Vaccinazioni, medici di base in campo
Mari: «Partiamo dagli over 80
Poche dosi ma l’importante è iniziare»

BATTAGLIA - Dal 15 marzo parte la campagna, la prima fase dovrebbe durare due settimane e riguarderà anziani che non possono camminare. Il presidente dell'Ordine dei medici di Macerata: «Dopo inizieremo a praticare il farmaco alle persone più fragili. Pochi effetti collaterali di Pfizer e Moderna, qualcuno in più con Astrazeneca». La Regione schiera 30 operatori in più per occuparsi del tracciamento del Covid, approvato anche lo schema di protocollo per la somministrazione nelle aziende

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Romano Mari si sottopone al vaccino

 

di Gianluca Ginella

«I medici per fare i vaccini lavoreranno in equipe territoriali, che è una cosa molto utile. È previsto che la campagna partirà dal 15 marzo e inizieremo con le persone che hanno oltre 80 anni e che non camminano», così il presidente dell’Ordine dei medici di Macerata, Romano Mari, dopo la delibera della Regione che dava il via libera ai medici per poter fare le vaccinazioni. Oggi intanto il governatore Francesco Acquaroli, sempre sul fronte dei vaccini, ha annunciato due novità: l’approvazione dello schema di protocollo per estendere la vaccinazione nei luoghi di lavoro, coinvolgendo le imprese e le categorie economiche e sociali. «Ora – ha spiegato Acquaroli – può partire la concertazione con tutti coloro che vorranno aderire». La seconda è l’arrivo di 30 operatori in più per occuparsi del tracciamento del Covid. Servizi che si affiancano alla possibilità per i medici di iniziare a fare le vaccinazioni. «L’accordo consente ai medici di medicina generale di intervenire in questa battaglia – spiega Mari -.

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Romano Mari in tenuta anti Covid

Certamente non si può non riconoscere alla medicina generale uno dei compiti che gli spetta, insieme alla prevenzione e alla cura, ossia la vaccinazione. Siamo da sempre impegnati nelle vaccinazioni». Al momento ci sono tre vaccini (Pfizer, Moderna, Astrazeneca). Quello Pfizer richiede una conservazione particolare, dunque la gestione è complicata per i medici, più facile usare gli altri due farmaci. L’inizio sarà dedicato alle persone anziane che non camminano e i medici andranno a domicilio a praticare le vaccinazioni. «Se sono inseriti nel servizio di assistenza domiciliare sarà lo stesso medico a contattarli – spiega Mari -. Ritengo che ci vorranno una o due settimane per completare queste vaccinazioni e poi si partirà con le categorie fragili». Una cosa positiva, spiega Mari: «è che la Regione ha diviso in equipe territoriali, in questo modo viene indicato un coordinatore che verificherà quanti vaccini servono e ne farà domanda». I medici potranno vaccinare sia nel loro studio che a domicilio (appunto per chi non può uscire di casa) o in altri luoghi che vengano individuati dalle equipe.

Vaccinazioni_Insegnanti_FF-8-650x433«Mi lascia solo un pochino perplesso che non abbiano tante dosi di vaccino. Ma l’importante  è cominciare» dice Mari. Che aggiunge: «La nota dolente è la burocrazia. Con il consenso informato significa per i medici riempire diversi fogli, e fare una anamnesi sul paziente, significa appesantire l’attività del medico». Sui tipi di vaccino spiega: «Pfizer e Moderna sono molto similari. Si immette il farmaco, che poi porta a sviluppare una proteina, la spike, per cui il mio organismo non conoscendola come propria crea gli anticorpi. Non ho visto effetti collaterali importanti per questi due vaccini, se non qualche linea di febbre, diarrea o dolore nel punto in cui è stato inoculato il farmaco (parliamo di dolore al braccio). Ma nell’arco di 12-14 ore finisce tutto. Diverso Astrazeneca, è un adenovirus inattivato, che si porta dietro la proteina spike: entra nel nostro organismo e produciamo anticorpi contro questa proteina. Essendo un virus attenuato (si identifica molto con i vaccini già conosciuti in passato) frequentemente ci possono essere disturbi come stanchezza, mal di testa, un po’ più di febbre, anche elevata che può durare alcune ore. Reazioni gravi al vaccino di tutti e tre non ne ho viste».

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