Il D-day di parrucchieri ed estetiste
«Non vedevamo l’ora di riaprire
E’ come il primo giorno di scuola»

VIAGGIO a Macerata e Civitanova nei saloni di bellezza di nuovo operativi dopo due mesi di lockdown. Le voci dei lavoratori del Benessere tra la speranza di ripartire e il timore del virus. Tante le spese di riavvio per i dispositivi di protezione: «Il protocollo è arrivato solo venerdì. I clienti ci hanno dato tanta fiducia»

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Primo giorno di riaperture per estetisti e parrucchieri a Macerata e Civitanova

 

di Laura Boccanera e Federica Nardi (foto Federico De Marco, Fabio Falcioni)

Sono sparite le riviste dai saloni di bellezza e sono invece apparse sui pavimenti le linee che tracciano i confini del distanziamento fisico, i tavolini carichi di disinfettanti, il plexiglass e i sorrisi nascosti dietro le mascherine. Ma in una sola mattinata parrucchiere ed estetiste sono passate dal timore del coronavirus e dei protocolli alla gioia di riabbracciare, metaforicamente, i clienti che subito hanno ricominciato a popolare i negozi di Macerata e Civitanova nel primo giorno di riapertura dopo due mesi di stop.

 

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Samuela Schiavoni di Riccioli D’Oro dentro il suo negozio riadattato ai protocolli anti contagio

 

MACERATA – «Stanotte non ho dormito mai. Hai paura del virus, di sbagliare qualcosa del protocollo», racconta Samuela Schiavoni, titolare di Riccioli D’Oro in via Spalato a Macerata, con indosso mascherina, guanti e visiera. La sua prima cliente della giornata è in posa per la tinta all’interno del negozio. «In questi due mesi di stop ho dato tante consulenze telefoniche ma le mie mani…non le ha sostituite nessuno – aggiunge con lo sguardo sorridente, anche se la fatica dei dispositivi di protezione si sente -. Ci si muove tutti bardati e oggi non è nemmeno caldo. Ci abitueremo anche a questo». In questi mesi di chiusura «ci sono mancati dei supporti dallo Stato. Doveva aiutarci, non farci scegliere se morire di fame o di coronavirus – prosegue Schiavoni -. Per fortuna ci siamo dati anche una mano tra colleghi. Considera che il protocollo è arrivato solo venerdì. Ci siamo dovuti accaparrare le protezioni che non si trovano, i prezzi sono schizzati alle stelle. Di tutto quello che avevo ordinato di monouso me n’è arrivato esattamente la metà di quanto chiesto».

 

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Sonia Latini prepara la stanza per la prossima cliente

 

Poco distante, sempre in via Spalato, Sonia Latini di Rimmel Estetica e Benessere fa arieggiare i locali come da protocollo tra una cliente e l’altra. «Misuro anche la febbre a chi entra – racconta Latini -. Oggi è un mix di emozioni, tra ansia e contentezza. Ho avuto la fortuna di avere i 600 euro di aiuti ma ammetto che tutto l’acquisto del monouso, gel disinfettanti e saponi mi è costato 900 euro. Speriamo piano piano di ripartire. Intanto fino a metà giugno sto piena di prenotazioni».

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Matteo Seccacini ha riorganizzato il salone, tracciando il percorso da fare per mantenere le distanze di sicurezza

 

Matteo Seccacini di Pure Hair, in via Maffeo Pantaleoni, ammette che oggi è per lui «emozionante come il primo giorno di scuola. Il clima è bello perché i clienti anche sono contenti di venirsi a fare i capelli e sono partecipativi, stando attenti a rispettare le norme». Mentre parla le clienti arrivano, una dipendente le accoglie e le aiuta a riporre borse e oggetti in una busta e a pulire le mani. Seccacini ha fatto anche una scelta più ambientalista «Mi sono organizzato con camici e asciugamani sanificati, che vengono imbustati uno a uno. Solo i guanti sono usa e getta – spiega Seccacini -. Si perde un po’ di tempo all’ingresso e poi per la sanificazione, che viene fatta a ogni fine lavoro». Il lavoro è iniziato alle 8, «nel corso della giornata la paura si è trasformata in serenità. Abbiamo la possibilità di coccolare di più il cliente, avendone meno alla volta. Lo staff, come consigliato, lo sto facendo lavorare a turni. Riesco a gestire 3 dipendenti alla volta quindi massimo 5 clienti alla volta. Pensavo peggio. Vedremo alla fine del mese se queste norme portano a un abbassamento del fatturato. Speriamo di no. Per riaprire tra sanificazione e acquisti che ho fatto le spese sono state tante».

