Sborgia «E’ stato un patto scellerato
a mandare a casa un’amministrazione
desiderata dalla maggioranza dei cittadini»

CAMERINO - Le prime parole dell'ormai ex sindaco dopo la sfiducia che ha portato al commissariamento del Comune: «Le dimissioni dei sette consiglieri formalizzate di notte nelle stanze di uno studio commerciale. Chiaramente inconsistenti le motivazioni addotte a giustificazione dell’atto compiuto. Innumerevoli erano i modi e le possibilità per contrastare il nostro operato. Si è optato per quello peggiore»

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Il sindaco Sandro Sborgia

 

di Monia Orazi

«Non posso che prendere atto, con profondo rammarico, delle dimissioni presentate dai consiglieri di maggioranza Fanelli, Sartori e Pennesi insieme a quelle dei consiglieri di minoranza Pasqui, Lucarelli, Nalli e Falcioni, formalizzate nel cuore della notte, nelle stanze di uno studio commerciale, per impedire a un’amministrazione comunale, democraticamente eletta e fortemente desiderata dalla stragrande maggioranza dei cittadini, di continuare nel suo percorso di ricostruzione della città. L’epilogo di un patto scellerato, probabilmente sottoscritto alcuni mesi prima con la formazione del gruppo “per Camerino”, forse originato da una sempre più marcata insofferenza alla convivenza con un nucleo di persone che avevano deciso di porsi al servizio della comunità senza secondi fini o interessi personali da promuovere, animati solo dalla volontà di far bene».

Sono le parole dell’ormai ex sindaco di Camerino Sandro Sborgia, che interviene per la prima volta dopo il terremoto che ha portato alla caduta della sua amministrazione. Innanzitutto Sborgia traccia un bilancio di due anni e mezzo di amministrazione: «In questi due anni e mezzo di mandato amministrativo, ci siamo adoperati per assicurare un’azione amministrativa in grado di fronteggiare e risolvere i grandi problemi lasciati sul tappeto dalla passata gestione, insieme a tutti quelli che si sono in seguito presentati, ricostruzione, pandemia, ospedale, scuola, discarica, unione montana; che fosse il più possibile rispettosa dei diritti e delle esigenze di tutti, evitando favoritismi. Un lavoro duro e silenzioso, condotto quotidianamente e senza risparmio con l’esclusivo intento di onorare gli impegni presi con la collettività, incuranti di quel pezzo di squadra totalmente impegnata alla cura della propria immagine, alla continua ricerca di consenso, ossessionata dalle manie di protagonismo».

Quindi respinge al mittente (i sette consiglieri dimissionari) l’accusa di aver accentrata su di sé la gestione amministrativa. «Chiaramente inconsistenti le motivazioni addotte a giustificazione dell’atto compiuto: il lamentato accentramento delle decisioni nella figura del sindaco; l’incapacità di conseguire i fondi del Pnrr, l’isolamento dalle istituzioni regionali, piuttosto che elementi a supporto della scelta dimissionaria, confermano l’esistenza di altre e diverse nascoste ragioni, per le quali evidentemente non si poteva consentire a quest’amministrazione di proseguire oltre. Motivazioni convergenti per il perseguimento di interessi talmente comuni a entrambi i gruppi consiliari, tanto da indurli a una fusione certificata nel cuore della notte cosicché fosse impedita, a entrambi, la possibilità di compiere scelte reversibili – aggiunge Sborgia – Una brutta pagina non solo politica ma anche umana. La piena consapevolezza della reale dimensione delle questioni da affrontare in favore dei bisogni e delle necessità della popolazione, avrebbe dovuto indurre i dimissionari ad una più attenta e meditata riflessione sulle gravi conseguenze che tale scelta inevitabilmente produrrà. Innumerevoli erano i modi e le possibilità per contrastare l’operato dell’amministrazione. Si è optato per quello peggiore».

Sborgia parla anche del giuramento di fedeltà verso Camerino: «Ero perfettamente consapevole che sarebbe stato necessario assumere una posizione ferma e decisa a difesa dei presìdi fondamentali la cui sopravvivenza era gravemente compromessa: l’importanza di preservare il presidio ospedaliero e la sua totale e piena funzionalità; la necessità di scongiurare la possibile collocazione di una discarica di rifiuti nel nostro territorio; l’urgenza di rimuovere le macerie derivanti dalle demolizioni di edifici danneggiati, che ostacola l’avvio delle ricostruzione; l’importanza di concorrere con l’Università nell’individuazione di un’area del territorio comunale ove collocare il Centro di Ricerche per contrastare le volontà di quanti premono per collocarlo in altro luogo regionale (vedi in particolare il territorio ascolano); la necessità di scongiurare il trasferimento del presidio della compagnia carabinieri e di preservare la presenza della casa circondariale; assicurare la prosecuzione del servizio di vaccinazioni pediatriche e della funzionalità dell’ambulatorio pediatrico così come quella dell’archivio di stato. Queste sono solo alcune delle  questioni affrontate. Dalle scelte che saranno operate in questo delicato momento e dalla forza e dalla decisione che si profonderà per perseguirle, dipendono il futuro e la sopravvivenza non solo della nostra Città ma di tutto un territorio circostante».

Infine, il ringraziamento a tutti coloro che l’hanno sostenuto: «E’ stato per me un onore e un privilegio avere avuto al mio fianco persone di enorme spessore umano e morale dalle quali ho tratto preziosi insegnamenti di vita che porterò per sempre con me: Anna Ortenzi, Lucia Jajani, Luca Marassi, Maria Giulia Ortolani e  Stefano Sfascia che più di tutti ha pagato il prezzo di una scelta fatta in nome dell’amicizia e dell’amore incondizionato per la nostra città. Non dimentico le tante persone che hanno collaborato a titolo gratuito e senza le quali non avremmo conseguito i risultati sperati. Tra essi una menzione particolare merita l’architetto Michele Tromboni il cui contributo è stato determinante per la redazione del programma straordinario di ricostruzione: uno strumento di enorme importanza per il futuro della città, indicato come esempio da seguire per tutti i comuni dell’area del cratere, grazie al quale gli interventi di ricostruzione potranno essere coerentemente organizzati». Sborgia poi ringrazia il segretario generale Paolo Cristiano e tutti i dipendenti comunali, il rettore Claudio Pettinari e l’arcivescovo Francesco Massara, il commissario straordinario Giovanni Legnini, i sindaci del territorio. E conclude: «Al commissario prefettizio che sarà chiamato ad assumere la responsabilità di guidare la città, rivolgo gli auguri più sinceri di buon lavoro, sicuro che le difficili scelte che sarà chiamato a compiere nei prossimi mesi, saranno adottate per il bene e nell’interesse esclusivo della collettività.  Alla cittadinanza rivolgo il mio grazie più sentito per l’onore e il privilegio che mi sono stati riservati, certo che saprà anche in questo difficile momento, trovare la strada per rialzare la testa e uscire ancor più rafforzata da questa difficile situazione».

 

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