di Luca Patrassi
La dottoressa si sfoga con la collega al ritorno da un turno massacrante: richieste di tamponi infinite, colleghi contagiati, «siamo carne da macello» osserva. E’ passato un solo giorno e quello sfogo diventa un grido d’allarme che rimbalza da reparto a reparto, di ospedale in ospedale. La situazione negli ospedali maceratesi è esplosiva, secondo il racconto di alcuni dirigenti medici. Il numero dei ricoveri di pazienti Covid cresce in maniera esponenziale, sia nei reparti di degenza che in quelli di terapia intensiva e semiintensiva. Cresce il numero dei ricoveri e sale anche la tensione tra gli operatori che chiedono a gran voce decisioni degne dell’emergenza in corso, non decisioni di campanile legate ad opportunità politiche. In tutto questo il clima sembra quello dell’andare avanti alla giornata, sperando che l’ondata non travolga tutto e tutti. Ieri chi ha avuto la (s)ventura di passare in ospedale a Macerata ha visto scene e sentito voci inequivocabili: il clima è quello dell’alta tensione mentre dall’Asur si attendono decisioni conseguenti, tipo ospedali interamente dedicati al Covid senza dover assistere a scene imbarazzanti per una struttura sanitaria. Ieri è stata una giornata esplosiva, ma le attese non sono per un miglioramento della situazione visto che ci si attende altre settimane di picco pandemico con strutture ospedaliere ad oggi inadeguate, se non verranno prese subito decisioni in grado di rispondere alla richiesta di posti letto anche per i malati più gravi. L’Asur è alla ricerca di medici e di personale sanitario, ma chi lavora sul campo denuncia una situazione prossima al collasso. I medici chiedono risposte urgenti, immediate.
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Ma questa è una notizia o un corsivo? Per capire.