Sanità, nel Maceratese
rischio buco da oltre 10 milioni

BILANCI - Tra tagli precauzionali e abbassamento del tetto del budget si prospetta un anno difficile da chiudere per l'Asur e per l'Area vasta 3. I costi maggiori sono per farmaci e presidi medici. Mentre il pubblico tenta di riorganizzare le risorse, soprattutto per il problema assunzioni, le convenzioni con la sanità privata sono lievitate nel 2015 di 5,4 milioni di euro a livello regionale

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La sede dell'Area vasta 3 in Belvedere Raffaello Sanzio

La sede dell’Area vasta 3 in Belvedere Raffaello Sanzio

 

di Federica Nardi

Spese sanitarie in crescita, budget in calo e una riorganizzazione che rischia sempre più di tradursi nel taglio dei servizi. Il bilancio dei primi sei mesi per la sanità provinciale porta sulle spalle tutto il peso dell’asimmetria tra costi del servizio sanitario e necessità di contenerli. A livello Asur, solo nel primo trimestre del 2016, la perdita attestata è di 8,8 milioni di euro. In Area vasta 3, secondo indiscrezioni, l’anno rischia di chiudersi con uno sforamento del budget tra i 10 e 15 milioni di euro. Forse anche di più. Dagli ultimi provvedimenti il nuovo tetto assegnato all’Area vasta 3 ha subito un ribasso di oltre 20 milioni di euro rispetto a quello inizialmente previsto per il 2016. Una situazione locale che rifletterebbe un disavanzo generale a livello Asur e quindi una sofferenza regionale generalizzata. Se la situazione sia uno sviluppo recente o meno non è chiaro. Soprattutto perché a pesare di più, almeno  nel Maceratese, sono costi storicamente molto difficili da contenere e che quindi l’azienda potrebbe essersi portata dietro per anni. Nella consapevolezza dei tecnici del settore ma non solo: negli ultimi tempi più di una voce ha fatto riferimento al problema del disavanzo sanitario.

sanitàFARMACI, PROTESI E SANITA’ PRIVATA – I costi maggiori sono quelli dei farmaci (soprattutto antitumorali, per l’epatite c, per i vaccini) e quello dei cosiddetti presidi sanitari, come pacemaker e protesi. Al quadro si aggiungono i 5 milioni di tagli lineari precauzionali imposti all’Asur per preservarsi nel caso i fondi statali riservassero sorprese al ribasso.
Una precauzione che però al momento non riguarda il settore del privato accreditato, gestito a livello regionale e non locale. E che nel Maceratese, come ha ricordato ultimamente il sindaco di Macerata Romano Carancini durante la conferenza dei sindaci a Tolentino, assorbe circa 90 milioni di euro. Una cifra consistente, peculiarità dell’Area vasta 3, che ogni anno serve ad acquistare servizi dalle strutture private convenzionate con il sistema sanitario regionale. Realtà fondamentali in alcuni settori chiave, come la riabilitazione (che è quasi tutta privata tranne rare eccezioni come la Casa della salute di Treia), e regolate da convenzioni regionali che, nel 2015, hanno incrementato la fetta assegnata al privato accreditato in tutta la regione di 5,4 milioni di euro rispetto al 2014, come emerge dalla relazione al bilancio d’esercizio del 2015 a firma del direttore Asur Alessandro Marini. Fronte caldo in questa guerra all’ultima virgola per far quadrare i conti è il problema del personale che nell’Area vasta 3 scarseggia al punto da aver reso l’organizzazione del piano ferie un rebus di difficile soluzione. Un problema regionale, con la Cgil, a firma del segretario della Funzione pubblica Alessandro Pertoldi, che giorni fa avvertiva: se i tagli imposti da Roma al personale sanitario continueranno «per le Marche significherebbe un’ulteriore riduzione con ricadute pesantissime sulla tenuta del sistema». Nemmeno la riconversione degli ormai ex ospedali del Maceratese in ospedali di comunità avrebbe portato un qualche risparmio durante l’ultimo anno (sempre da relazione al bilancio 2015). Si apre così un’estate che guarda a settembre con un punto interrogativo su come le Aree vaste riusciranno a rispettare i tetti dei budget assegnati, su come verrà ripensata la riorganizzazione dei costi e su come si affronteranno le spese per personale, servizi e per i nuovi ospedali previsti dal piano regionale.

 

 



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