Da Civitanova mascherine per mezza Italia:
120 milioni di ordini alla Gammadis
Hotel, c’è chi ha il 60% di disdette

L'AZIENDA ha avuto una richiesta enorme per il Coronavirus. «Diamo priorità al mercato italiano ma siamo in emergenza, riceviamo ordini ogni ora». (VIDEO). Gli alberghi della città hanno registrato cancellazioni o rinvii di chi aveva prenotato ma per l'estate il mercato regge

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di Laura Boccanera (Foto di Federico De Marco)

Ordinativi per centoventi milioni di mascherine. Solo oggi è stato evaso un ordine da 4mila pezzi. Richieste da tutta Italia e una produzione esplosa all’improvviso per il dispositivo in questo momento più ricercato al mondo. gammadis-mascherine-coronavisrus-civitanova-FDM-4-325x217A rifornire mezza Italia è la GammaDis di Civitanova, azienda di dispositivi sanitari che, paradossalmente, nel coronavirus ha trovato un’opportunità. Prima del Covid-19 la produzione si attestava a 50mila pezzi annui. Numeri che fanno impressione e che danno la misura dell’allarme che c’è in tutta Italia. Alla guida dell’azienda, nel cuore della zona industriale di Civitanova c’è Alberto Angelini, figlio del farmacista Daniele Maria che assieme al fratello e ad un altro socio hanno avviato l’attività da qualche anno. Nulla poteva far immagine un boom dalle dimensioni globali. Le mascherine sono diventate merce rara e gli ordini arrivano ad ogni ora del giorno e della notte da tutto il mondo. E al momento le priorità vengono date al mercato italiano e vengono riforniti solo i grossisti. Fuori dal capannone è una processione di clienti, c’è anche chi arriva da fuori regione e offre cifre fuori mercato pur di approviggionarsi. Dentro il personale è quadruplicato, da 4 a 20 collaboratori. Producono tutti i tipi di mascherine, da quelle chirurgiche ai presidi per gli operatori dell’emergenza. «Siamo in totale emergenza, arrivano richieste ora dopo ora. Stiamo dando priorità al mercato interno e rifiutando richieste dall’estero. Fino a ieri era il nord che chiedeva maggiori scorte, oggi invece indistintamente, siamo in emergenza, assistiamo anche a episodi di speculazioni e prezzi di approvigionamento fuori da ogni regola» ha spiegato Alberto Angelini.

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Filippo ed Enrica Testa hotel Chiaraluna

Ma per un’azienda che lavora oltre le proprie forze giorno e notte, altri settori sono in affanno. E’ il caso del settore turistico ricettivo dove si assiste ad annullamenti e disdette dai clienti business del nord Italia, anche negli alberghi di Civitanova. Per i trasporti camion e autotrasportatori del nord vengono fermati al sud e all’estero. Dopo l’emergenza sanitaria, il Coronavirus fa paura anche per gli impatti economici. In questi giorni le associazioni di categoria hanno moltiplicato gli appelli chiedendo attenzione per le imprese affinchè non vengano bloccati interi settori produttivi. E se è vero che non è ancora possibile quantificare il danno in termini economici le prime avvisaglie di preoccupazione per il comparto turistico sono dovute al crollo delle prenotazioni. Confcommercio parla di un 50% di disdette. A Civitanova il calo non è così drammatico in tutte le strutture ricettive. Chi ne fa le spese maggiormente sono quegli hotel che lavorano molto con i viaggi di affari. «Qui da noi c’è un calo del 60% di prenotazioni, giovedì scorso addirittura hanno annullato tutte le camere. C’erano in zona due meeting con gente del nord, ma anche dell’Emilia Romagna e hanno disdetto. In alcuni casi sono le aziende ad essere chiuse e richiamare i propri collaboratori – spiega Filippo Testa dell’Hotel Chiaraluna –  tra lunedì e mercoledì scorso sono iniziati gli annullamenti, qualcosa poi abbiamo recuperato, ma il dato è preoccupante».

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Milena Mecozzi dell’hotel Aquamarina

Meno pesante la statistica all’Hotel Velus e all’Hotel Aquamarina: «qui da noi c’è stata una sola disdetta – racconta Stefano Mei del Velus – ieri doveva arrivare un cliente che viene ogni anno due volte l’anno da Crema. Ci ha chiamato per dire che lui sta bene, ma che è tutto chiuso e non può muoversi e che quindi era costretto a disdire. Al momento però sull’estivo ancora non abbiamo disdette, anzi continuano ad arrivare richieste fortunatamente». «Proprio oggi è arrivata la disdetta di un gruppo di studenti che dovevano arrivare i primi di marzo per degli esami in una scuola privata – aggiunge Milena Mecozzi di Aquamarina – La maggior parte di loro arriva dal nord, dalla provincia di Monza Brianza e dal padovano. Hanno rinviato la prenotazione, quindi non si tratta di un annullamento vero e proprio. Al momento abbiamo anche le prime prenotazioni per agosto, sperando che la situazione non peggiori». galliano-micucci-civitanova-FDMNon ha alberghi a Civitanova, ma ne gestisce parecchi nella zona del Veneto e del Trentino la cooperativa 13 maggio che ha sede in città e si occupa di gruppi vacanza: «qualche disdetta c’è stata – commenta Galliano Micucci – stiamo rilevando in questi giorni i dati degli alberghi con disdette soprattutto dall’estero, dall’Ungheria e dalla Polonia. Probabilmente all’estero la preoccupazione è maggiore verso le prenotazioni in Italia. Dal mercato interno al momento abbiamo qualche camera annullata. Credo si aspetti anche per capire come evolverà la situazione. In alcuni la psicosi ha la meglio, ma credo che la maggior parte della popolazione sia preoccupata, ma non in uno stato di allerta».

Sul fronte dei trasporti invece c’è Confartigianato autotrasporti sta cercando di capire l’evoluzione della situazione che cambia di giorno in giorno come spiega Alberto Giaconi di Confartigianato: «al momento non abbiamo avuto ancora chiamate di nostri associati che vivono le problematiche dei colleghi del nord. Ovviamente stiamo monitorando la situazione perché al momento il problema dell’autotrasporto è con l’estero. In Romania i camion provenienti dalla lombardia e dal Veneto vengono messi in quarantena e ho saputo di episodi analoghi anche tra nord e sud Italia. In Basilicata si sono rifiutati di far scaricare un autotrasportatore del nord. Al momento nei confronti degli autotrasportatori marchigiani questo problema non c’è. Ho letto oggi anzi del caso di Pepa trasporti che molto coscienziosamente si è imposto l’auto quarantena dopo aver lavorato al nord. Certo dei risvolti in termini economici ci saranno, ma al momento è difficile da quantificare».

 

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