Sborgia: «È stata una congiura
Rivendico le mie battaglie
e rifarei tutto quanto»

CAMERINO - L'ex sindaco va all'attacco dopo il commissariamento del comune e ripercorre quanto fatto. Sui consiglieri di maggioranza dimissionari: «Probabilmente pensavano di avere a che fare con un burattino, inesperto di fatti amministrativi e manovrabile a loro piacimento. Immagino si siano accorti di aver fatto male i conti. Ho sempre operato con estrema trasparenza e correttezza»

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Sandro Sborgia

 

di Monia Orazi

L’ex sindaco di Camerino Sandro Sborgia parla di «congiura» dei conglieri dimissionari di “Per Camerino” Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi che gli contestano di «aver agito in quasi completa autonomia, con il supporto di qualche “esterno” che operava dietro le quinte. Abbiamo provato inutilmente per mesi a convincerlo a cambiare metodo di lavoro e farci partecipi delle decisioni ma di contro abbiamo subìto un’ulteriore chiusura. Sarebbe stato più facile conservare la poltroncina e continuare a prendere l’indennità, accettando qualsiasi tipo di proposta, anche con la consapevolezza che alcune erano profondamente sbagliate, ma non si persegue così il bene della collettività». «Apprendo che hanno detto la loro verità su quanto accaduto – attacca Sborgia -, ma è un’altra verità rispetto a quella comunicata all’indomani delle dimissioni. Sembra di vedere un navigatore satellitare impazzito, che ad ogni errore di percorso procede al ricalcolo del tragitto. Non mi sottraggo alle critiche rivolte al mio modo di fare politica o di gestire l’attività amministrativa –  precisa Sborgia – ho preso posizioni forti nei confronti di quanti minacciavano la stabilità e la permanenza dei servizi essenziali a Camerino. Non sono stato tenero con le amministrazioni regionali alternatesi, a riprova di non aver mai rilevato il colore politico. Ho sempre ritenuto mio dovere proteggere i servizi esistenti e possibilmente potenziarli, rivendico le battaglie fatte in nome della preservazione dell’ospedale di Camerino, per l’allargamento dell’unione montana contro i soprusi di coloro che hanno un concetto distorto di partecipazione, per scongiurare il rischio di ospitare una discarica rifiuti per la nostra città. Erano in gioco interessi importantissimi ed era preciso dovere da sindaco difenderli ad ogni costo, anche con il rischio di procurarsi qualche inevitabile inimicizia. Rifarei ogni cosa».

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Il nuovo commissario di Camerino, Paolo De Biagi (a sinistra)

Sandro Sborgia poi parla del suo metodo di governo, respinge al mittente le accuse di aver accentrato le competenze: «Riguardo i comportamenti dittatoriali tenuti nell’ambito dei rapporti interni alla maggioranza queste accuse, piuttosto che colpire il sindaco offendono la dignità degli altri consiglieri. I tre probabilmente pensavano di avere a che fare con un burattino, inesperto di fatti amministrativi e manovrabile a loro piacimento. Immagino si siano accorti di aver fatto male i conti. Ho sempre operato con estrema trasparenza e correttezza, mai mi sono rivolto ai consiglieri Pasqui e Lucarelli per proporre accordi inconfessabili».

Sborgia poi ricorda come i tre consiglieri dimissionari abbiano tentato di imporre la convocazione del consiglio comunale per l’adozione della variante al piano regolatore generale: «L’iter per l’approvazione è bene ricordarlo, ebbe inizio con l’amministrazione Pasqui, a proporla da assessore Fanelli che si chiamava contrario ad un ulteriore consumo di suolo, quando si trattava di realizzare alloggi di edilizia popolare, ma evidentemente favorevole per una richiesta proveniente da un privato. Peccato che però l’istruttoria evidenziava numerose lacune e criticità, i cui esiti sono stati comunicati ai tre proponenti, con l’invito a ritirare la richiesta di consiglio comunale.

Quindi nel pomeriggio del 28 gennaio Fanelli, Sartori e Pennesi valutate le pesanti osservazioni sulla vicenda, decidono di ritirarsi e chiedono con una nota diretta al sindaco di sospendere la convocazione del consiglio comunale. Più tardi si sono ritrovati insieme a Pasqui e gli altri, per sottoscrivere l’atto di dimissioni». Aggiunge l’ex sindaco: «Un profondo senso di compassione attraversa la mia anima al pensiero di vedere i tre consiglieri di maggioranza nel cuore della notte, all’interno di uno studio commerciale sottoscrivere quello sciagurato documento, con il quale hanno decretato la morte dell’amministrazione comunale e con essa il tradimento della volontà popolare. Oggi l’amministrazione della città è affidata a un commissario prefettizio, che di solito viene chiamato ad assumere le funzioni in momenti drammatici e tragici della vita amministrativa di una comunità, ma in questo caso è diverso, questo è amore». Sborgia poi critica l’affermazione dei tre consiglieri sulla «mancanza di democrazia nell’adozione di scelte profondamente sbagliate e persino dannose di cui la più grave avrebbe riguardato il progetto di ricostruzione.

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Da sinistra Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi

La dichiarazione non poteva che provenire dall’ex assessore ai lavori pubblici e urbanistica Marco Fanelli, che appena insediato ebbe a dire che non era il caso di concentrare tutti gli sforzi sulla ricostruzione della città, che criticava l’impegno che gli altri consiglieri mettevano per la ripresa degli interventi di messa in sicurezza, che non ha mai partecipato a una sola riunione sulla ricostruzione. Riguardo l’ordinanza speciale Camerino intervenne per dichiarare che non si poteva dare priorità agli edifici strategici, perché il personale dell’ufficio tecnico aveva troppo lavoro, ma pubblicava sui social commenti sul grande risultato raggiunto. Quando si dice la coerenza», aggiungendo riguardo a Fanelli «un assessore che ha brillato esclusivamente per la sua assenza, che non si è mai occupato di un piano di manutenzione delle strade o del verde pubblico, che non ha mai avuto contezza, nè di quali fossero i lavori da fare, né di quale fosse lo stato di avanzamento di quelli in corso. Non si è mai occupato di risolvere situazioni urgenti, come quella del fosso lo Scarico, il manto stradale della frazione Mecciano-Mergnano, inlavori della strada che conduce all’ospedale dalla località le Calvie e quella dei Ponti, per non parlare delle opere necessarie al campus universitario». L’ex sindaco elenca poi una serie di occasioni di dissenso dei tre nei suoi confronti, riguardo la protesta dell’ex assessore alla cultura Sartori «quando il sindaco ha fatto trasferire all’archivio di Stato per non farlo chiudere, un’unità di personale comunale, lo spostamento della biblioteca Valentiniana giudicato impossibile sia da Fanelli che da Sartori – aggiungere Sborgia – riguardo al settore istruzione completamente dimenticato sia dall’assessore alla cultura che da quello ai lavori pubblici, per la manutenzione delle strutture. Sartori non scrive nessuna parola riguardo alla scuola, perché della scuola, dei ragazzi e delle famiglie non è mai importato nulla».



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