Domenico Guzzini a Ceriscioli:
«Il protocollo regionale sulla sicurezza?
Alimenta solo la frammentazione»

IL PRESIDENTE di Confindustria Macerata spiega le ragioni della mancata sottoscrizione del documento e replica al governatore: «Ha espresso la sua soddisfazione rispetto al fatto che sia stato firmato da chi secondo lui rappresenta il 95% delle imprese marchigiane, ci si dimentica che il sistema industriale con oltre 2mila aziende iscritte alla nostra associazione rappresenta oltre il 25 % dei 40 miliardi di Pil regionale»

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Domenico Guzzini, presidente di Confindustria di Macerata

 

«Non vedo la necessità di redigere un altro accordo che alimenta solo la frammentazione e la diversità tra le differenti Regioni italiane e va a delegittimare, non integrare, quanto già sottoscritto e recepito a livello nazionale senza contare l’ennesimo appesantimento di oneri documentali in capo alle imprese». Sono le parole di Domenico Guzzini, presidente Confindustria Macerata, che spiega così la mancata sottoscrizione da parte degli industriali del protocollo “Sicurezza-Lavoro” promosso dalla Regione. Una scelta già anticipata da Claudio Schiavoni, presidente regionale dell’associazione, e che ha suscitato un vespaio di polemiche a partire dal governatore Luca Ceriscioli, passando per i sindacati e i partiti di maggioranza come Art.1. «Non vedo la necessità di redigere un altro accordo che alimenta solo la frammentazione e la diversità tra le differenti Regioni italiane – continua Guzzini – e va a delegittimare, non integrare, quanto già sottoscritto e recepito a livello nazionale senza contare l’ennesimo appesantimento di oneri documentali in capo alle imprese. Per gli imprenditori salvaguardare la salute dei propri collaboratori è la principale finalità, è quindi di estrema importanza applicare le norme di sicurezza e di prevenzione, insieme agli organi preposti, cosa che stiamo già facendo in attuazione del Protocollo nazionale. Mi sarei aspettato un orientamento più rivolto all’assistenza, alla prevenzione, alla consulenza per le imprese e non ad un approccio di vigilanza e controllo. Sottolineo poi che dati statistici dettano che fortunatamente solo il 2% delle persone malate hanno contratto il Covid19 in azienda, questo perché, forti dei nostri principi sul valore assoluto della persona, da subito, anche in assenza di protocolli, laddove le imprese sono rimaste aperte prima del 4 maggio, sono state applicate tutte le regole dettate e conosciute per la difesa della salute dei propri dipendenti». Proprio nella direzione di una formazione sostanziale anche rispetto alle check list dell’Asur, Confindustria Macerata dedica la settimana prossima il 12esimo webinar delle “Conversazioni Antifragili” a questo tema, con la partecipazione del prefetto Iolanda Rolli, di rappresentanti dei servizi di Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Asur e della Direzione territoriale del Llavoro. E’ in fase avanzata poi la fattibilità di un progetto sperimentale in collaborazione con l’Asur, l’Ordine dei medici e altre enti di assistenza di un piano di test seriologici, un modo di dimostrare concretezza, secondo l’associazione degli industriali, in un’ottica di collaborazione con gli stakeholder pubblici e privati. «Il presidente Ceriscioli ha espresso la sua soddisfazione rispetto al fatto che il protocollo sia stato firmato da chi secondo lui rappresenta il 95% delle imprese marchigiane, ci si dimentica forse – specifica Guzzini – che il sistema industriale con oltre 2.000 aziende iscritte alla nostra associazione a livello regionale e circa 80.000 collaboratori rappresenta oltre il 25 % dei 40 miliardi di Pil regionale prodotto. In occasioni come questa sarebbe bastato un maggiore ascolto mentre probabilmente c’è stata la necessità di inseguire intese frettolose funzionali solo per obiettivi personali. Ribadisco la disponibilità ad una cooperazione proficua e costruttiva in un’ottica di confronto con le istituzioni, gli enti, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria».

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