zona edificabile, trasferendo la cubatura prevista in un terreno edificabile della stessa società privata a Raggiano di Camerino, a diversi chilometri di distanza, è stata di nuovo riproposta, ed è stata oggetto di richiesta di un nuovo Consiglio comunale, prima del terremoto politico che ha portato alla decadenza di tutta l’amministrazione comunale. È stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso nel rapporto già teso, tra i tre componenti staccatisi dalla maggioranza, formando il gruppo autonomo Per Camerino: Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi. I tre hanno rassegnato le dimissioni assieme ai quattro componenti  del gruppo d’opposizione “Radici al futuro” (Gianluca Pasqui, Antonella Nalli, Roberto Lucarelli e Stefano Falcioni), sfiduciando così il sindaco Sandro Sborgia.

E’ su questa variante che si è giocata la partita e comunque la si veda a perdere è stata Camerino. E su questo Sborgia mette i puntini sulle “i”: «Abbiamo ritenuto che questa proposta non fosse nell’interesse generale ma fosse il perseguimento di interessi personali. Da approfondimenti istruttori, sono emerse criticità tecniche e giuridiche oggetto che sono oggetto di valutazione». Sulle motivazioni che hanno portato alla scelta di far cadere l’amministrazione aggiunge il sindaco decaduto: «La nostra amministrazione è stata scomoda per molti, ha disturbato gli equilibri consolidati privilegiando l’interesse pubblico anziché quello particolare, scatenando le reazioni di chi intorno a certi interessi del mondo politico e della pubblica amministrazione ruota. Siamo consapevoli di avere agito con correttezza, nel rispetto delle regole, dell’imparzialità e della trasparenza. Questa non è la sconfitta di una parte politica ma la sconfitta della città, un torto fatto a chi ha sperato e confidato sulle capacità dell’amministrazione comunale, di risollevare le sorti della comunità. Abbiamo la coscienza a posto sapendo di aver fatto il massimo che potevamo».

sborgiaSborgia, dopo le prime parole di ieri pomeriggio (leggi l’articolo), in serata ha tenuto una conferenza stampa congiunta con gli ex assessori Stefano Sfascia e Lucia Jajani e l’ingegner Luca Marassi che era il consigliere delegato alla ricostruzione. L’ormai ex sindaco ha respinto le motivazioni addotte dai consiglieri dimissionari di essere un accentratore: «Sono motivazioni inconsistenti smentite dai fatti, i tre ex componenti di maggioranza potevano intervenire perché hanno partecipato a riunioni di giunta e potevano proporre cose da fare. Lo stesso assessore regionale Castelli ha asserito che Camerino ha avuto 30 milioni di euro per il fondo Pnrr, una delle cifre più alte. Il mio nome era stato fatto anche come possibile componente della cabina di regia terremoto per l’Anci e ora ovviamente questa opportunità è saltata. Le mie più grandi soddisfazioni sono state quelle di riaprire il centro storico, di vedere restare qua il comando dei carabinieri,  di avere acquisito la sede ex Banca Marche e i tanti progetti portati avanti, tra cui l’essere stato il primo comune ad avere impiegato con i piani utilità collettiva i percettori del reddito di cittadinanza».

Ha continuato Sborgia: «Una decisione avvenuta di notte ratificata con un atto irreversibile, che ci lascia un profondo senso di amarezza per le conseguenze che comporta. Ora torneremo alle nostre attività quotidiane, ma non distoglieremo lo sguardo da ciò che succederà, ci mettiamo a disposizione per dare la massima collaborazione del commissario prefettizio». Ha concluso l’ex sindaco di Camerino: «È la fine di un’esperienza, pensiamo ci fossero modi diversi di interrompere questo percorso, affrontando la discussione nella sede istituzionale dove si sarebbe dovuto aprire un confronto. Si doveva pensare al bene della città, lasciare Camerino senza amministrazione, mette in difficoltà coloro che vivono nelle Sae, rischiando il ritardo nella presentazione dei progetti con conseguenze sulla sospensione del Cas e il possibile pagamento  dell’affitto nelle Sae. Noi avevamo avviato un’interlocuzione con i tecnici per programmare una ricostruzione organizzata, che consentisse a chi era in grado di iniziare i lavori, scongiurando per gli altri la penalizzazione della sospensione del Cas. Non c’è stato un rapporto con i vertici regionali e perché non c’è stata la volontà già attuare rapporti di collaborazione con Camerino, attendiamo la due mesi la firma del piano straordinario di ricostruzione dopo che c’è stata la conferenza di servizi».

È stato poi il consigliere l’ex consigliere con delega alla ricostruzione Luca Marassi a tracciare un bilancio dei tanti passi in avanti fatti con il post terremoto: la riduzione della zona rossa, la gara per individuare il gruppo di redazione dei piani attuativi di prossima presentazione, l’avvio dei consorzi di ricostruzione, tra i primi nel cratere e in particolare Marassi si è soffermato sui progetti per il Pnrr: «Ora si gioca la partita più importante, va assegnata la parte integrativa del commissario Legnini che gestisce 300 milioni di euro di fondi. Abbiamo predisposto una serie di progetti come la riqualificazione delle mura e il parco urbano per 15 milioni di euro, un centro di coworking ed incubatore di imprese all’ex farmacologia, la sistemazione di Rocca Varano e del palazzo della musica. Per la misura B il centro di riabilitazione fisioterapica presso la piscina comunale, la sistemazione dell’esterno e del palazzetto, la realizzazione del parco fluviale del Palente con un campeggio e percorsi fino al lavandeto. Lo diciamo sperando che poi nessuno si prende meriti che non ha. Speriamo che il commissario prefettizio porti avanti questi progetti, perdere questo treno sarebbe una sconfitta per tutti. Un modo per proteggere le persone dalla perdita del Cas era il piano di caratterizzazione del centro storico, che il Comune dovrebbe presentare entro il 28 febbraio con l’elenco dei palazzi da ricostruire, quindi obbligati alla presentazione del progetto entro il 30 giugno prossimo. Quanto abbiamo fatto per la ricostruzione ci rende fieri, pochi hanno fatto quanto noi in una situazione cosi complessa e difficile».

Lucia Jajani ha detto che il suo unico rammarico è di non poter vedere i lavori dell’ex palazzo di Banca Marche e ha sottolineato come, nonostante le difficoltà di bilancio, non siano stati aumentati i tributi ma si sia per esempio cancellata l’Imu sulla seconda casa che per tanti è diventata la prima casa.

 

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