Lezioni da casa alle superiori, il governatore Francesco Acquaroli ha firmato oggi l’ordinanza che vale dal 3 novembre sino al 24 novembre. La decisione è stata presa visti i dati legati alla pandemia. Ed è specificato nel testo della stessa ordinanza, in cui si legge che: «considerati i dati contenuti nell’ultimo rapporto di monitoraggio dell’Ufficio scolastico regionale (dati dal 19 al 24 ottobre, ndr) che confermano una maggiore circolazione virale con un incremento di contagi nelle comunità scolastiche, con almeno 555 casi di positività al Covid ascrivibili a studenti e 183 a personale della scuola, tale da evidenziare una particolare situazione di rischio e criticità a livello territoriale che necessità dell’immediata adozione di misure più stringenti nel settore scolastico». L’ordinanza parte dal 3 novembre e fino a tutto il 24 novembre.
I DATI – Nella settimana che va dal 19 al 24 ottobre, erano 426 le classi non in presenza nelle Marche a causa del Covid: il 4,2% del totale. I positivi al Coronavirus erano 147 docenti (0,63% del totale), 36 per personale non docente (0,59%) e 555 studenti (0,27%). Questi i dati forniti dal monitoraggio dell’Ufficio scolastico regionale, su un campione che copre il 97,88% delle scuole delle Marche (231 su 236) e il 99,86% degli studenti (201.232). Le positività nella settimana presa in esame sono in tutto 738 con a cascata 8.988 studenti che hanno sospeso l’attività didattica in presenza e 6.248 quarantene scattate a causa dei casi positivi (5.831 studenti in quarantena, 356 docenti e 61 del personale non docente).
Complimenti per il grande buon senso, Governatore.
Non sono d'accordo, la scuola va protetta, in qualsiasi situazione!
i numeri non fanno pensare a qualcosa di disastroso...se di pensa che per fortuna la maggior parte si può curare a casa....mj sembra di mettere a carri davanti si buoi!!
Ha preso spunto dai consigli dalla CACIOTTARA
Tra telelavoro e telescuola ci manca una cabina di regia. In certi angoli la linea telefonica è primordiale, se capita ad una famiglia di 3-4 persone, come fanno?
Scusate ma le scuole inferiori sono figli di nessuno?
Tristezza!
Qualcosa dovra' pur fare sto poromo! Senno' come li giustifica i voti che gli sono stati dati?? Ora il protagonista e' lui nelle Marche!
Ma i terremotati,già te li scordati????
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Una ferita inferta agli studenti che non si rimarginera’
Nella sua pagina Facebook il Presidente della Regione Marche Acquaroli scrive:
“Con una ordinanza che firmerò domattina, dal 3 novembre prossimo, tutti gli studenti delle scuole superiori delle Marche (secondarie di secondo grado) saranno in didattica a distanza al 100%. Una decisione che abbiamo preso insieme all’assessore all’istruzione Giorgia Latini e a tutta la giunta.
È un provvedimento che assumiamo con la consapevolezza di dover contrastare lo sviluppo della pandemia anche attraverso misure flessibili di insegnamento, garantendo comunque, alle fasce deboli della popolazione scolastica, la possibilità di proseguire l’anno scolastico in presenza. In particolare per quegli alunni con bisogni educativi speciali e per coloro che hanno difficoltà di collegamento telematico dal proprio domicilio. Inoltre manteniamo la possibilità di svolgere in presenza i laboratori laddove previsti e le verifiche scritte.”
Le verifiche scritte in presenza?? Ma di che stiamo parlando? Cosa si vuole ottenere con questo provvedimento? Mantenere la legalità e la validità dell’anno scolastico con un artificio che contraddice e contrasta con l’ordinanza stessa: possiamo insegnare on line ma “venite a scuola a dimostrare per iscritto che avete studiato perché on line non si può e non è legale!!
“Oppure bendiamo i ragazzi” in occasione delle verifiche, come è già successo in qualche scuola di diversa regione, episodio surreale di cui ha parlato abbondantemente la stampa nazionale!!
E poi cosa vuol dire e come si dovrebbe fare a garantire la scuola in presenza agli alunni con bisogni educativi speciali?
Acquaroli conosce il significato di tale terminologia?
Vogliamo tornare alle classi differenziate di un tempo (pardon scuole differenziate!!) annullando con un colpo di spugna anni di lavoro per l’inclusione e le pari opportunità?
La legislazione e le pratiche didattiche rivolte ai ragazzi con bisogni educativi speciali si debbono basare scrupolosamente sull’appartenenza, sull’accoglienza, sulle pari opportunità ma soprattutto sulla partecipazione reale ed attiva alla vita scolastica in presenza nella relazione ordinaria con i pari e con gli adulti, offrendo loro tutti i supporti e le progettualità didattiche che non li differenzi e non li escluda.
Per assurdo questo provvedimento andrà a differenziare ed escludere!
Forse nessuno ad Acquaroli ha detto che nella “categoria cosiddetta BES” sono compresi gli alunni stranieri, gli alunni diversamente abili, gli alunni con piano didattico personalizzato perché dislessici, disgrafici o discalculici!
