di Federica Nardi
(foto di Lucrezia Benfatto)
In cinque anni sono stati tagliati 40milioni di euro al personale sanitario. E ora con le ferie estive è proprio la mancanza di medici e infermieri che ha portato alla chiusura di sale operatorie e altri servizi da agosto fino all’11 settembre. «La realtà del personale sanitario in provincia comincia a diventare drammatica», dice Giuseppe Donati della Cisl funzione pubblica. In tutto questo l’ospedale unico è un’«arma di distrazione di massa». Parole di Silvia Spinaci, responsabile Cisl di Macerata. L’occasione: la conferenza stampa convocata dal sindacato per fare il punto sulle questioni aperte della sanità in provincia, che sono «il personale, la spesa per la mobilità passiva e la riconversione degli ospedali di comunità». Tre punti scritti nero su bianco in un documento da cui la Cisl vuole ripartire per riaprire un dialogo con la direzione di Area vasta e per lanciare un appello ai politici: «Vogliamo – dice Spinaci – che questi temi tornino al centro del dibattito e che vengano portati nel confronto che si sta riaprendo con la Regione».
IL PIANO FERIE – «Ogni anno – dice Giuseppe Donati– sembra che le ferie arrivino a sorpresa. La verità è che d’inverno ci barcameniamo. In 5 anni ci sono stati 40milioni di euro di tagli sul personale del comparto, molto meno sulla dirigenza. La politica sul personale non rispetta le esigenze del territorio e la campagna assunzioni della Regione è un elefante che ha partorito un topolino (leggi l’articolo). Nel 2016 verranno stabilizzate solo 28 persone tra tutti quelli che ne hanno diritto». Tra i rischi legati alla carenza di personale l’ulteriore riduzione di servizi in caso di assenze non previste. A Civitanova, Recanati, Macerata e Camerino potrebbero essere ridimensionati o accorpati settori chiave come Utic e Rianimazione oltre a Medicina, Nefrologia, Dialisi, Ostetricia, Ginecologia e Pediatria. Chi resta in servizio in questo periodo “vede aumentare a dismisura i turni di lavoro e di reperibilità e diminuire drasticamente i riposi”, dice la Cisl nel documento presentato stamattina.
LISTE D’ATTESA – La conseguenza principale di questa carenza di personale («400 unità in meno dal 2012», dice Sistino Tamagnini) è l’aumento della mobilità passiva, cioè quando un paziente marchigiano si rivolge a strutture fuori regione a spese del servizio sanitario di provenienza. I dati del 2014 indicano una spesa di oltre 17milioni di euro. Ma il dato interessante è che «solo il 15percento dei casi si sposta per prestazioni altamente specializzate – dice Dino Ottaviani -. Questo vuol dire che spesso ci si sposta per prestazioni che si potrebbero fare anche qui, ma con tempi lunghi». La Regione aveva indicato un decalogo per ridurre i tempi di attesa con scadenza 30 aprile 2015. Ora la Cisl, dato che la situazione non è migliorata, vuole sedersi al tavolo con l’Area vasta “per monitorare lo stato delle azioni intraprese”.
L’ESTATE CIVITANOVESE E LE CASE DELLA SALUTE – Capitolo a sé la riorganizzazione degli ospedali più piccoli in ospedali di comunità. Un cambiamento sofferto ma avviato che dovrebbe alleggerire nel giro di qualche mese il carico dei Pronto soccorsi del territorio. Con le Case della salute di tipo A previste ma scomparse dal dibattito pubblico: «Dove, quando e con quali servizi verranno attivate?», chiede Silvia Spinaci. Il direttore Asur Alessandro Marini potrebbe chiarire la questione il 29 luglio durante un incontro dove si affronterà il tema della riorganizzazione. Nel frattempo i dati del 2015 sugli accessi al pronto soccorso regalano un quadro ancora lontano dall’efficienza. A Macerata, Camerino e Civitanova i codici verdi (quelli poco gravi) superano la soglia del 50percento. E con la chiusura dei servizi estiva il servizio degli ospedali costieri soffre doppiamente: «A Civitanova – dice Marcello Evangelista – d’estate la popolazione raddoppia. Ora ci ritroviamo con meno personale e meno posti letto con un pronto soccorso che scoppia. La gente viene ammassata nei reparti e l’ala nuova, costata milioni di euro, è chiusa».
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