Mangialardi all’attacco di Acquaroli: «Candidatura scelta nei palazzi romani»
MARCHE 2020 - Il candidato governatore del centrosinistra dopo l'ufficialità dell'accordo Salvini-Meloni-Berlusconi sul deputato di Potenza Picena: «Auspico che, a differenza di quanto avvenuto in altre realtà, specie nelle recenti elezioni in Emilia Romagna, questa impostazione non distolga dai problemi dalla nostra regione». Soddisfatto per la scelta invece il commissario di Forza Italia Battistoni
«Prendiamo atto che finalmente i palazzi romani del centrodestra hanno scelto il nome da calare nelle Marche in vista delle prossime elezioni regionali». Entra nel vivo la campagna elettorale e partono le prime stilettate tra i due principali competitor Maurizio Mangialardi e Francesco Acquaroli. A commentare infatti come una scelta calata dall’alto la candidatura del parlamentare di Potenza Picena fedelissimo alla Meloni è proprio il candidato governatore del centrosinistra. «Auspico che, a differenza da quanto avvenuto in altre realtà, specie nelle recenti elezioni in Emilia Romagna – aggiunge Mangialardi – questa imposizione romana non distolga il confronto politico dai temi e dalle proposte che interessano il futuro delle Marche. La nostra comunità non ha certo bisogno di quel genere di iniziative a cui la destra ci ha tristemente abituato, volte solamente a creare inutili e artificiose tensioni sociali. La serietà, la laboriosità e la capacità di sentirsi comunità dei marchigiani hanno bisogno di proposte e programmi concreti come il nostro».
Francesco Acquaroli
Con l’accordo a tre su Acquaroli, è convinto della vittoria il commissario regionale di Forza Italia FrancescoBattistoni. «Finalmente si parte per vincere – dichiara – Francesco Acquaroli candidato governatore è la notizia che tutti aspettavamo. Ora possiamo iniziare la campagna elettorale nel segno del cambiamento. Le Marche meritano di voltare pagina dopo un quarto di secolo in cui la sinistra ha governato ininterrottamente producendo più danni che utili. Forza Italia sarà una componente importante nello scacchiere del centrodestra, metteremo a disposizione di Acquaroli i nostri migliori candidati possibili, in ogni provincia. Daremo tutto il nostro impegno per essere forza determinante per la vittoria del centrodestra. Una vittoria che meritano, prima di tutti, i cittadini delle Marche. Si parta subito da una condivisione dei programmi, cosa fondamentale ma non difficile visti e considerati i fallimenti programmatici delle ultime legislature da parte della sinistra».
Ma non era Andrea Orlando, della segreteria nazionale del PD, forse addirittura vicesegretario nazionale del PD, quello venuto due o tre volte alle riunioni della direzione regionale del PD (prima del covid) per indurre Ceriscioli, allora in totale fase discendente, a fare un passo indietro e a rinunziare ad una seconda candidatura?
E non è stato sempre lui, Andrea Orlando, vice segretario nazionale del PD, a spingere per la soluzione di ripiego che poi è stata trovata su un personaggio politicamente incolore come Mangialardi, ritenuto allora l’unico punto di equilibrio tra le due anime piddine marchigiane in aspra contesa tra di loro?
Se questo è, attaccare Acquaroli perchè sarebbe stato scelto a Roma mi sembra una sciocchezza ed un’ipocrisia grosse come una casa.
Non ricordo, ai tempi delle primarie PD per la scelta del candidato sindaco di Macerata, di aver visto le liste per le regionali, ovvero le candidature a Governatore delle Marche.
E ancora non c’era il lockdown per il Covid-19…
Poi quando l’agitatissimo Mangialardi avrà anche chiarito in Tribunale il suo rinvio a giudizio per l’alluvione di Senigallia (esondazione del torrente Misa che procurò danni notevoli e 3 morti) saremo tutti più sereni; in particolar modo sulla sua capacità di amministrare ovvero farci capire se certe tragedie sono imprevedibili come i terremoti e gli uragani oppure no.
Si fanno di continuo le scarpe l’un l’altro e dei programmi, l’unica cosa che interessa i cittadini, prossimi elettori, non dicono nulla.
Ma non era Andrea Orlando, della segreteria nazionale del PD, forse addirittura vicesegretario nazionale del PD, quello venuto due o tre volte alle riunioni della direzione regionale del PD (prima del covid) per indurre Ceriscioli, allora in totale fase discendente, a fare un passo indietro e a rinunziare ad una seconda candidatura?
E non è stato sempre lui, Andrea Orlando, vice segretario nazionale del PD, a spingere per la soluzione di ripiego che poi è stata trovata su un personaggio politicamente incolore come Mangialardi, ritenuto allora l’unico punto di equilibrio tra le due anime piddine marchigiane in aspra contesa tra di loro?
Se questo è, attaccare Acquaroli perchè sarebbe stato scelto a Roma mi sembra una sciocchezza ed un’ipocrisia grosse come una casa.
Mangialardi, Acquaroli nato e cresciuto a PPP, viene visto come più marchigiano di te che stai a Pesaro, parli romagnolo e c’hai troppa mascagna.
Non ricordo, ai tempi delle primarie PD per la scelta del candidato sindaco di Macerata, di aver visto le liste per le regionali, ovvero le candidature a Governatore delle Marche.
E ancora non c’era il lockdown per il Covid-19…
Poi quando l’agitatissimo Mangialardi avrà anche chiarito in Tribunale il suo rinvio a giudizio per l’alluvione di Senigallia (esondazione del torrente Misa che procurò danni notevoli e 3 morti) saremo tutti più sereni; in particolar modo sulla sua capacità di amministrare ovvero farci capire se certe tragedie sono imprevedibili come i terremoti e gli uragani oppure no.
Concordo con Peppe Bommarito, che non fa una piega. Adesso, vediamo gli uomini e il programma fattibile e non solo enunciabile.