Dal tre novembre nelle scuole secondarie di secondo grado nelle Marche, in conseguenza dell’ordinanza di Acquaroli, avranno la possibilità di partecipare alle attività didattiche in presenza solo loro!
E gli altri ( con possibilità ) solo per le verifiche scritte!!
Francamente credo che questo provvedimento sia una trappola per lo stesso Acquaroli che non ha inteso bene di cosa parlava quando scriveva! E spero che ci ripensi.
Chiudere le scuole è l’ultimo atto che un paese democratico dovrebbe compiere, dopo aver esplorato altre strade per garantire agli alunni il diritto allo studio ed alle famiglie il diritto di sperare per i propri figli il mantenimento di livelli d’insegnamento e di organizzazione scolastica adeguati alla società civile che dichiariamo di essere.
Non solo per il presente, ma per il futuro della nostra società civile e democratica.
Non sappiamo quanto durerà questa pandemia, forse si stanno prefigurando tempi lunghi e difficili ed anche per questo le risorse umane ed economiche oggi debbono essere impegnate nell’adeguare prioritariamente i servizi sanitari, i trasporti, la scuola, i servizi pubblici essenziali.
Mi chiedo perché, anche in considerazione delle risorse di varia tipologia di cui la nostra regione dispone, non si siano realizzate altre soluzioni.
Forse perché gli studenti o le famiglie o la scuola stessa non sono ancora scesi in piazza a reclamare il loro diritto, come stanno facendo altri?
Mi permetto di citare Angelo Paletta (Professore ordinario di Economia Aziendale all’Università di Bologna ) che nell’articolo pubblicato dalla rivista “Ripartire Italia” consultabile al link ” Covid-19, innovazione didattica e cambiamento organizzativo nelle scuole. Così possiamo evitare la diseguaglianza sociale» ha scritto: “Al momento, mentre non ci sono solide evidenze scientifiche che dimostrino l’effetto immediato sulla diffusione del virus della riapertura delle scuole, sappiamo con certezza che Covid-19 produrrà per lungo tempo ripercussioni sul grado di istruzione delle giovani generazioni e sulle economie nazionali.
Secondo l’Unesco, tra marzo e aprile, 9 studenti su 10 in tutto il mondo sono rimasti a casa e ancora oggi solo la metà è tornata in classe. A causa della lunga assenza dalle lezioni gli alunni potrebbero tornare in classe dopo essersi dimenticati circa un terzo delle conoscenze in comprensione del testo e più della metà delle competenze matematiche dell’ultimo anno[1].
Utilizzando i dati di 157 paesi, una ricerca dalla Banca Mondiale mostra che diminuiranno sia il livello globale di istruzione che il livello degli apprendimenti. Covid-19 potrebbe comportare una perdita compresa tra 0,3 e 0,9 anni di scolarità, riducendo gli anni effettivi di istruzione di base che gli studenti raggiungono durante la loro vita da 7,9 anni a 7,0 -7,6 anni. Secondo la Banca Mondiale, quasi 7 milioni di studenti dall’istruzione primaria a quella secondaria potrebbero abbandonare gli studi a causa dello shock economico sociale prodotto dalla pandemia[2].”
Quindi, Presidente Acquaroli, gravi saranno sul piano sociale e culturale le conseguenze di un dispersione scolastica facilitata ed imposta!
A meno che non vogliamo dire e dirci che la scuola non ha valore come invece l’ha avuta per la vita di ciascuno di noi, anche la Sua.
Per la Sua decisione avrà sicuramente beneficiato di esperte consulenze.
Mi permetto di indicare alcune possibilità che, fra le tante, mi vengono in mente per ovviare al lockdown scolastico che Lei prevede dal 3 novembre:
-L’utilizzo degli spazi scolastici in tutto l’intero arco della giornata ( anche pomeriggio e/o sera ) garantirebbe distanziamento!
Di pomeriggio le scuole sono vuote, apriamole!
-L’incremento di mezzi di trasporto utilizzando anche quelli privati garantirebbe il distanziamento! Incrementiamo le risorse per i trasporti!
E comunque le Marche hanno realtà scolastiche e paesaggistiche che di per sé non vedono il sovraffollamento perché gli alunni possono raggiungere e/o raggiungono la scuola a piedi o con mezzi privati.
-Le classi numerose possono lavorare secondo il modello didattico dei “gruppi di lavoro
flessibili e laboratoriali” previsti già dall’autonomia scolastica purché sia garantito un numero adeguato di docenti che possa consentire la suddivisione delle classi.
Garantiamo che nelle scuole prendano servizio docenti in numero sufficiente a realizzare effettivamente un’organizzazione delle classi per gruppi di lavoro idonei a garantire un distanziamento significativo fra le persone!
-Aprire ad interlocuzioni territoriali con una consultazione organizzata delle autonomie scolastiche e delle rappresentanze collegiali (mai abrogati gli organi collegiali!) per valorizzare le scelte possibili e diversificate nell’interesse dell’utenza e dell’istruzione
Spero che oggi il Presidente della Regione Marche non firmi questo provvedimento che, tra l’altro, precorre decisioni eventualmente da assumere dal governo nazionale, in caso di situazioni da zona rossa.
Mirella Paglialunga