Ospedale, Corvatta furioso sul riordino:
“Perderemo Pediatria ed Ematologia,
sono pronto a dimettermi”

CIVITANOVA - Il primo cittadino annuncia azioni eclatanti in vista del nuovo piano sanitario che verrà discusso venerdì (1 luglio) nella conferenza dei sindaci. "Penalizza il nosocomio cittadino. Ceriscioli non ha mantenuto le promesse"

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Il sindaco Tommaso Corvatta

 

di Laura Boccanera

«Inaccettabile il piano di riordino delle reti cliniche proposto dal presidente della Regione Ceriscioli. Sono pronto a ridare indietro la fascia di sindaco e ad azioni eclatanti. La Regione non ha mantenuto le promesse fatte. Il piano è irricevibile. A queste condizioni non si contratta nulla». E’ una furia il sindaco Tommaso Corvatta. Alla vigilia della conferenza dei sindaci, per discutere il piano di riordino delle reti cliniche e l’ospedale unico, il primo cittadino si trova sorpreso per i contenuti del progetto. «C’è un depauperamento scientifico della provincia di Macerata a vantaggio del nord e del sud delle Marche. Qui non è più una rivalità Macerata o Civitanova, anche il capoluogo perde la chirurgia vascolare a vantaggio di Ascoli – spiega Corvatta – verrà tolta a Civitanova l’unità semplice di ematologia e la pediatria, quando invece rimane a Jesi e Senigallia. Parlare con queste premesse di ospedale unico è una presa per i fondelli. Non erano queste le promesse che ci aveva fatto Ceriscioli. Il danno è a cascata per tutto il territorio. Per non parlare della fisiatria che ci era stata promessa».

Corvatta prosegue sottolineando come così si tolgono le fondamenta in partenza al nuovo ospedale. «Se le cose stanno in questo modo – continua il primo cittadino – sono disponibile a fare qualsiasi cosa». Venerdì ci sarà il confronto con gli altri sindaci, ma Corvatta è convinto che il piano non piaccia neanche a loro: «Se taglio deve esserci, deve essere ragionato – aggiunge – non fatto così a sfalci. Queste non sono le promesse che erano state fatte». Corvatta poi fornisce alcune indicazioni su dove poter tagliare: «Ci sono molti poliambulatori periferici nelle zone di montagna con scarsissimi accessi e rappresentano uno spreco. Si tagli lì, non i reparti che funzionano».



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