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Le clienti ripopolano il centro estetico Agua dopo due mesi di stop a causa del virus

 

Serena anche Simona Apolloni del centro estetico Agua di viale Don Bosco. «C’è tanta emozione. Sono felice di rivedere tutte le clienti che ci hanno dato tantissima fiducia. Siamo noi più preoccupate di loro ma ho un locale molto grande quindi ho potuto adattarmi al protocollo senza tanti problemi. La cosa che più mi ha fatto piacere è che le clienti sono volute ripartire subito con i trattamenti, anche quelli più ravvicinati. Cerchiamo di fare inoltre più di quanto ci viene prescritto. Ho preso anche una sterilizzatrice nuova e uno sterilizzatore per l’aria. Le clienti devono stare qui senza temere che questo loro vezzo poi possa nuocere a loro e alle loro famiglie. È dura perché sono mesi importanti, è una bella salita che dopo il terremoto non ci voleva però almeno quest’anno abbiamo gli ammortizzatori sociali. Avevamo proprio voglia di ricominciare».

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Karina Maria Rogani di Karina love hair al lavoro nel suo salone

 

CIVITANOVA – Anche a Civitanova tra le riaperture più attese c’erano quelle di barbieri, parrucchierie e centri estetici. Poco prima delle 9 questa mattina Karina Rogani ha riaperto il suo salone di viale Vittorio Veneto: «Stamattina appena abbiamo riaperto avevo tanta tensione. Ero preoccupata per l’osservanza del protocollo e di tutte le nuove norme, attenta affinché tutto funzionasse al meglio dal punto di vista igienico. Poi sono entrate le prime clienti. Lavoriamo su appuntamento facendo firmare un’autocertificazione nella quale si afferma di non avere febbre e sintomi e non essere positivi al Covid, utilizziamo solo materiali monouso e allunghiamo il lasso di tempo fra un appuntamento e l’altro. Siamo tornate in 3 al lavoro e prendiamo al massimo 2/3 persone ogni 2 ore».

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Stefano Tassetti

 

Per tre settimane non ha un buco in agenda per tagli e colore e messe in piega neanche Stefano Tassetti dell’omonimo atelier di viale Vittorio Emanuele: all’ingresso per l’attesa le poltroncine a disposizione sono contrassegnate con una X e ogni postazione è distanziata. «La ripresa è contrassegnata dalla difficoltà di fare tutto nello stesso momento, di svolgere il nostro lavoro e pensare però contemporaneamente all’utilizzo dei dispositivi, alla distanza, però l’importante è ripartire, non vedevamo l’ora di ricominciare. Per tre settimane abbiamo l’agenda piena e abbiamo deciso di lavorare fino alle 21 per smaltire il più possibile la coda, riusciamo a fare solo 6 persone in un’ora».

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Vania Bigoni

 

Nessun grosso cambiamento per Vani Bigoni che gestisce il centro benessere Portofino’s: «Noi lavoravamo già per appuntamenti individuali quindi dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro non è cambiato molto. Tutta la settimana siamo al completo. Ma in generale la primavera, prima dell’estate per noi è un periodo di lavoro intenso per cui non vedevamo l’ora di ricominciare. L’impegno per la sicurezza e l’igiene è importante e siamo muniti di tutti i dispositivi».

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Nella Pure Hair barriere tra una postazione e l’altra per farsi lo shampoo

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Gli effetti personali delle clienti vengono riposti con attenzione in delle buste di plastica

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Sonia Latini ha istallato anche una barriera di plexiglass all’ingresso

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Samuela Schiavoni disinfetta la postazione

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Simona Apolloni

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