Ospedali di comunità,
c’è l’accordo con i medici

SANITA' - La firma oggi in Regione: è il tassello che mancava per far lavorare a pieno ritmo i nosocomi riconvertiti e per dare una assistenza completa ai pazienti di cure intermedie. Umori contrastanti in provincia per i termini economici. Il governatore Ceriscioli: "Confermati i budget"

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di Federica Nardi

Firmato in Regione l’accordo con i medici di medicina generale e quelli di continuità assistenziale (le ex guardie mediche). Boccata d’ossigeno per la sanità in provincia di Macerata, soprattutto per i 4 ex ospedali (Tolentino, Matelica, Recanati, Cingoli) che senza l’accordo rischiavano di diventare gusci vuoti e di far naufragare il progetto di una medicina meno ospedaliera e più territoriale. In particolare per le cure intermedie, quell’assistenza fatta ai pazienti che non sono così gravi da restare in ospedale ma che, per le loro condizioni di salute, non possono nemmeno tornare a casa loro. Caso a parte la casa della salute di Treia, già attiva da tempo. I medici di assistenza primaria, secondo l’accordo, garantiranno 4 ore di presenza, di cui 2 la mattina, e 8 ore di disponibilità telefonica. Mentre i medici di continuità assistenziale lavoreranno in orari notturni, festivi e prefestivi con compiti aggiuntivi di assistenza. Anche se, tra ferie e dettagli ancora da definire soprattutto sul fronte economico, il servizio dovrà attendere l’autunno per essere a pieno regime. Nel frattempo, con i posti di cure intermedie attivi negli ospedali di comunità già dal primo luglio, saranno i medici ospedalieri a sopperire alle esigenze dei pazienti. Mentre le due sigle principali del Maceratese, la Snami e la Fimmg, dopo la firma dell’accordo quadro in Regione questo pomeriggio, cominceranno a organizzare quella che si prospetta come una grande sfida per la sanità territoriale. Le prime bozze dell’accordo erano naufragate sui termini economici che, tra tassazione e assicurazioni maggiorate, prefiguravano un gioco a somma zero per i medici di base chiamati a lavorare negli ex ospedali e nelle strutture di cure intermedie. Ma con i nuovi termini l’assicurazione sarebbe in parte finanziata dalla Regione nè ci sarebbe più bisogno far scattare di livello la copertura assicurativa in seguito alla chiusura dei Punti di primo intervento, prevista per il 31 dicembre. Gli umori sull’accordo da parte dei medici di base sono al momento contrastanti. C’è chi è soddisfatto per un passo fondamentale nell’attivazione effettiva degli ospedali di comunità e c’è chi invece vuole tornare al tavolo della contrattazione locale per rivedere i dettagli economici. Sul fronte delle spese da sostenere per la riorganizzazione è lo stesso presidente della Regione che oggi pomeriggio ha rassicurato che «nel momento in cui scriveremo il budget – dice Ceriscioli in una nota – confermeremo per tutte  le strutture le risorse che hanno avuto fino all’anno scorso. Nessuno potrà parlare di tagli, ma potremo parlare di riforma con questo coinvolgimento straordinario del medico che meglio ci conosce e che ci permetterà di avere, sul territorio, i presidi di grande valore e importanza».



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